Lecco: sparò fuori di casa del vicino, 6 mesi (per minacce) a un trapper

Il vpo Pietro Bassi aveva chiesto per Augustin Ameyibor - trapper noto ai suoi followers come ''Big Ceo'' - una condanna a 3 anni e 3 mesi di reclusione e una multa di 5mila euro per violazione della legge sulle armi e minaccia aggravata. La pena sentenziata dal giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi è stata invece più lieve: sei mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali.
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I fatti risalgono al 2019 quando l'imputato - insieme a due connazionali di origine africana - si sarebbe recato sotto casa del vicino, in Viale Turati a Lecco, citofonando. A rispondere la moglie che aveva riferito dell’assenza del marito, in quel momento al lavoro.
Una comunicazione che avrebbe però suscitato l’irritazione dei tre, in particolare di Ameyibor che avrebbe iniziato a inveire, fino a sparare un colpo di pistola.
Terrorizzata la donna avrebbe allora chiamato il consorte raccontandogli l’accaduto e indicando nell’imputato la persona che aveva "fatto fuoco".
Le forze dell'ordine, intervenute successivamente, si erano prodigate nel cercare l’arma, senza trovarla, sottoponendo poi i vestiti del soggetto all’esame per rilevare eventuali tracce di polvere da sparo, effettivamente rinvenute su un abito.
Mentre il destinatario delle presunte minacce avrebbe riferito di conoscere l’imputato, in quanto cresciuto a poca distanza, ma di non avere alcun rapporto debitorio nei suoi confronti, diversa è stata la versione resa dalla controparte. 
Tradotto in aula la scorsa udienza dalla polizia penitenziaria - in quanto all'epoca ai domiciliari per violazione degli obblighi di arresti domiciliari cui era sottoposto per atti persecutori nei confronti della compagna - il giovane ha dichiarato di conoscere solo di vista l’accusante.
A dare spiegazione delle fotografie rinvenute dagli operanti sul cellulare nel momento della perquisizione, che lo ritraevano mentre imbracciava delle armi, è stato lo stesso imputato. Ameyibor ha spiegato al giudice che gli scatti risalivano a un paio di settimane prima, la notte di capodanno tra il 2018 e il 2019 ed erano state realizzate, con armi ''a salve'', proprio per essere inserite in un videoclip.
Stamani la sentenza del giudice Bianchi che ha posto la parola fine alla vicenda giudiziaria in primo grado, condannando ''Big Ceo''  - non comparso, assistito di fiducia dall'avvocato Vecchioni del Foro di Milano - a sei mesi per le minacce, assolvendolo invece per la contestazione relativa alla detenzione dell'arma.
G.C.
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