Calcio Lecco, il presidente Aliberti dà il via alla nuova stagione: 'Faremo un campionato di vertice. Ma per colpa del Comune stavo per mollare tutto'
L'entusiasmo per la nuova stagione, iniziata ufficialmente in questo 1° luglio, ma anche l'amarezza per il rapporto con il Comune che – evidentemente mai davvero decollato – si sta facendo sempre più delicato, lasciando aperte tante questioni importanti per il presente e per il futuro al punto da spingerlo quasi a mollare tutto, dopo un solo anno.
Un Aniello Aliberti a due volti quello che nel tardo pomeriggio di oggi si è presentato in conferenza stampa allo stadio Rigamonti-Ceppi per il simbolico "fischio d'inizio" della stagione 2025-26 della Calcio Lecco, stagione che da un lato per la Prima squadra dovrà essere necessariamente sinonimo di riscatto, dopo il deludente tredicesimo posto dello scorso campionato, e dall'altro di continuità e ulteriore crescita per il settore giovanile, alla luce della straordinaria promozione dell'Under 19 in Primavera 2 e della vittoria dello scudetto da parte dell'Under 15.
La giornata di oggi, tra l'altro, si era aperta con la notizia dell'accordo con il nuovo sponsor tecnico – la bergamasca Acerbis, che sostituisce dopo tredici anni Legea –, ora al lavoro per realizzare le maglie da gioco, a cui ha fatto seguito proprio nei primi istanti della conferenza stampa l'annuncio del lancio della campagna abbonamenti, intitolata "Se ci sei si sente".
All'ordine del giorno poi, ovviamente, il calciomercato – sempre nelle scorse ore l'ufficialità dell'acquisto dell'esterno difensivo Noah Lovisa, a cui si aggiungeranno a breve quelle riguardanti l'attaccante classe 2006 Anas Alaoui, il centrocampista classe 2002 Andrea Mallamo e l'esperto mediano lecchese Stefano Bonaiti, reduce da un'esperienza all'Alcione –, nonché le ambizioni per la nuova stagione (che per i giocatori comincerà di fatto con il raduno del 14 luglio, propedeutico alla partenza per il ritiro in Trentino Alto Adige tre giorni dopo) e, come detto, i temi più scottanti relativi allo stadio e al rapporto con l'Amministrazione comunale di Mauro Gattinoni.

- Per ora il calciomercato si è aperto con tanti nomi "sconosciuti"...
Alcuni di questi giocatori sono stati segnalati direttamente dall'allenatore, e se non mi fido di lui... Il resto poi è un lavoro che fa il direttore sportivo Minadeo, sempre con mister Valente. Bisogna buttare il cuore oltre l'ostacolo, abbiamo voglia di fare un campionato di vertice. Non dico altro per scaramanzia ma l'obiettivo non è stare lì come l'anno scorso... Abbiamo iniziato a lavorare in questo senso ancora prima della fine della stagione, una volta scampato il pericolo Playout. Il passato è passato, abbiamo avuto tempo per organizzarci a dovere.
- I tifosi quindi possono sperare in "veri" colpi?
I "grandi nomi" lasciano il tempo che trovano, noi abbiamo bisogno di giovani, di gente che abbia voglia di correre e di vincere. Per noi un nome importante è già Furrer, poi chissà. Siamo solo a metà del guado.
- Kritta e Sipos resteranno?
Me li devono rubare, per quanto mi riguarda. Io ci ho puntato, sono ragazzi d'oro e li terrei anche per dieci anni. Se poi domani mattina arriva una proposta dalla Serie A e vogliono andare via non posso farci niente. Ci sono state richieste, ma per me possono partire solo se iniziano a battere i piedi, come Buso un anno fa. Li ritengo l'ossatura della squadra per la prossima stagione.
Il presidente, poi, ha iniziato a parlare a ruota libera: "Sinceramente nell'ultimo mese mi era passata un po' la voglia, ma ho preso un impegno per almeno due-tre anni e vado avanti. Se e quando andrò via, lo farò a testa alta. E terrò sotto la mia ala i ragazzini, che sono stati spettacolari. Sul resto... A Lecco c'è un Comune un po' particolare, fare calcio qui è difficile. L'Amministrazione fa poco per lo sport, il Centro sportivo del Bione è in quelle condizioni da anni, se ci sono cinque campi e ne funziona uno c'è qualcosa che non va. Con Gattinoni parlo dal primo giorno, ma evidentemente è una situazione che va avanti da anni, che si è creata ancora prima di lui. Io non punto il dito contro nessuno, parlo dei fatti. Un presidente deve mettere a disposizione i soldi per la squadra e la struttura organizzativa, inoltre deve affrontare i temi legati agli impianti. Il campo è a fine vita e cambiarlo costa 5-600.000 euro. Così com'è lo stadio può fare al massimo l'Eccellenza, neanche la Serie D, secondo me. A questo punto non escludo di valutare uno spostamento altrove, alla fine del prossimo campionato. Ed è veramente triste notare che non c'è un supporto, per questa situazione paghiamo noi ma anche chi fa altri sport, me ne sono reso conto parlando con la Canottieri – che è andata avanti per tanti anni grazie soprattutto ai volontari – ma anche pensando al Rugby che si allena sempre al Bione. E poi c'è il problema della cabina elettrica dello stadio: cosa succede se si blocca il generatore e perdiamo la partita a tavolino?".
