Caso monopattini: e se la colpa non fosse del mezzo, ma di coloro che li usano?

Auto parcheggiate in doppia fila, o sulle strisce pedonali? Conducenti ubriachi che sfrecciano contromano? Finalmente abbiamo la soluzione: vietiamo le auto!
Qualsiasi persona dotata di buon senso si metterebbe a ridere davanti a un’affermazione del genere. Eppure, in questa stanca estate lecchese dove a tener banco da settimane è la vicenda dei monopattini elettrici in sharing, quotidianamente sui social network tocca leggere un’argomentazione in tutto e per tutto uguale: ci sono i mezzi “abbandonati” sui marciapiedi, o che sfrecciano a zigzag nel traffico? Abbiamo la soluzione: vietiamo i monopattini! Logico, no?
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Ma facciamo un passo indietro e procediamo con ordine. Come ormai noto, da circa un mese anche a Lecco c’è la possibilità di noleggiare i monopattini elettrici messi a disposizione da Dott in virtù di una convenzione con il Comune di Lecco. Un successo, almeno stando ai dati forniti dall’assessore alla mobilità, Renata Zuffi: oltre 1.500 corse nei primi 10 giorni.
Parallelamente, però, in particolare sul web, sono partite le polemiche: molti utenti si lamentano che questi mezzi vengono abbandonati in giro dagli utenti, o che chi usa i monopattini per destreggiarsi nel traffico può causare potenziali pericoli per chi è sulla strada. La soluzione proposta? Vietare i monopattini.
Ora, come dicevamo in apertura, nessuna persona ragionevole si sognerebbe di vietare la circolazione tout court alle auto solo perché qualche automobilista indisciplinato parcheggia dove non si può, o guida in una maniera tale da creare pericoli per gli altri conducenti. Lo stesso dovrebbe valere anche per i monopattini: il problema non è nel mezzo, ma in chi lo usa.
Il polverone che si è alzato in città in queste settimane ha incuriosito chi scrive, che ha deciso di provare questi fantomatici monopattini. 
Partiamo dai pro. Oggettivamente, sono un mezzo comodo. Consentono di evitare di usare l’auto o il bus per alcuni spostamenti in città. Ad esempio, molte persone li usano per andare al lago a Pradello seguendo la ciclabile: non ci sono mezzi pubblici per andarci, chi non ha una bicicletta o un’auto può solo farla a piedi. Ancora, pensiamo a un turista che alloggia all’ostello, a San Giovanni, e che vuole fare una passeggiata sul lungoadda a Pescarenico. Andarci con il bus è complicato: le corse, soprattutto d’estate, non sono tante. 
La stessa cosa vale anche per i lecchesi che vivono nei rioni e la sera vogliono andare a mangiare un gelato in centro, ma temono di non trovare parcheggio. Oppure pensiamo a uno studente fuorisede del Politecnico che non ha l’auto ma ha necessità di muoversi in città, magari per andare alla palestra di arrampicata (quando riaprirà) o per fare una visita al Manzoni. Senza un’auto è complicato. E sicuramente il monopattino è un’ottima soluzione per tutti questi casi.
Inoltre la velocità è regolata (come peraltro previsto dalla legge): non è possibile superare i 20 km/h, equivalente alla velocità raggiunta da una bicicletta muscolare con una buona pedalata. Non di certo una velocità critica per gli altri utilizzatori della strada, automobilisti, pedoni o ciclisti che siano. Tra l’altro, nelle aree del centro la velocità è ulteriormente ridotta: il mezzo non può superare i 10 km/h.
E per quanto riguarda i contro? È vero, a una prima occhiata trovare tutti questi mezzi in giro per la città può dare un’impressione di disordine. Tuttavia è bene sottolineare che per chiudere il noleggio è necessario scattare una foto per mostrare che il mezzo è stato lasciato in una delle aree appositamente individuate. Altrimenti, il noleggio rimane aperto e l’utente continua a pagare. 
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In generale è bene ricordare quali sono i principi della sharing mobility: un utente prende un mezzo, lo usa e poi lo lascia in un altro punto, dove un secondo utente potrà a sua volta prenderlo, usarlo e ri-parcheggiarlo altrove. E così via. 
Il “degrado”, quindi, non è dato dal mezzo in sé, ma dall’utente che non lo parcheggia negli stalli individuati. Purtroppo, tanti sono ancora gli incivili (altra parola magica di quest’estate: i maranza) che se ne fregano delle regole e su questo sicuramente ci sarà bisogno di intervenire con sanzioni o altre misure.
L’altra grande critica che viene mossa, come dicevamo, è quella del traffico, ma abbiamo già visto che la velocità è regolata (e la prova lo ha confermato) ed è paragonabile a quella di una comune bicicletta.
Concludendo, l’impressione è che i monopattini elettrici in sharing, lungi dall’essere un problema per Lecco, siano invece un’opportunità per incrementare la mobilità dolce in città. Nessuno pensa che possano sostituire del tutto le auto, i bus o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Ma sicuramente sono un’ottima alternativa per muoversi comodamente, decongestionando il traffico e senza inquinare. Soprattutto per chi non ha un mezzo privato.
Michele Castelnovo
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