Lecco: capannone da 1600 metri quadri per chi vuole diventare carrozziere con Enaip

Presentato nella sede di via don Ferrante (una traversa a fondo cieco di corso Promessi Sposi) il nuovo reparto di carrozzeria dell’Enaip, la scuola di istruzione professionale da anni operante a Lecco. Presentata e non inaugurata – è stato sottolineato durante l’affollato incontro di ieri sera – perché il taglio del nastro avverrà quando i capannoni non rimbomberanno per il vuoto perché saranno riempiti con macchinari, banchi e attrezzature.
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Un passo in vanti importante per il corso di formazione che qualche lustro fa era partito quasi timidamente con un paio di banchi, una vecchia Panda alla quale era stato segato il tetto e sette alunni. Oggi a frequentarlo sono 250 ragazzi: «E’ cresciuta per numero di iscritti – la chiosa – ma anche per interesse della società lecchese».
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A presentare il nuovo capannone sono intervenuti l’attuale direttore dell’Enaip lecchese Andrea Donegà che presto – è stato annunciato -  passerà il testimone a Federica Colombo, il direttore di Enaip Lombardia Giovanni Colombo (il quale peraltro ha preceduto Donegà nella guida del polo provinciale)  e i docenti, che docenti lo sono in seconda battuta essendo soprattutto artigiani carrozzieri, Maurizio Mapelli e Diego Crippa. Da parte delle istituzioni, hanno portato il loro saluto il consigliere provinciale delegato all’istruzione Antonio Pasquini e il sindaco Mauro Gattinoni.

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Il capannone è di circa 1.600 metri quadri ed è dunque “immenso” se paragonato al precedente laboratorio di via Caduti lecchesi a Fossoli dove si trova il quartier generale dell’istituto. L’investimento complessivo di un milione e 200mila euro da saldare nei prossimi dieci anni. 
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Nell’aprire l’incontro, Donegà ha ricordato come i ragazzi che frequentano il corso siano l’autentico vivaio dei carrozzieri lecchesi, ma ha voluto anche soffermarsi sui giovani di oggi dei quali si parla per qualche intemperanza «paragonabile a quelle che abbiamo fatto anche noi gioventù, ma noi abbiamo deciso di parlare delle cose belle che fanno e ne fanno tante, oltre a rendersi disponibili quando c’è bisogno».
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Il direttore lombardo Colombo ha presentato l’Enaip come il più grande centro di formazione professionale della Lombardia con 22 scuole e 4.900 studenti. «Ma l’Enaip – ha proseguito – non è solo formazione professionale, ma anche attenzione alle fragilità, ai disoccupati, al reinserimento lavorativo. E infatti, gli ultimi trenta autisti dei bus che vi portano in giro dalle strade di Lecco sono passati dai nostri corsi di aggiornamento. E stiamo inoltre cominciando a collaborare con il carcere di Lecco. Quando mi chiedono l’età dei nostri studenti, dico dai 14 ai 65 anni. E infatti, agli oltre quattromila giovani si aggiungono novemila adulti. E’ un numero che ci carica di molte responsabilità». 
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E’ poi intervenuto Diego Crippa, carrozziere che da anni insegnante all’Enaip, il quale ha voluto nuovamente sottolineare come non esista nessuna differenza tra i ragazzi che frequentano un liceo e quelli che scelgono la formazione professionale. Se un insegnante di terza media, alla fine dell’anno scolastico, scrive di un ragazzo che è poco dotato e perciò si consiglia una scuola professionale, beh, questo insegnante deve cambiare mestiere».
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Tema sul quale si è soffermato anche il consigliere provinciale Pasquini, ricordando come «noi dobbiamo dare una risposta al nostro territorio, fare incontrare domanda e offerta», che «non esistono percorsi di serie A e serie B» e che, «seguendo le inclinazioni dei ragazzi, dobbiamo dimostrare che ogni lavoro è qualificante».
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Il sindaco Gattinoni ha ringraziato l’Enaip per avere investito in città, «perché le migliaia di ragazzi che passeranno di qui sono talenti che rischieremmo di perdere. Anche con lezioni un po’ “fantasiose”, gli insegnanti dell’Enaip sono capaci di non perdere nessuno. Si crea così uno scambio tra l’Enaip e la comunità, questa scuola diventa un centro di scambio con il mondo delle imprese».
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A questo proposito, il direttore regionale Colombo ha ricordato l’avvio anche del corso di turismo, quattro anni fa, che ora mostra i suoi risultati: «E’ stata firmata una convenzione con la Curia di Milano: i ragazzi lavoreranno sul territorio lecchese sotto, l’egida dell’arcivescovo, ma anche questo sarà spiegato meglio più avanti.»
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E soffermandosi sul concetto che ogni lavoro sia qualificante, Donegà ha voluto indicare alcune esperienze di singoli studenti che, da sole, ne forniscono la prova vivente: quelle di Davide Riva, Simone Cotugno e Francesco Crippa che hanno raggiunto la maturità in un’altra scuola; quella di Jacopo Scarioni, diplomato al liceo scientifico e che ora frequenta ingegneria al Politenico «ma che ha sempre avuto il pallino della meccanica e allora frequenta anche il nostro corso e il futuro dirà»; quella di Lucrezia Rusca, maturata lo scorso anno e che dimostra come non ci siano più differenze tra mondo maschile e femminile, come «tutti possano fare il lavoro che vogliono e coltivare i propri interessi».
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E’ stato Mapelli, poi, a raccontare come sia decollato il corso per carrozzieri: «Era un vecchio sogno. Quindici anni fa, in Confartigianato, ci siamo chiesti chi avrebbe fatto il nostro mestiere in futuro, anche prossimo: dieci, quindici anni. Abbiamo quindi avanzato una proposta all’Enaip che ci ha accolto. Si era partiti in piccoli spazi, un paio di banchi, un carrello, e sette ragazzi. Le imprese sul territorio sono 465 con almeno 2200 operatori. C’è un forte bisogno di ricambio. Qualche azienda ha pensato di chiudere proprio perché non c’era ricambio generazionale. I ragazzi che frequentano questo corso dimostrano che siamo sulla strada giusta. Questo centro deve essere il fiore all’occhiello dell’Enaip Lombardia, un centro d’eccellenza»
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«Quando mi hanno chiesto di insegnare – ha ricordato ancora Diego Crippa – pensavo che sari andato all’oratorio. Poi, invece, mi sono accorto cosa volesse dire investire sui ragazzi». Ma il suo intervento è stato anche un appello alle imprese a farsi carico dei problemi della scuola, «le imprese devono entrare nella scuola perché anche noi carrozzieri se dobbiamo imparare qualcosa possiamo farlo qui. Sarebbe bello che su questo muro bianco vi fossero tutti i nomi delle aziende che collaborano». 
D.C.
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