Leo Callone tra un mese compie 80 anni: il racconto della sua carriera
“Per me il nuoto è stata un'ancora di salvezza. Ero nato per respirare l'acqua” così ha iniziato a raccontarsi Leo Callone, campione di nuoto in acque libere (ormai pronto a spegnere le sue ottanta candeline), ospite l'altra sera dell'incontro organizzato dall'associazione La Semina.
In diretta da Lierna, nella meravigliosa cornice di quel lago che è stato teatro di tante sue imprese sportive, il “Caimano del Lario” è stato il protagonista della videoconferenza trasmessa live sui canali social dell'associazione culturale, con il coordinamento di Davide Baratto.
Nato il 26 agosto 1945 a Mandello, Leo ha scoperto fin dalla tenera età il proprio amore per l'acqua, trasformata in passione sportiva quando, a soli 10 anni, ha iniziato ad osservare la squadra dei Canottieri che si allenava vicino a casa: “quando li vedevo cercavo di andargli dietro e l'allenatore mi sgridava” ha ricordato ridendo, memore soprattutto della rivincita che avrebbe avuto poco dopo, quando sarebbe riuscito a dimostrare il proprio talento in una sfida: “ho perseverato per un paio di mesi, cercando di carpire tutto quello che lui insegnava. Finché un giorno ho provato a fare la traversata del lago con loro”.
In tre domeniche, partendo la prima volta dieci minuti prima della squadra, poi cinque ed infine insieme al gruppo, il piccolo Leo è sempre riuscito a spuntarla rispetto agli altri atleti, ben più preparati ed esperti di lui. Così, a soli 12 anni, è arrivato il momento del debutto, con la sua prima traversata, in cui si è classificato 7° su 50 partenti da tutto il mondo, dai 15 anni in su. Già da allora tutti i giornali lo indicavano come la promessa del nuoto nazionale. Le soddisfazione e le medaglie si sono poi susseguite negli anni e già la sua fama lo precedeva quando per la prima volta un giornalista locale gli affibbiò il titolo di “Caimano del Lario”.
Nella sua carriera si è stimato che abbia coperto 100.000 km, contando importanti competizioni come la traversata del canale della Manica, lo Stretto di Messina e quella che ricorda come la sua gara più fredda: quella nelle acque del lago di Loch Ness, in Scozia. “Era come guardare l'inchiostro, tanto era scura. É stata una sofferenza tale che ogni tanto avevo la tentazione di salire in barca... un po' avevo anche paura del mostro” ha raccontato.
Nel descrivere, invece, la traversata più piacevole del proprio vissuto sportivo ha detto: “Mi sembra di averla bevuta in un sorso”. Fa sorridere pensare che si riferisse allo Stretto di Messina, sfida raccolta per beneficenza e portata a termine solo l'anno scorso, alla bellezza di 79 anni compiuti.
Sono quasi 25 anni, infatti, che Callone si occupa di far del bene agli altri, dalla morte del suo amato figlio Nicola, morto a 25 anni in un incidente stradale, nel novembre del 2000: “non ho più nuotato per un anno: prima nuotavo per la medaglia, per la vittoria. Poi da lì ho capito che non era importante gareggiare per vincere, ma cercare di sfruttare le proprie capacità per aiutare qualcuno”. L'occasione si presentò proprio mentre pregava sulla tomba del figlio, nella persona di un padre comboniano: gli propose di tornare a nuotare in nome di Nicola e da lì, con le proprie imprese il “Caimano del Lario” è riuscito a donare prima delle borse di studio, e poi a raccogliere il denaro necessario per costruire una scuola e un ospedale in Guatemala. Il tutto con la collaborazione di aziende e generosi privati cittadini della zona.
L'ultima sfida, ha spiegato Davide Baratto, in cui si sta cimentando il nuotatore è quella di ottenere la laurea honoris causa in Scienze Motorie da poter dedicare al figlio: “sarebbe il coronamento di una vita dedicata allo sport e ai valori sportivi”.
L'insegnamento che dà oggi ai ragazzi, negli incontri con le scolaresche e sui propri canali social è infatti quello di fare sport: “Non perché debbano diventare campioni, ma perché lo sport insegna a socializzare e a fare sacrifici”.
Oggi, con innumerevoli onorificenze alle spalle, fra cui la nomina di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, la cittadinanza onoraria in diversi comuni del Lago ed il privilegio di essere ricevuto da Papa Benedetto XVI, Leo attende di festeggiare in grande i suoi 80 anni: il suo compleanno sarà infatti celebrato con il patrocinio del comune di Mandello il 30 agosto, quando, attorniato dalle Lucie, si tufferà nelle acque del lago di Lecco (in frazione Moregallo) per arrivare a Mandello, dove lo si attenderà per la proiezione del film che racconta la sua vita (“100 milioni di bracciate”).
Un appuntamento a cui La Semina, hanno assicurato Pierangelo Marucco e il presidente Stefano Covino, non mancherà.
In diretta da Lierna, nella meravigliosa cornice di quel lago che è stato teatro di tante sue imprese sportive, il “Caimano del Lario” è stato il protagonista della videoconferenza trasmessa live sui canali social dell'associazione culturale, con il coordinamento di Davide Baratto.


