Un tracciato diverso per la Lecco-Bergamo? Calolzio chiede rassicurazioni al Ministero

La proposta di immaginare una Lecco-Bergamo alternativa a quella per ora sul tavolo è approdata in consiglio comunale a Calolzio.  Alla fine l'ordine del giorno – presentato dal sindaco per permettere di portare in discussione le istanze dei due Comitati, di Chiuso e Calolzio – è stato ritirato dopo lungo confronto all'esito del quale di fatto sono state ribadite posizioni note. Verrà riproposto solo dopo aver avuto una risposta dal Ministero delle infrastrutture, cercando a Roma un interlocutore tecnico che possa sollevare l'amministrazione del capoluogo della Val San Martino dal peso più grande rispondendo ad una domanda così riassumibile: qualora, pur considerando prioritaria e non più rinviabile la realizzazione della Lecco-Bergamo, dovessimo chiedere un ulteriore studio di fattibilità per spostarne il tracciato a monte, unificando i lotti San Girolamo e Lavello, le risorse già allocate per l'opera ci verranno comunque garantite o rischiamo di compromettere l'intero progetto? 
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Marco Ghezzi e la sua maggioranza, insomma, come ribadito anche ieri sera in Aula – con gli interventi di Daniele Butti, Dario Gandolfi e Marco Bonaiti – non vogliono correre il rischio di perdere i finanziamenti (250 milioni che “fanno gola a chiunque”), di fatto seppellendo un intervento atteso da tempo non solo dai calolziesi ma anche dalle migliaia di automobilisti che quotidianamente si incolonnano da e verso Lecco.
Allo stesso tempo, il sindaco ha anche nuovamente sottolineato di essere – tra i suoi colleghi coinvolti nel progetto – quello nella posizione più delicata, visto che le maggiori criticità legate alla realizzazione del tracciato per come previsto ora – dunque a valle – ricadranno su Calolzio ed in particolare sui proprietari dei capannoni artigianali e alcune abitazioni che dovranno essere “sacrificate”.  
Dopo aver già interloquito con il commissario straordinario per le opere olimpiche e con ANAS, figure entrambe intenzionate a tirare diritto realizzando “solo” la Chiuso-Lavello, come da mandato ricevuto e come da soluzione tecnica già individuata, ora l'amministrazione calolziese proverà a rivolgersi – in ritardo nella visione della capogruppo d'opposizione Sonia Mazzoleni - ad altro soggetto istituzionale, con ben chiaro però, per mutuare le parole di Butti, che il fine ultimo dovrà essere veder realizzato l'intervento, nella sua interezza. 
Pur preferendo, come il gruppo di minoranza Calolziocorte Bene Comune, venisse votato il loro ordine del giorno con il quale veniva chiesto in 120 giorni un nuovo studio di fattibilità, i rappresentanti del Comitato di Calolzio presenti in Aula – ai quali è stata data, in via straordinaria, anche la possibilità di intervenire nella discussione – alla fine hanno accettato la proposta di Ghezzi, chiedendo di riaggionarsi a settembre. Visti i tempi romani, ci vorrà forse un po' più di tempo...
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