Auser Lecco: anziani monitorati con la teleassistenza, parte la sperimentazione

Partirà il 1° luglio con venti anziani la sperimentazione del progetto di teleassistenza promossa dall’Auser, l’associazione che da oltre trent’anni si occupa anche nella provincia lecchese di interventi di aiuti nel campo dei servizi sociali, in particolare a favore di anziani e disabili, progetto sostenuto dalla Fondazione comunitaria del Lecchese, dalla Chiesa Valdese e dalla società energetica “Acinque”.
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Già da anni, l’associazione offre il “telefonia sociale”, una sorta di “telefono amico” con il quale i volontari supportano gli anziani nel momento di bisogno: lo scorso anno, sono state effettuate ventimila telefonate e ne sono state ricevute undicimila, mentre il bacino degli utenti interessati al servizio è di un migliaio di persone.
E quest’anno si parte appunto con la sperimentazione della teleassistenza basata su un apparecchio che l’anziano porta al polso e in grado di inviare anche autonomamente segnali di allarme alla centrale operative gestita dalla stessa Auser.
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L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede dell’associazione in corso Monte Santo a San Giovanni con l’intervento del presidente Claudio Dossi, della coordinatrice del servizio Grazia Mareghello, del  vicepresidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci dell’Agenzia di tutela della salute Maurizio Maggioni (assessore a Olgiate Molgora) e con il saluto portato dalla responsabile dell’innovazione e della comunicazione della stessa ATS Stefania Bolis.
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«Per noi – ha esordito Dossi – si tratta di un giorno importante. Ci misuriamo con un’innovazione importante. Sul fronte degli anziani, dobbiamo renderci conto che servono maggiori risorse finanziarie. Oggi la popolazione “over 65” rappresenta il 24% del totale, fra quattordici anni sarà il 35%. E le persone che hanno bisogno di un’assistenza costante sono spesso assistite dai soli famigliari, i “caregiver”, il 60% dei quali è disoccupato proprio per la necessità di dover badare ai propri cari. Occorre quindi riportare il problema all’attenzione del pubblico e della Regione Lombardia. La teleassistenza può essere un grande aiuto per gli anziani e i “caregiver”».
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Il progetto è uno sviluppo della telefonia sociale. Nelle scorse settimane è stata effettuata la formazione degli operatori, sono stati messi a punto i protocolli per la privacy, sono stati individuate le venti persone tra il territorio di Lecco e Bellano da con i quali effettuare la sperimentazione che avrà una durata di due o tre mesi, vale a dire la stagione estiva. 
Il servizio dell’Auser funzionerà dalle 7,30 alle 18 e cioè nelle ore in cui il parente non può occuparsi dei propri anziani perché al lavoro. «Ma anche per un aspetto culturale – ha aggiunto Dossi – e cioè la responsabilizzazione del famigliare che non deve scaricare interamente su altri l’assistenza».
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«Avremo la possibilità – ha spiegato Mareghello – di monitorare la persona anziana in molte delle sue esigenze. Ogni dispositivo sarà personalizzato. Saremo quindi in grado di avvertire la persona che è l’ora di prendere un medicinale, per esempio, di sapere se indossa o meno l’apparecchio e quindi di chiamarlo. La persona potrà lanciare l’alert nel caso si sentisse male, ma nello stesso tempo l’apparecchio è in grado di lanciare autonomamente l’alert nel caso di una caduta: dalla centrale lo potremo richiamare, allertare i soccorsi e avvisare il “caregiver”. L’apparecchio potrà anche essere tarato per misurare gli spostamenti dell’anziano, accorgerci se dovesse uscire da un’area perimetrata in precedenza e quindi localizzarlo e raggiungerlo per capire se sia successo qualcosa. I dati raccolti potranno anche essere utili eventualmente per l’assistenza sociale».
La sperimentazione, naturalmente, servirà per verificare il funzionamento del servizio e indicare eventuali criticità o punti deboli.
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«L’ambizione – ha aggiunto Dossi – è quella di creare una centrale lecchese, visto che il futuro è anche quello della telemedicina considerata la mancanza di personale sanitario. Certamente, noi non ci occupiamo di sanità ma collaboriamo con l’Azienda sanitaria, l’ospedale, la Regione Lombardia. Dopo la sperimentazione, tutto il materiale raccolto sarà condensato in una relazione da inviare alla Regione e ai Comuni per verificare l’opportunità di continuare, di rendere il servizio strutturale, di farlo diventare parte delle politiche sociali. Sarà poi il pubblico a stabilire i criteri di accesso e a quel punto potrà essere aperto a tutta la popolazione. Occorre dunque costruire un’alleanza per raggiungere questo obiettivo».
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A proposito di alleanza, Bolis ha sottolineato i molti passi compiuti assieme all’Auser per questo e altri servizi. Per esempio a proposito del supporto fornito ai “caregiver”, un’idea partita da Lecco e che ora sta diventando anche patrimonio della Regione. In quanto alla teleassistenza, la stessa ATS ha collaborato nella redazione particolarmente delicati dei vari protocolli per adeguare l’attività ai vari requisiti di legge, a partire dal rispetto della privacy e quindi dei dati sensibili che sono proprio quelli sanitari.
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Da parte sua, Maggioni ha detto come i Comuni guardino con attenzione a questa iniziativa, soprattutto da parte di quei Comuni di piccole dimensioni che non hanno risorse e nello stesso tempo hanno un alto numero di anziani. Ma è un progetto che va anche allargato alle persone con disabilità che spesso sono assistite dai genitori. Con il tempo che passa, il disabile cresce e i genitori invecchiano e magari non sono più in grado di gestirlo».
D.C.
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