Callone alla traversata Onno-Mandello del 2019
In tre domeniche, partendo la prima volta dieci minuti prima della squadra, poi cinque ed infine insieme al gruppo, il piccolo Leo è sempre riuscito a spuntarla rispetto agli altri atleti, ben più preparati ed esperti di lui. Così, a soli 12 anni, è arrivato il momento del debutto, con la sua prima traversata, in cui si è classificato 7° su 50 partenti da tutto il mondo, dai 15 anni in su. Già da allora tutti i giornali lo indicavano come la promessa del nuoto nazionale. Le soddisfazione e le medaglie si sono poi susseguite negli anni e già la sua fama lo precedeva quando per la prima volta un giornalista locale gli affibbiò il titolo di “Caimano del Lario”.

Leo Callone con il riconoscimento ottenuto da Mandello nel 60° di nuoto agonistico
Nella sua carriera si è stimato che abbia coperto 100.000 km, contando importanti competizioni come la traversata del canale della Manica, lo Stretto di Messina e quella che ricorda come la sua gara più fredda: quella nelle acque del lago di Loch Ness, in Scozia. “Era come guardare l'inchiostro, tanto era scura. É stata una sofferenza tale che ogni tanto avevo la tentazione di salire in barca... un po' avevo anche paura del mostro” ha raccontato.


Leo Callone scorta Andrea Oriana all'arrivo di quest'ultimo a Lecco dopo la discesa in 18 ore a nuovo da Colico nel 2020
Sono quasi 25 anni, infatti, che Callone si occupa di far del bene agli altri, dalla morte del suo amato figlio Nicola, morto a 25 anni in un incidente stradale, nel novembre del 2000: “non ho più nuotato per un anno: prima nuotavo per la medaglia, per la vittoria. Poi da lì ho capito che non era importante gareggiare per vincere, ma cercare di sfruttare le proprie capacità per aiutare qualcuno”. L'occasione si presentò proprio mentre pregava sulla tomba del figlio, nella persona di un padre comboniano: gli propose di tornare a nuotare in nome di Nicola e da lì, con le proprie imprese il “Caimano del Lario” è riuscito a donare prima delle borse di studio, e poi a raccogliere il denaro necessario per costruire una scuola e un ospedale in Guatemala. Il tutto con la collaborazione di aziende e generosi privati cittadini della zona.
Alla presentazione nel 2016 del film sulla sua storia
L'ultima sfida, ha spiegato Davide Baratto, in cui si sta cimentando il nuotatore è quella di ottenere la laurea honoris causa in Scienze Motorie da poter dedicare al figlio: “sarebbe il coronamento di una vita dedicata allo sport e ai valori sportivi”.
L'insegnamento che dà oggi ai ragazzi, negli incontri con le scolaresche e sui propri canali social è infatti quello di fare sport: “Non perché debbano diventare campioni, ma perché lo sport insegna a socializzare e a fare sacrifici”.
Oggi, con innumerevoli onorificenze alle spalle, fra cui la nomina di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, la cittadinanza onoraria in diversi comuni del Lago ed il privilegio di essere ricevuto da Papa Benedetto XVI, Leo attende di festeggiare in grande i suoi 80 anni: il suo compleanno sarà infatti celebrato con il patrocinio del comune di Mandello il 30 agosto, quando, attorniato dalle Lucie, si tufferà nelle acque del lago di Lecco (in frazione Moregallo) per arrivare a Mandello, dove lo si attenderà per la proiezione del film che racconta la sua vita (“100 milioni di bracciate”).
Un appuntamento a cui La Semina, hanno assicurato Pierangelo Marucco e il presidente Stefano Covino, non mancherà.
F.F.