Vita da specializzando/10: al diventare commesso Tommaso Castagna ha preferito la strada per la 'farmacia ospedaliera'
Ha studiato Farmacia immaginandosi poi dietro un bancone. Ma gli è bastato, però, un tirocinio pre-laurea per capire che quello non sarebbe mai stato il suo mondo, arrivando a definire l'esperienza vissuta in una realtà aperta al pubblico “squallida”. Termine pesante, ma che giustifica l'improvvisa virata data ad un percorso che sembrava invece lineare. Una “svolta” che ha portato il dottor Tommaso Castagna in ASST Lecco, dove oggi, a distanza di quattro anni, sta ultimando la specializzazione in Farmacia ospedaliera. Trent'anni, casa a Ballabio, è arrivato al Manzoni “grazie” al Covid. