Lecco Film Fest: premi ai 'nuovi talenti' e ai corsisti della scuola estiva Opera prima. Dialogo con Storaro

Mattinata dedicata ai giovani, quella di oggi – sabato 5 luglio - del Lecco Film Fest. A Palazzo della Paure sono infatti stati celebrati i momenti finali del laboratorio per nuovi talenti al quale hanno partecipato sei ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia e della scuola estiva “Opera prima” che ha coinvolto le superiori.
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Vittorio Storaro in video-collegamento

I presenti hanno peraltro avuto l’occasione di  dialogare con Vittorio Storaro che sarebbe un grande direttore della fotografia, senonché egli stesso ha bandito questa definizione professionale preferendole quella di “autore della cinematografia” «perché il film è un’opera collettiva, la struttura cinematografica è come quella musicale e ha un solo direttore che è il regista». 
Comunque, per inquadrare il personaggio. Storaro, nato nel 1940, ha collaborato con i maggiori registi di tutto il mondo, ha ricevuto 70 premi alla carriera e 180 riconoscimenti internazionali tra cui tre Oscar per “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola, “Reds” di Warren Beatty e “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci.
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Sollecitato dalle domande degli stessi ragazzi, Storaro ha offerto qualche consiglio ispirato dalla propria esperienza ormai decennale: «Quello che facciamo è la nostra vita, quello che facciamo “siamo”». E allora non bisogna accettare tutti i lavori: «Per esempio, quando mi chiesero di collaborare con Woody Allen, volli prima leggere la sceneggiatura. Ho detto molti “no” perché non mi sentivo di fare parte di certi film. Anche per “Apocalypse now”, inizialmente mi chiedevo cosa c’entrassi io con un film di guerra, poi Coppola mi spiegò che in realtà trattava il tema della sovrapposizione di due culture. Ma è importante dire “no” se una storia non vi piace. Poi, certo, capisco che bisogna lavorare, si hanno una famiglia da mantenere e un appartamento da pagare… Io sono stato fortunato perché c’era mia moglie che aveva un'occupazione, e quindi un cappottino e la minestra per il figlio erano garantiti. E quindi, in certe occasioni, io potevo dire di no».

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Dopo il confronto con Storaro si è proceduto alla consegna degli attestati di partecipazione agli studenti delle scuole superiori che hanno partecipato a “Opera prima”, che affianca il festival lecchese fin dalla sua prima edizione, con l'obiettivo di avvicinare i giovani alla scrittura cinematografica e televisiva. Si tratta di un percorso di formazione sulla stesura drammaturgica e di una storia, sullo sviluppo dei personaggi e sugli elementi di una sceneggiatura. Il progetto è realizzato in collaborazione con la Fondazione comunitaria del Lecchese e con l’Istituto Giuseppe Toniolo.
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I ragazzi che hanno ricevuto il riconoscimento sono Nicolò Finetto e Giada Pendino del liceo linguistico “Bianconi” di Monza, Clara Bai e Irene Milani del liceo di Gallarate, nonché, per restare a Lecco, Esther Pepe e Ambra Tocchetti del “Manzoni”, Davide Edoardo Marino del “Grassi”, Nicolò Diamantini del “Bertacchi” ed Edoardo Consonni (universitario).
Successivamente l’attenzione si è spostata sul laboratorio “Nuovi talenti”, quest’anno alla seconda edizione. Si tratta di un percorso realizzato da registi al di sotto dei 35 anni residenti in Italia che, in occasione del festival, hanno seguito una fase di formazione con docenti ed esperti. I giovani partecipanti – sei quelli selezionati – hanno presentato il proprio progetto cinematografico.
D.C.
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