PAROLE CHE PARLANO/240

Romanzo


Quando leggiamo un romanzo avvincente, proviamo l’irresistibile sensazione di non riuscire più a staccarci. Ma è lo stesso termine romanzo ad avere una storia affascinante da raccontare.

Il suo incipit ci porta indietro nel tempo fino al latino romanice loqui, che significava “parlare in lingua romana”, cioè il latino volgare, quello della gente comune, che lo usava per fare la spesa o raccontarsi pettegolezzi e le ultime novità. Ovviamente in contrapposizione al latino classico usato dai letterati, nell’amministrazione e nella legge.

Ma nulla dura in eterno. E così, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, il latino volgare si trasformò progressivamente nelle lingue romanze: italiano, francese, spagnolo, portoghese, rumeno, ecc. Tutte figlie di quella chiacchierata originale!

Ma il romanzo? È lecito attribuire la sua origine diretta al francese antico romanz, un termine che inizialmente non indicava un genere letterario e non aveva nulla a che fare con libri ricchi di pagine. Era la lingua parlata dalla gente comune nei territori dell'attuale Francia. Per questo, fu infine usata per tradurre o narrare opere che, fino a quel momento, erano state esclusivamente scritte nel serioso e classico latino.

Col passare del tempo, la parola romanz ha fatto un bel salto semantico. Non si trattava più solo della lingua, ma del tipo di storia che si raccontava: roba lunga, ricca di avventura, magari con un pizzico di amore, personaggi eroici e trame che facevano sognare a occhi aperti.
Questo nuovo, freschissimo genere letterario ha avuto la sua esplosione tra il XII e il XIII secolo, regalandoci i leggendari romanzi cavallereschi. Basti pensare a Re Artù con la sua straordinaria spada o a Carlo Magno e alle sue imprese: tutte storie nate proprio da quel romanz originario!

Ed eccoci all’explicit, alla conclusione di questa storia.
In italiano, con romanzo si intende oggi una narrazione in prosa di notevole lunghezza e complessità, caratterizzata da personaggi e vicende sia fittizie sia ispirate alla realtà. 
È giusto sottolineare come la stessa radice abbia generato da una parte il termine inglese "romance" (che, pur potendo indicare storie d'amore, ha mantenuto un legame con il fantastico e l'avventuroso), dall’altra l'espressione "Romance languages" per designare tutte le lingue nate da quel chiacchiericcio dei nostri antenati latini.
Rubrica a cura di Dino Ticli
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