Cortabbio: penne nere in festa tra ricordo e pranzo tutti insieme
Si è tenuta domenica mattina ai giardinetti degli alpini a Cortabbio la tradizionale festa del locale gruppo di penne nere. Il corpo musicale Santa Cecilia ha accompagnato il corteo che si è recato al cimitero per il ricordo di quanti negli anni sono andati avanti.

Una volta tornati alla tensostruttura i partecipanti hanno assistito alla messa celebrata da don William Abbruzzese che quasi un anno fa – erano infatti i primi di settembre del 2024 - celebrava nel Santuario dedicato a Maria Bambina, la sua prima messa nel decanato della Valsassina.

Il sacerdote non ha nascosto la sua emozione per essere in quel luogo e per aver ascoltato la lettura dei nomi degli alpini che hanno perso la vita in guerra, sostenendo di sentire “la loro presenza in mezzo a tutti”. Nell’omelia invece si è rifatto ai brani del giorno e sulla necessità di “fare il primo passo per la riconciliazione”, riflettendo dunque su quanto questo avrebbe impedito lo scoppio di conflitti a tutti i livelli.
"La storia sia maestra, in modo di non ripetere gli eventi – ha chiosato il parroco, sottolineando per come purtroppo – stiamo ripetendo gli errori dei primi anni del novecento, tutto questo perché nessuno ammette di avere torto”. Nel suo secondo pensiero poi ha ricordato la prima Lettura dove Caino con il suo fare materiale si lamenta di ogni cosa, mentre Abele lavora e sta in silenzio, quindi viene ucciso dal fratello perché pensava così di liberarsi del problema, che invece “rimane dentro".

Al termine della messa il pranzo cucinato dagli alpini, a base di polenta taragna e specialità alla griglia ha sfamato tutti i presenti.

Una volta tornati alla tensostruttura i partecipanti hanno assistito alla messa celebrata da don William Abbruzzese che quasi un anno fa – erano infatti i primi di settembre del 2024 - celebrava nel Santuario dedicato a Maria Bambina, la sua prima messa nel decanato della Valsassina.

Il sacerdote non ha nascosto la sua emozione per essere in quel luogo e per aver ascoltato la lettura dei nomi degli alpini che hanno perso la vita in guerra, sostenendo di sentire “la loro presenza in mezzo a tutti”. Nell’omelia invece si è rifatto ai brani del giorno e sulla necessità di “fare il primo passo per la riconciliazione”, riflettendo dunque su quanto questo avrebbe impedito lo scoppio di conflitti a tutti i livelli.

Al termine della messa il pranzo cucinato dagli alpini, a base di polenta taragna e specialità alla griglia ha sfamato tutti i presenti.
M.A.