Lecco, circonvenzione di incapace: condanna a 5 anni e provvisionale da 100mila € per la cartomante 48enne
Una condanna pesantissima quella che attorno alle 16.15 di oggi il giudice Martina Beggio ha emesso nei confronti della cartomante finita a giudizio per maltrattamenti, circonvenzione di incapace, appropriazione indebita, sostituzione di persona e indebito utilizzo di carte di credito.
Ad esclusione dei maltrattamenti, il magistrato l'ha ritenuta colpevole dei restanti capi di imputazione, commessi a danno di un sessantenne lecchese, e l'ha condannata a 5 anni di reclusione, e a una provvisionale di 100mila euro (60 giorni per il deposito della sentenza)
Accuse pesantissime dalle quali la donna aveva tentato di difendersi proponendo una versione dei fatti totalmente diversa rispetto a quella per cui era comparsa in tribunale.

La vicenda, consumatasi tra il 2019 e il 2021, aveva avuto come protagonista l'imputata, classe 1977, all'epoca dei fatti veggente e cartomante operante della bergamasca, e un sessantenne lecchese che si era recato da lei tramite una inserzione pubblicitaria per avere lumi sul futuro e di allargare le proprie conoscenze. L'assidua frequentazione tra i due era sfociata in un rapporto molto stretto, di amicizia profonda e di mutuo aiuto (secondo l'imputata), fino ad arrivare a un periodo di convivenza sotto lo stesso tetto.
Un legame, però, degenerato, con l'uomo diventato oggetto di vessazioni, maltrattamenti e non più in grado di "liberarsi" dalla donna che utilizzava i suoi beni e il suo denaro, cagionandogli importanti danni e ammanchi.
Alla versione dell'uomo, assistito dall'avvocato Alessandra Carsana, si era opposta quella dell'imputata che aveva deposto nella precedente udienza, parlando di un rapporto stretto di sostegno vicendevole, per nulla gravato da vincoli e necessità economiche. Tanto che la notizia della denuncia a suo carico era giunta come un fulmine a ciel sereno.
Quest’oggi l’avvocato difensore della donna ha tentato, punto per punto, di smontare le tesi della pubblica accusa passando in rassegna tutti i capi di imputazione. Ha così parlato di una donna sola, senza una rete famigliare e gravata da una combinazione di povertà emotiva, sociale ed economica ma che non aveva mai usato alcun mezzo fraudolento per ottenere vantaggi dal sessantenne lecchese. Nessuna sostituzione di persona e meno ancora l’utilizzo non consentito della carta di credito della parte civile, sempre presente agli acquisti.
Il giudice però, pur “scontandole” un anno e mezzo rispetto a quanto chiesto dal pubblico ministero (6 anni e mezzo e 1500 euro di multa), ha sentenziano la condanna con una provvisionale di 100mila euro da versare alla parte civile.
Ad esclusione dei maltrattamenti, il magistrato l'ha ritenuta colpevole dei restanti capi di imputazione, commessi a danno di un sessantenne lecchese, e l'ha condannata a 5 anni di reclusione, e a una provvisionale di 100mila euro (60 giorni per il deposito della sentenza)
Accuse pesantissime dalle quali la donna aveva tentato di difendersi proponendo una versione dei fatti totalmente diversa rispetto a quella per cui era comparsa in tribunale.

La vicenda, consumatasi tra il 2019 e il 2021, aveva avuto come protagonista l'imputata, classe 1977, all'epoca dei fatti veggente e cartomante operante della bergamasca, e un sessantenne lecchese che si era recato da lei tramite una inserzione pubblicitaria per avere lumi sul futuro e di allargare le proprie conoscenze. L'assidua frequentazione tra i due era sfociata in un rapporto molto stretto, di amicizia profonda e di mutuo aiuto (secondo l'imputata), fino ad arrivare a un periodo di convivenza sotto lo stesso tetto.
Un legame, però, degenerato, con l'uomo diventato oggetto di vessazioni, maltrattamenti e non più in grado di "liberarsi" dalla donna che utilizzava i suoi beni e il suo denaro, cagionandogli importanti danni e ammanchi.
Alla versione dell'uomo, assistito dall'avvocato Alessandra Carsana, si era opposta quella dell'imputata che aveva deposto nella precedente udienza, parlando di un rapporto stretto di sostegno vicendevole, per nulla gravato da vincoli e necessità economiche. Tanto che la notizia della denuncia a suo carico era giunta come un fulmine a ciel sereno.
Quest’oggi l’avvocato difensore della donna ha tentato, punto per punto, di smontare le tesi della pubblica accusa passando in rassegna tutti i capi di imputazione. Ha così parlato di una donna sola, senza una rete famigliare e gravata da una combinazione di povertà emotiva, sociale ed economica ma che non aveva mai usato alcun mezzo fraudolento per ottenere vantaggi dal sessantenne lecchese. Nessuna sostituzione di persona e meno ancora l’utilizzo non consentito della carta di credito della parte civile, sempre presente agli acquisti.
Il giudice però, pur “scontandole” un anno e mezzo rispetto a quanto chiesto dal pubblico ministero (6 anni e mezzo e 1500 euro di multa), ha sentenziano la condanna con una provvisionale di 100mila euro da versare alla parte civile.
S.V.