Inevitabile, poi, affrontare il tema Linee Lecco: "Il Comune e la sua municipalizzata possono fare quello che vogliono, ma avevamo un contratto triennale per un valore di 50.000 euro, destinati ai viaggi della squadra. Peccato che a fine campionato ci è stato detto che avremmo potuto averne solo 25.000. Noi abbiamo rispettato gli accordi continuando ad affidarci a loro e a pagare le fatture, ma così non funziona. Ora ci faranno una nuova offerta e poi valuteremo che cosa fare".
E mentre allo stadio di via don Pozzi proseguono i lavori per la realizzazione di un "laboratorio tecnico" destinato all'allenatore e al suo staff – finanziato da uno sponsor – continua la ricerca di un campo in erba naturale per alcuni allenamenti settimanali, richiesto espressamente dal tecnico bluceleste per provare a ovviare ai problemi riscontrati dalla squadra in trasferta, dove difficilmente si trovano terreni da gioco in sintetico come quello lecchese. "Non ci sono aggiornamenti, ma qualcosa dovremo fare", ha proseguito Aliberti. "Abbiamo fatto un tentativo con il Comune di Oggiono, ma in cambio ci è stato chiesto di sistemare il campo e di mettere i fari per una convenzione lunga dieci anni. Al Rigamonti-Ceppi la priorità è il manto verde ma ci sarebbero tante cose da fare, se solo ci fossero i fondi: l'intaso va risolto in vistra dei test della Federazione, poi una parte sarà tagliata per migliorare il drenaggio prima della punzonatura per evitare gli allagamenti. Non vogliamo perdere punti per problemi tecnici. Dietro la tribuna abbiamo trovato una vasca di raccolta con una pompa funzionante di 27 anni fa, senza la quale finirebbe tutto nei bagni: cosa faccio, la lascio lì o la cambio? Vale per questo, per la caldaia, per gli spogliatoi…".
La speranza, insomma, è che la famiglia Aliberti possa ottenere soddisfazioni almeno dalla squadra, per non rischiare di perdere subito tutto quanto di buono costruito finora.
Un Aniello Aliberti a due volti quello che nel tardo pomeriggio di oggi si è presentato in conferenza stampa allo stadio Rigamonti-Ceppi per il simbolico "fischio d'inizio" della stagione 2025-26 della Calcio Lecco, stagione che da un lato per la Prima squadra dovrà essere necessariamente sinonimo di riscatto, dopo il deludente tredicesimo posto dello scorso campionato, e dall'altro di continuità e ulteriore crescita per il settore giovanile, alla luce della straordinaria promozione dell'Under 19 in Primavera 2 e della vittoria dello scudetto da parte dell'Under 15.
La giornata di oggi, tra l'altro, si era aperta con la notizia dell'accordo con il nuovo sponsor tecnico – la bergamasca Acerbis, che sostituisce dopo tredici anni Legea –, ora al lavoro per realizzare le maglie da gioco, a cui ha fatto seguito proprio nei primi istanti della conferenza stampa l'annuncio del lancio della campagna abbonamenti, intitolata "Se ci sei si sente".
All'ordine del giorno poi, ovviamente, il calciomercato – sempre nelle scorse ore l'ufficialità dell'acquisto dell'esterno difensivo Noah Lovisa, a cui si aggiungeranno a breve quelle riguardanti l'attaccante classe 2006 Anas Alaoui, il centrocampista classe 2002 Andrea Mallamo e l'esperto mediano lecchese Stefano Bonaiti, reduce da un'esperienza all'Alcione –, nonché le ambizioni per la nuova stagione (che per i giocatori comincerà di fatto con il raduno del 14 luglio, propedeutico alla partenza per il ritiro in Trentino Alto Adige tre giorni dopo) e, come detto, i temi più scottanti relativi allo stadio e al rapporto con l'Amministrazione comunale di Mauro Gattinoni.

Aniello Aliberti
- Per ora il calciomercato si è aperto con tanti nomi "sconosciuti"...
