Bollettino del Santuario di San Girolamo/7: madri e soldati al fronte in cerca di protezione. Storia di un 'miracolato' in Africa
Quando esce il Bollettino numero 7 del Santuario di San Girolamo, nel luglio del 1915, è passato poco più di un mese da quel 24 maggio che ha segnato l'entrata in Guerra dell'Italia. Il conflitto già dilaga anche nelle pagine dell'informatore, istituito all'inizio di quello stesso anno e arrivato, poi, di edizione in edizione, fino ai giorni nostri.
“San Girolamo e la tragica ora che volge” è il titolo di una delle colonne, in quarta pagina, interamente dedicata a quanti invocano il fondatore dei somaschi "affinché benedica le armi italiane e salvi i loro figli, i loro sposi o fratelli combattenti sul fronte".
A raccontare il dramma di una nazione, sono le lettere di chi si rivolge ai Padri. "Una madre ci scrive: "...preghi per carità, preghi molto San Girolamo per i miei tre figli ora richiamati: che li protegga e dopo di aver servito con zelo la cara patria, li ritorni alla cara famiglia". Un'altra madre il 29 Giugno ci narrò averle scritto suo figlio combattente sul fronte che era rimasto incolume in ben quattro assalti col nemico, grazie alla protezione di San Girolamo la cui medaglia egli portava al collo. Questa madre - annotano i curatore del Bollettino - era venuta al Santuario per ringraziare San Girolamo e per pregarlo di continuare la sua protezione a suo figlio".
E vorrebbe una medaglietta anche il soldato F.A. Della 10? Compagnia, 35^ divisione MM del 160° Reggimento: lo scrive ai suoi cari, suggerendo loro di farla benedire e spedigliela. Chiedono invece "semplicemente" ai loro famigliari di essere raccomandati al Santo i soldati Giulio Bonacina e Alessandro Amigoni mentre il commilitone Giovanni Riva, scrive ai suoi di non inviargli denaro ma di far dire una messa a Somasca. Stessa richiesta fatta pervenire direttamente al Santuario da un caporale, inviando "dalla zona di guerra", 5 lire per due funzioni. "E parimenti - riporta il notiziario - per ottenere la salvezza dei loro fratelli e sposi combattenti, e per il trionfo delle ami nostre, durante il mese tutte le mattine alle 4, otto giovani donne di Vercurago ascesero devotamente la scala santa. Alle quali succedeva un gruppo di altre undici giovani alle 7".
Sono i somaschi stessi, poi, come già a giugno, a chiedere, tramite l'informatore preghiere per religiosi del loro ordine sotto le armi. In numero crescente: 14 i nomi elencati, contro i 7 del Bollettino numero 6: Padre Jossa Amedeo, P. Cerbara Angelo, P. Martinelli Raffaele, P. Salvatore Nicola, P. Meda Vincenzo, Chierico Balestrini Giuseppe, ch. Stefani Bartolomeo, ch. Felici Carlo, ch. Gazzolo Emanuele, ch. Marini Domenico, ch. Tagliaferro Cesare, ch. De Sario Giovanni, ch. Turco Guglielmo, fratel Pilon Leone.
E per i fedeli in apprensione per le sorti dei soldati, potrebbe essere stato scelto, per infondere speranza, il testo firmato "una devota di San Girolamo", con la donna pronta a narrare della grazia ricevuta in Libia, nel 1911, da un giovane bersagliere, protetto durante "la gloriosa campagna d'Africa" e tornato ad affidarsi "al suo scudo e alla sua corazza" ora che è nuovamente chiamato al fronte, "così da potere un giorno, dopo aver cooperato alla grandezza d'Italia nostra, ritornare sano e salvo in seno alla sua diletta famiglia".
Di seguito il testo completo di questa storia...