Lecco: minaccia con coltello l'ex e un amico. Condannato
Sei mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese legali. Si è rivelata in linea con la richiesta formulata negli istanti precedenti dal pubblico ministero, la sentenza disposta stamani, in Tribunale a Lecco, dal giudice Paolo Salvatore.
I fatti al centro dell'udienza risalgono al settembre 2021 quando un cittadino di origine marocchina classe 1990 - all'epoca dei fatti senza fissa dimora - aveva aggredito l'ex fidanzata e un soggetto che si trovava in sua compagnia, minacciando quest'ultimo con l'ausilio di un coltello.
Un episodio per la verità, non isolato. La donna, di qualche anno più giovane, escussa in aula ha riferito di una relazione particolarmente sofferta, caratterizzata da botte inflitte - quotidianamente - al suo indirizzo dall'ex compagno e da un'eccessiva gelosia. ''Ogni giorno era un massacro''.
Quel giorno la giovane si trovava con un amico in Viale Turati. ''Aveva l'abitudine di seguirmi'' ha affermato in aula la teste, riferendosi all'imputato, A.L., classe 1990, attualmente ristretto in carcere per altra causa.
Come una furia, il giovane si sarebbe scagliato contro i due. ''Ad un certo punto ha tirato fuori un coltellino e glielo ha puntato alla gola, minacciandolo di morte'' ha ricordato la giovane donna, ripercorrendo quei momenti carichi di paura. ''Già in precedenza gli aveva spaccato i denti''.
Una persona aggressiva con diversi procedimenti penali alle spalle: così è stato descritto in aula l'imputato. ''Aveva un atteggiamento fuori dal normale, era troppo geloso'' ha riferito l'ex fidanzata.
Tornando ai fatti al centro del procedimento odierno, la teste ha spiegato di non aver chiamato subito le forze dell'ordine, dando priorità alla fuga. ''Siamo scappati: so che il mio amico l'indomani è andato a denunciare''.
Chiusa l'istruttoria dibattimentale, il giudice ha dato la parola alle parti per la discussione. Ritenendo raggiunta la prova in ordine alla penale responsabilità dell'imputato, il vpo Pietro Bassi ha chiesto la condanna dell'imputato a sei mesi di reclusione.
Si è invece battuta per l'assoluzione l'avvocato Silvia Poli del Foro di Monza, ritenendo contradditorie e lacunose in alcune parti, le testimonianze rese dai due testi nonchè parti offese.
Ritiratosi in camera di consiglio, il giudice ha sentenziato la condanna dell'imputato (chiamato a rispondere del reato di minaccia aggravata) a sei mesi di reclusione, ammettendolo altresì al gratuito patrocinio per il pagamento delle spese legali.
I fatti al centro dell'udienza risalgono al settembre 2021 quando un cittadino di origine marocchina classe 1990 - all'epoca dei fatti senza fissa dimora - aveva aggredito l'ex fidanzata e un soggetto che si trovava in sua compagnia, minacciando quest'ultimo con l'ausilio di un coltello.
Un episodio per la verità, non isolato. La donna, di qualche anno più giovane, escussa in aula ha riferito di una relazione particolarmente sofferta, caratterizzata da botte inflitte - quotidianamente - al suo indirizzo dall'ex compagno e da un'eccessiva gelosia. ''Ogni giorno era un massacro''.
Quel giorno la giovane si trovava con un amico in Viale Turati. ''Aveva l'abitudine di seguirmi'' ha affermato in aula la teste, riferendosi all'imputato, A.L., classe 1990, attualmente ristretto in carcere per altra causa.
Come una furia, il giovane si sarebbe scagliato contro i due. ''Ad un certo punto ha tirato fuori un coltellino e glielo ha puntato alla gola, minacciandolo di morte'' ha ricordato la giovane donna, ripercorrendo quei momenti carichi di paura. ''Già in precedenza gli aveva spaccato i denti''.
Una persona aggressiva con diversi procedimenti penali alle spalle: così è stato descritto in aula l'imputato. ''Aveva un atteggiamento fuori dal normale, era troppo geloso'' ha riferito l'ex fidanzata.
Tornando ai fatti al centro del procedimento odierno, la teste ha spiegato di non aver chiamato subito le forze dell'ordine, dando priorità alla fuga. ''Siamo scappati: so che il mio amico l'indomani è andato a denunciare''.
Chiusa l'istruttoria dibattimentale, il giudice ha dato la parola alle parti per la discussione. Ritenendo raggiunta la prova in ordine alla penale responsabilità dell'imputato, il vpo Pietro Bassi ha chiesto la condanna dell'imputato a sei mesi di reclusione.
Si è invece battuta per l'assoluzione l'avvocato Silvia Poli del Foro di Monza, ritenendo contradditorie e lacunose in alcune parti, le testimonianze rese dai due testi nonchè parti offese.
Ritiratosi in camera di consiglio, il giudice ha sentenziato la condanna dell'imputato (chiamato a rispondere del reato di minaccia aggravata) a sei mesi di reclusione, ammettendolo altresì al gratuito patrocinio per il pagamento delle spese legali.
G.C.