Bellano: Andrea Vitali presenta al pubblico di casa il suo primo giallo per bambini
Pubblico inusuale quest'oggi per lo scrittore bellanese Andrea Vitali: nel cortile del municipio di casa, l'autore ha presentato infatti a tanti bambini il suo primo mini giallo, dedicato ai piccoli dai 6 agli 8 anni. “Il mistero del bambino senza parole” il titolo del libro, edito da Battello a vapore.

Originale anche la modalità con cui Vitali e la bibliotecaria Donata Gottifredi hanno introdotto alla storia, interagendo con gli spettatori da subito coinvolti con una serie di domande. La primissima non poteva che essere "Cos'è un giallo?" con la risposta caduta subito sul colore, per poi arrivare a dare, coralmente, una definizione al genere letterio. "I gialli sono dei libri che contengono un mistero”, è stato detto, per poi aggiustare il tiro parlando di enigmi, da risolvere.

Si è entrati così nella storia, con Vitali che ha invitato a immaginare un bambino, figlio unico, abitante di una casa un po' isolata, accanto ad un bosco, consapevole di essere un po' solo, per chiedere dunque ai piccoli uditori di immedesimarsi nel protagonista del volume il cui punto di partenza è la “necessità di avere un amico con cui giocare”. Ed è così, in tale scenario, che un albero del giardino diventa compagno di giochi. Una pianta, insomma, che, come appurato dallo scrittore "interrogando" la platea in effetti “è una cosa viva e ha le stesse nostre emozioni”. Un albero, è stato sostenuto, “può essere molto allegro quando fiorisce, quando mette le foglie, produce i frutti, così come noi con la bella stagione, mentre diventa un po' triste quando in autunno perde le foglie e in inverno è completamente spoglio ed esposto alla pioggia e la neve, come noi che usciamo poco di casa per il freddo”.
Stabilito ciò, nel libro viene dunque raccontata l’importanza “della natura che ci circonda”, senza avere però una morale come nelle favole.
Ma l'attenzione è anche sul linguaggio, con l'albero che nel diventare amico del bambino di fatto capisce le necessità di quest'ultimo.
Ed è proprio quando è arrampicato su un ramo della pianta diventata passatempo che l'intraprendente protagonista del racconto riesce a scorgere casa, oltre il bosco con una finestra illuminata, decidendo di andare personalmente a vedere se laggiù c'è dunque un altro bambino come lui. Bambino che, effettivamente, c'è ma... non parla. Provata una grossa delusione la voce narrante del racconto torna a casa. Dopo l’estate, arriva l’autunno e le foglie dell'albero in giardino cadono, tutte tranne una, che rimane attaccata fino a raggiungere un libro sul comodino dell'amico, portandolo ad avere l'intuizione gli permetterà di risolvere “Il mistero del bambino senza parole”.
Assicurando di non voler "insegnare niente a nessuno", Vitali ha confessato alla platea di aver tratto ispirazione anche dal suo vissuto personale, riuscendo a riscuotere anche tra i piccoli lettori lo stesso successo a cui è abituato con gli adulti.

Andrea Vitali con i piccoli lettori Asia, Virginia e Davide
Originale anche la modalità con cui Vitali e la bibliotecaria Donata Gottifredi hanno introdotto alla storia, interagendo con gli spettatori da subito coinvolti con una serie di domande. La primissima non poteva che essere "Cos'è un giallo?" con la risposta caduta subito sul colore, per poi arrivare a dare, coralmente, una definizione al genere letterio. "I gialli sono dei libri che contengono un mistero”, è stato detto, per poi aggiustare il tiro parlando di enigmi, da risolvere.

Lo scrittore e la bibliotecaria Donata Gottifredi
Si è entrati così nella storia, con Vitali che ha invitato a immaginare un bambino, figlio unico, abitante di una casa un po' isolata, accanto ad un bosco, consapevole di essere un po' solo, per chiedere dunque ai piccoli uditori di immedesimarsi nel protagonista del volume il cui punto di partenza è la “necessità di avere un amico con cui giocare”. Ed è così, in tale scenario, che un albero del giardino diventa compagno di giochi. Una pianta, insomma, che, come appurato dallo scrittore "interrogando" la platea in effetti “è una cosa viva e ha le stesse nostre emozioni”. Un albero, è stato sostenuto, “può essere molto allegro quando fiorisce, quando mette le foglie, produce i frutti, così come noi con la bella stagione, mentre diventa un po' triste quando in autunno perde le foglie e in inverno è completamente spoglio ed esposto alla pioggia e la neve, come noi che usciamo poco di casa per il freddo”.
Stabilito ciò, nel libro viene dunque raccontata l’importanza “della natura che ci circonda”, senza avere però una morale come nelle favole.

Ed è proprio quando è arrampicato su un ramo della pianta diventata passatempo che l'intraprendente protagonista del racconto riesce a scorgere casa, oltre il bosco con una finestra illuminata, decidendo di andare personalmente a vedere se laggiù c'è dunque un altro bambino come lui. Bambino che, effettivamente, c'è ma... non parla. Provata una grossa delusione la voce narrante del racconto torna a casa. Dopo l’estate, arriva l’autunno e le foglie dell'albero in giardino cadono, tutte tranne una, che rimane attaccata fino a raggiungere un libro sul comodino dell'amico, portandolo ad avere l'intuizione gli permetterà di risolvere “Il mistero del bambino senza parole”.
Assicurando di non voler "insegnare niente a nessuno", Vitali ha confessato alla platea di aver tratto ispirazione anche dal suo vissuto personale, riuscendo a riscuotere anche tra i piccoli lettori lo stesso successo a cui è abituato con gli adulti.
M.A.