Numeri o città?
AVS ha fatto bene a chiarire la propria posizione sul nuovo PGT di Lecco, anche fuori dall’aula consiliare. L’obiettivo dichiarato – l’edilizia sociale – è giusto, ma va messo alla prova dei fatti. Che si parlasse di edilizia sociale era prevedibile. Era prevedibile anche lo sventolio dei famosi 450 alloggi, numero diventato bandiera nel dibattito. Anzi, 490 – come scritto nella Sintesi non tecnica del documento VAS, pagina 49. Ma non solo sono sulla carta, ma ben al di là dell'essere realizzati.
Sventolarli aiuta e confonde e aiuta a confondere. Certo, meglio esserci sulla carta che non esserci. Ma val la pena ricordare che il PGT del 2014 (ancora in vigore) prometteva 190 alloggi di edilizia pubblica. Quanti ne sono stati realizzati? Zero? Uno? Il rischio reale di questa narrazione diffusa è che si dimentica e si vuol far dimenticare un po’ troppe cose oltre al fatto che sono solo sulla carta.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che per arrivare a quei numeri, servirebbe realizzare tutto il PGT, compreso ciò che va in direzione opposta alla città sociale: nuove volumetrie per il mercato, più cemento, turismo, rendita privata. E più costi per chi vive qui.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che in città ci sono ancora, da tempo immemore, un centinaio di alloggi popolari Aler sfitti, inagibili, per mancanza di manutenzione. E il Comune, bradipa.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che già nel 2014 si prevedeva una crescita residenziale abnorme (fino a 53.266 abitanti), mai realizzata, mai discussa. Ora si parla di nuove case per 2.162 nuovi residenti: a che pro, se la città ha già troppe case vuote?
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che oggi ci sono migliaia di appartamenti sfitti, o trasformati in affitti brevi. Ma il PGT ignora il fenomeno e pure i numeri.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che mentre si promettono alloggi popolari nei prossimi decenni, la Giunta già da anni ha aumentato i costi di asilo, mensa scolastica, triplicato l'Irpef per le famiglie più fragili, e spende soldi - invece che per sostenere i cittadini - in spot, consulenze, manifesti sui muri, cornamuse elettriche, contributi, rinfreschi... Gocce che fanno milioni.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che rinaturalizzare le aree lungo i torrenti è bello, ma se nel frattempo si costruisce ovunque per i ricchi, crescono gli affitti, l’inquinamento, il traffico, l’espulsione dei residenti popolari più di quanti si vorrebbe attrarre, consolidando la carenza di servizi di prossimità e di svago.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che il PGT non ha valutato l’impatto complessivo di questa spinta di nuovo cemento, rendita immobiliare, insediamenti: su viabilità, servizi pubblici e gratuiti, qualità della vita. E questi non sono dettagli. La vera domanda è un’altra: Che città vogliamo? Una città giusta, accessibile, inclusiva? O una città-finanza da rendita e investimenti per ricchi? Al momento, quei 450/490 alloggi sono solo una foglia di fico, sventolati per eludere la domanda con una non pertinente risposta. Si dimentica, si vuol far dimenticare.
Sventolarli aiuta e confonde e aiuta a confondere. Certo, meglio esserci sulla carta che non esserci. Ma val la pena ricordare che il PGT del 2014 (ancora in vigore) prometteva 190 alloggi di edilizia pubblica. Quanti ne sono stati realizzati? Zero? Uno? Il rischio reale di questa narrazione diffusa è che si dimentica e si vuol far dimenticare un po’ troppe cose oltre al fatto che sono solo sulla carta.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che per arrivare a quei numeri, servirebbe realizzare tutto il PGT, compreso ciò che va in direzione opposta alla città sociale: nuove volumetrie per il mercato, più cemento, turismo, rendita privata. E più costi per chi vive qui.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che in città ci sono ancora, da tempo immemore, un centinaio di alloggi popolari Aler sfitti, inagibili, per mancanza di manutenzione. E il Comune, bradipa.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che già nel 2014 si prevedeva una crescita residenziale abnorme (fino a 53.266 abitanti), mai realizzata, mai discussa. Ora si parla di nuove case per 2.162 nuovi residenti: a che pro, se la città ha già troppe case vuote?
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che oggi ci sono migliaia di appartamenti sfitti, o trasformati in affitti brevi. Ma il PGT ignora il fenomeno e pure i numeri.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che mentre si promettono alloggi popolari nei prossimi decenni, la Giunta già da anni ha aumentato i costi di asilo, mensa scolastica, triplicato l'Irpef per le famiglie più fragili, e spende soldi - invece che per sostenere i cittadini - in spot, consulenze, manifesti sui muri, cornamuse elettriche, contributi, rinfreschi... Gocce che fanno milioni.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che rinaturalizzare le aree lungo i torrenti è bello, ma se nel frattempo si costruisce ovunque per i ricchi, crescono gli affitti, l’inquinamento, il traffico, l’espulsione dei residenti popolari più di quanti si vorrebbe attrarre, consolidando la carenza di servizi di prossimità e di svago.
- Si dimentica o si vuol far dimenticare che il PGT non ha valutato l’impatto complessivo di questa spinta di nuovo cemento, rendita immobiliare, insediamenti: su viabilità, servizi pubblici e gratuiti, qualità della vita. E questi non sono dettagli. La vera domanda è un’altra: Che città vogliamo? Una città giusta, accessibile, inclusiva? O una città-finanza da rendita e investimenti per ricchi? Al momento, quei 450/490 alloggi sono solo una foglia di fico, sventolati per eludere la domanda con una non pertinente risposta. Si dimentica, si vuol far dimenticare.
Paolo Trezzi