Alcuni di questi giocatori sono stati segnalati direttamente dall'allenatore, e se non mi fido di lui... Il resto poi è un lavoro che fa il direttore sportivo Minadeo, sempre con mister Valente. Bisogna buttare il cuore oltre l'ostacolo, abbiamo voglia di fare un campionato di vertice. Non dico altro per scaramanzia ma l'obiettivo non è stare lì come l'anno scorso... Abbiamo iniziato a lavorare in questo senso ancora prima della fine della stagione, una volta scampato il pericolo Playout. Il passato è passato, abbiamo avuto tempo per organizzarci a dovere.
- I tifosi quindi possono sperare in "veri" colpi?
I "grandi nomi" lasciano il tempo che trovano, noi abbiamo bisogno di giovani, di gente che abbia voglia di correre e di vincere. Per noi un nome importante è già Furrer, poi chissà. Siamo solo a metà del guado.
- Kritta e Sipos resteranno?
Me li devono rubare, per quanto mi riguarda. Io ci ho puntato, sono ragazzi d'oro e li terrei anche per dieci anni. Se poi domani mattina arriva una proposta dalla Serie A e vogliono andare via non posso farci niente. Ci sono state richieste, ma per me possono partire solo se iniziano a battere i piedi, come Buso un anno fa. Li ritengo l'ossatura della squadra per la prossima stagione.
Il presidente, poi, ha iniziato a parlare a ruota libera: "Sinceramente nell'ultimo mese mi era passata un po' la voglia, ma ho preso un impegno per almeno due-tre anni e vado avanti. Se e quando andrò via, lo farò a testa alta. E terrò sotto la mia ala i ragazzini, che sono stati spettacolari. Sul resto... A Lecco c'è un Comune un po' particolare, fare calcio qui è difficile. L'Amministrazione fa poco per lo sport, il Centro sportivo del Bione è in quelle condizioni da anni, se ci sono cinque campi e ne funziona uno c'è qualcosa che non va. Con Gattinoni parlo dal primo giorno, ma evidentemente è una situazione che va avanti da anni, che si è creata ancora prima di lui. Io non punto il dito contro nessuno, parlo dei fatti. Un presidente deve mettere a disposizione i soldi per la squadra e la struttura organizzativa, inoltre deve affrontare i temi legati agli impianti. Il campo è a fine vita e cambiarlo costa 5-600.000 euro. Così com'è lo stadio può fare al massimo l'Eccellenza, neanche la Serie D, secondo me. A questo punto non escludo di valutare uno spostamento altrove, alla fine del prossimo campionato. Ed è veramente triste notare che non c'è un supporto, per questa situazione paghiamo noi ma anche chi fa altri sport, me ne sono reso conto parlando con la Canottieri – che è andata avanti per tanti anni grazie soprattutto ai volontari – ma anche pensando al Rugby che si allena sempre al Bione. E poi c'è il problema della cabina elettrica dello stadio: cosa succede se si blocca il generatore e perdiamo la partita a tavolino?".
Inevitabile, poi, affrontare il tema Linee Lecco: "Il Comune e la sua municipalizzata possono fare quello che vogliono, ma avevamo un contratto triennale per un valore di 50.000 euro, destinati ai viaggi della squadra. Peccato che a fine campionato ci è stato detto che avremmo potuto averne solo 25.000. Noi abbiamo rispettato gli accordi continuando ad affidarci a loro e a pagare le fatture, ma così non funziona. Ora ci faranno una nuova offerta e poi valuteremo che cosa fare".
E mentre allo stadio di via don Pozzi proseguono i lavori per la realizzazione di un "laboratorio tecnico" destinato all'allenatore e al suo staff – finanziato da uno sponsor – continua la ricerca di un campo in erba naturale per alcuni allenamenti settimanali, richiesto espressamente dal tecnico bluceleste per provare a ovviare ai problemi riscontrati dalla squadra in trasferta, dove difficilmente si trovano terreni da gioco in sintetico come quello lecchese. "Non ci sono aggiornamenti, ma qualcosa dovremo fare", ha proseguito Aliberti. "Abbiamo fatto un tentativo con il Comune di Oggiono, ma in cambio ci è stato chiesto di sistemare il campo e di mettere i fari per una convenzione lunga dieci anni. Al Rigamonti-Ceppi la priorità è il manto verde ma ci sarebbero tante cose da fare, se solo ci fossero i fondi: l'intaso va risolto in vistra dei test della Federazione, poi una parte sarà tagliata per migliorare il drenaggio prima della punzonatura per evitare gli allagamenti. Non vogliamo perdere punti per problemi tecnici. Dietro la tribuna abbiamo trovato una vasca di raccolta con una pompa funzionante di 27 anni fa, senza la quale finirebbe tutto nei bagni: cosa faccio, la lascio lì o la cambio? Vale per questo, per la caldaia, per gli spogliatoi…".
La speranza, insomma, è che la famiglia Aliberti possa ottenere soddisfazioni almeno dalla squadra, per non rischiare di perdere subito tutto quanto di buono costruito finora.
B.P.