La Valle 'fa scuola' per gli studenti dell'Università di Pollenzo
L'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo è una realtà che non ha bisogno di presentazione. Nata nel 2004, a Bra, su iniziativa dell'associazione internazionale Slow Food con la collaborazione delle regioni Piemonte ed Emilia Romagna, proporre un’offerta didattica completa e unica nel suo genere, attraendo studenti da decine di Paese diversi, interessati all’originale progetto formativo che, coniugando studio, pratica e viaggi didattici in tutto il mondo, consente loro di operare per sviluppare i futuri scenari del cibo.

In tale contesto, la Valsassina e la Valvarrone sono state selezionate quale meta per un tour proposto agli iscritti al primo anno. Un'uscita di più giorni che ha portato gli alunni ad esplorare le produzioni tipiche dell’ambiente montano-alpino, caratterizzate dall'artigianalità e da un'economia di microscala, toccando con mano, direttamente in loco, pregi e difetti della vita “in quota”.

Premana il punto d'arrivo, raggiunto facendo tappa ad Introbio da Res Naturae e a Crandola al ristorante Da Gigi; prima ancora non è mancata una sosta all’azienda agricola Claudio Pigazzi di Pasturo come pure all’Agriturismo Oneda, all’enotrattoria Bellavista di Sueglio e all’apicoltura Mielissa di Dervio. Poi, la salita l’alpeggio di Caprecolo dove le 14 matricole dell’UNISG, hanno potuto testare la “vita del pastore”, grazie alla Malga Val Fraina.

Il gruppo infatti, ha visto da vicino la produzione del formaggio d’alpe, rispettando gli orari di lavoro, affiancando nella quotidianità il titolare dell’azienda agricola Cristian Fazzini e le sue aiutanti, “bravissime ragazze - come le ha definite Federica Pozzi, la guida gastronomica dell’Università - che ci hanno offerto ospitalità”.

Tanto l’entusiasmo degli studenti che in Val Fraina hanno potuto vedere l’impegno dei giovani che hanno riscoperto, attraverso i lavori dell’alpeggio, le produzioni locali introducendo al tempo stesso novità, come la creazione delle mozzarelle, inusuale in tale ambiente. Senza dimenticare il recupero dell'alpe stessa, portata avanti da Fazzini, andando incontro a esigenze mutate nel tempo, mantenendo alti gli standard delle materie prime, a cominciare dal latte.


Premana, dunque, ancora una volta ha giocato un ruolo da protagonista: nota in tutto il mondo per le sue lame, è entrata anche, facendo scuola con la sua offerta nell'università, in UNISG, lasciando il segno. Alcuni studenti hanno chiesto infatti all'alpeggiatore di poter portare, soggiornando ancora in Val Fraina, per continuare ad assorbire saperi e sapori locali.

Il gruppo in alpeggio
In tale contesto, la Valsassina e la Valvarrone sono state selezionate quale meta per un tour proposto agli iscritti al primo anno. Un'uscita di più giorni che ha portato gli alunni ad esplorare le produzioni tipiche dell’ambiente montano-alpino, caratterizzate dall'artigianalità e da un'economia di microscala, toccando con mano, direttamente in loco, pregi e difetti della vita “in quota”.


Premana il punto d'arrivo, raggiunto facendo tappa ad Introbio da Res Naturae e a Crandola al ristorante Da Gigi; prima ancora non è mancata una sosta all’azienda agricola Claudio Pigazzi di Pasturo come pure all’Agriturismo Oneda, all’enotrattoria Bellavista di Sueglio e all’apicoltura Mielissa di Dervio. Poi, la salita l’alpeggio di Caprecolo dove le 14 matricole dell’UNISG, hanno potuto testare la “vita del pastore”, grazie alla Malga Val Fraina.


Il gruppo infatti, ha visto da vicino la produzione del formaggio d’alpe, rispettando gli orari di lavoro, affiancando nella quotidianità il titolare dell’azienda agricola Cristian Fazzini e le sue aiutanti, “bravissime ragazze - come le ha definite Federica Pozzi, la guida gastronomica dell’Università - che ci hanno offerto ospitalità”.


Tanto l’entusiasmo degli studenti che in Val Fraina hanno potuto vedere l’impegno dei giovani che hanno riscoperto, attraverso i lavori dell’alpeggio, le produzioni locali introducendo al tempo stesso novità, come la creazione delle mozzarelle, inusuale in tale ambiente. Senza dimenticare il recupero dell'alpe stessa, portata avanti da Fazzini, andando incontro a esigenze mutate nel tempo, mantenendo alti gli standard delle materie prime, a cominciare dal latte.


Premana, dunque, ancora una volta ha giocato un ruolo da protagonista: nota in tutto il mondo per le sue lame, è entrata anche, facendo scuola con la sua offerta nell'università, in UNISG, lasciando il segno. Alcuni studenti hanno chiesto infatti all'alpeggiatore di poter portare, soggiornando ancora in Val Fraina, per continuare ad assorbire saperi e sapori locali.
M.A.