Lecco: il ruggito dell'assessore Durante, 'insulta' un cittadino... in anonimo

Le scuse sono arrivate. Con un paio di "storie" - scelta strana, in effetti - su altra piattaforma. Ma lo scivolone social dell'assessore alla Comunicazione e Rapporti con i cittadini resta. Alessandra Durante, utilizzando la possibilità di commentare in anonimo offerta da Facebook, ha "sbottato", senza dunque metterci nemmeno la faccia, contro un lecchese, reo di aver mosso con un post pubblicato su un noto gruppo una critica nei confronti dell'amministrazione comunale.
2_Alessandra_Durante.JPG (697 KB)
Alessandra Durante

Lo ha fatto "in maniera molto prepotente e maleducata, scendendo anche nel personale" come ammette lei stessa, sottolineando, nel chiedere scusa non soltanto all'utente interessato ma anche a chi segue il suo lavoro come assessore impegnato sul tema del digitale, di essere "caduta nei comportamenti che da tempo analiziamo come da limitare o eliminare dall'arena social".
Si è comportata, insomma, da leone da tastiera, credendosi protetta dal velo dell'anonimato che "il solito" Paolo Trezzi - di cui di seguito pubblichiamo l'intervento - le ha però tolto. Invocandone ora le dimissioni. 

DURANTE UNA PICCOLA STORIA (ignobile direbbe Guccini)

Cara Leccoonline
Desidero condividere un episodio accaduto in un gruppo Facebook della Città (Lecco Società e Politica) di cui sono, con altri, Admin.
All’apparenza può sembrare una banalità da social, ma per il ruolo pubblico di una delle persone coinvolte, ritengo sia doveroso raccontarlo.
Un cittadino, Paolo Rusconi, ha segnalato in modo diretto e sarcastico una contraddizione urbana: dei fiori posati a scopo decorativo in Largo Montenero a fianco di un tratto pedonale tutt'ora con pietre sconnesse.
Una scelta estetica che ignora una criticità ben più urgente.
Poco dopo, è arrivata una risposta anonima dai toni inaccettabili: insulti personali, derisioni, accuse gratuite.
Il cittadino è stato definito di fatto “ritardato”, “frustrato”, “analfabeta”.
Il tutto da un profilo anonimo, privo di nome e cognome ma solo: "Membro anonimo 582".
Che ha apostrofato il cittadino autore del post con:
- "scrive post per il piacere di scatenare polemiche e così sentirsi di avere un senso" 
- "Lei provi, vedrà che la sua esistenza sarà piu utile...".
- "Se ha delle fatiche se ne prenda cura senza rivolgerle su altri" 
- "Lei è lo stesso che va in giro da mesi a scrivere ovunque che gli smartbin del Comune costano 20.000 perché, come un bravo alunni di terza elementare, ha fatto la divisione, livello qualità delle polemiche TERZA ELEMENTARE alle prime divisioncine in colonna" 
- "attribuisce i suoi problemi agli altri..".
- "si è piuttosto stufi di questi post quotidiani da anni.. Non sono mica una psicoterapia di gruppo i social o un vomitatoio di pensieri e opinioni personali che altri si devono sorbire"
Ma il fatto più ironico e grave è che, in quanto Admin del gruppo facebook, ho potuto verificarne l’identità: dietro quell’anonimato si nascondeva un’assessora comunale in carica.
Sì, una figura istituzionale, che invece di rispondere nel merito - punto e stop - ha scelto di insultare nell’ombra.
utenteanonimo.jpg (81 KB)
Il "Membro anonimo 582"
È l'assessora addirittura alla Comunicazione e Rapporti coi cittadini, alle Politiche per bambini, giovani, famiglie ed Evoluzione digitale Alessandra Durante.
Trovo quindi questo comportamento doppiamente vergognoso. Una persona che ricopre un incarico pubblico dovrebbe essere esempio di correttezza, trasparenza e rispetto. Non può utilizzare un falso anonimato per aggredire un cittadino che ha semplicemente espresso un’opinione, peraltro fondata.
Questa non è solo una caduta di stile: è una mancanza grave, che squalifica per estensione le istituzioni.
Chi si nasconde per offendere non è degno di rappresentare nessuno. Non ci sono attenuanti.
Per questo credo che l’unica conseguenza dignitosa e coerente sia una: le dimissioni.
Bisogna essere responsabili delle proprie azioni, tanto più se si hanno ruoli pubblici e istituzionali, e le assunzioni di responsabilità non possono limitarsi alle facili scuse, che sono, ammesso che arriveranno, con evidenza, un comodo espediente.
Paolo Trezzi
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.