Silenzio Radio, Bufera stampa
Cara Leccoonline
È stato fuori luogo, oltre che politicamente miope, l’abbandono ieri l'altro dell’aula consigliare da parte del centrodestra per la mancata conferma immediata delle dimissioni dell’assessora Alessandra Durante dopo lo scandalo svelato dei suoi insulti sui social volutamente nascosta dietro un profilo anonimo.
Ma ancora più grave, dopo ieri sera, è l’atteggiamento del Sindaco, che davanti a una bomba d’immagine e sostanza, ha deciso di mettersi a contare i granelli di sabbia.
Prendendosi tre giorni per “riflettere" sulle dimissioni ricevute dall’assessora.
Un tempo del tutto inutile, come l’attesa di un treno che non passerà.
La solidarietà e vicinanza umana è doverosa ma deve essere privata, la responsabilità politica deve essere ferma, pubblica, chiara.
La situazione è in più già deflagrata a livello nazionale e non solo. I media scrivono e riportano lo scandalo con toni di condanna che purtroppo nei commenti tracimano a volte in gogna e strumentalizzazione
Invece il Sindaco miope anche in questo, aggiungendo confusione a un danno d’immagine ormai irreparabile ha anche lasciato spazio a una narrazione surreale: quella di una possibile marcia indietro. (Che farà).
Le dimissioni però non sono un dono da rifiutare, non si mettono sul tavolo come carte da gioco. Da una parte si danno, irrevocabili e dall'altra si rispettano. Punto.
Rifiutarle sarebbe a dire: noi ci proteggiamo tra di noi.
L'assunzione tardiva di responsabilità dell'assessora Durante - che è anche l'unica ragione per cui si è svelato il suo nome dietro a "Membro anonimo 582" - non può essere risucchiato nel tritacarne della convenienza politica. Non si può scambiare responsabilità con strategia. Non stavolta.
Qui c’è solo da prendere atto di un fatto gravissimo e politicamente indifendibile.
E voltare pagina.
Subito.Ora.
Paolo Trezzi
È stato fuori luogo, oltre che politicamente miope, l’abbandono ieri l'altro dell’aula consigliare da parte del centrodestra per la mancata conferma immediata delle dimissioni dell’assessora Alessandra Durante dopo lo scandalo svelato dei suoi insulti sui social volutamente nascosta dietro un profilo anonimo.
Ma ancora più grave, dopo ieri sera, è l’atteggiamento del Sindaco, che davanti a una bomba d’immagine e sostanza, ha deciso di mettersi a contare i granelli di sabbia.
Prendendosi tre giorni per “riflettere" sulle dimissioni ricevute dall’assessora.
Un tempo del tutto inutile, come l’attesa di un treno che non passerà.
La solidarietà e vicinanza umana è doverosa ma deve essere privata, la responsabilità politica deve essere ferma, pubblica, chiara.
La situazione è in più già deflagrata a livello nazionale e non solo. I media scrivono e riportano lo scandalo con toni di condanna che purtroppo nei commenti tracimano a volte in gogna e strumentalizzazione
Invece il Sindaco miope anche in questo, aggiungendo confusione a un danno d’immagine ormai irreparabile ha anche lasciato spazio a una narrazione surreale: quella di una possibile marcia indietro. (Che farà).
Le dimissioni però non sono un dono da rifiutare, non si mettono sul tavolo come carte da gioco. Da una parte si danno, irrevocabili e dall'altra si rispettano. Punto.
Rifiutarle sarebbe a dire: noi ci proteggiamo tra di noi.
L'assunzione tardiva di responsabilità dell'assessora Durante - che è anche l'unica ragione per cui si è svelato il suo nome dietro a "Membro anonimo 582" - non può essere risucchiato nel tritacarne della convenienza politica. Non si può scambiare responsabilità con strategia. Non stavolta.
Qui c’è solo da prendere atto di un fatto gravissimo e politicamente indifendibile.
E voltare pagina.
Subito.Ora.
Paolo Trezzi
Paolo Trezzi