Omicidio di Temù: per il trio criminale confermato l'ergastolo
La Cassazione ha messo la parola fine sul caso dell'omicidio di Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù, confermando l'ergastolo per le due figlie Paola e Silvia Zani e per il fidanzato di quest'ultima Mirto Milani, residente nella bergamasca ma cresciuto tra Olginate e Calolziocorte.
I giudici della prima sezione penale hanno respinto i ricorsi presentati dai tre imputati - ritenendoli inammissibili - e hanno confermato il triplice ergastolo, disponendo anche l'isolamento diurno per sei mesi.

Il "trio criminale" l'8 maggio 2021 - nella ricorrenza della festa della mamma - a Temù aveva ordito l'assassinio della donna, stordendola con dei muffin infarciti con benzodiazepine, per poi soffocarla nel letto e occultarne il cadavere, rinvenuto mesi dopo nel greto del fiume Oglio. Inizialmente i tre avevano fatto credere che la congiunta non fosse rincasata dopo una escursione in solitaria sui monti che sovrastano l'abitato.
Un tentativo di depistaggio presto naufragato: il corpo era stato trovato tre mesi dopo e poco alla volta il cerchio che si era stretto attorno alle due figlie e a Milani, fino alla loro confessione. Affrontati i tre gradi di giudizio, ieri sulla vicenda giudiziaria è calato il sipario con la conferma dell'ergastolo.
Una sentenza che ricalca dunque quella disposta in appello oltre un anno fa; a questo proposito la Corte d'Assise di Brescia, nelle motivazioni alla sua sentenza, aveva messo nero su bianco come all'origine dell'omicidio non ci sarebbero state questioni economiche, né tanto meno l'odio verso la donna. Il motivo principale del gesto sarebbe invece da ricercare nella volontà di celebrare la coesione tra le sorelle e il calolziese.
I giudici della prima sezione penale hanno respinto i ricorsi presentati dai tre imputati - ritenendoli inammissibili - e hanno confermato il triplice ergastolo, disponendo anche l'isolamento diurno per sei mesi.

La vittima, Laura Ziliani
Il "trio criminale" l'8 maggio 2021 - nella ricorrenza della festa della mamma - a Temù aveva ordito l'assassinio della donna, stordendola con dei muffin infarciti con benzodiazepine, per poi soffocarla nel letto e occultarne il cadavere, rinvenuto mesi dopo nel greto del fiume Oglio. Inizialmente i tre avevano fatto credere che la congiunta non fosse rincasata dopo una escursione in solitaria sui monti che sovrastano l'abitato.
Un tentativo di depistaggio presto naufragato: il corpo era stato trovato tre mesi dopo e poco alla volta il cerchio che si era stretto attorno alle due figlie e a Milani, fino alla loro confessione. Affrontati i tre gradi di giudizio, ieri sulla vicenda giudiziaria è calato il sipario con la conferma dell'ergastolo.
Una sentenza che ricalca dunque quella disposta in appello oltre un anno fa; a questo proposito la Corte d'Assise di Brescia, nelle motivazioni alla sua sentenza, aveva messo nero su bianco come all'origine dell'omicidio non ci sarebbero state questioni economiche, né tanto meno l'odio verso la donna. Il motivo principale del gesto sarebbe invece da ricercare nella volontà di celebrare la coesione tra le sorelle e il calolziese.
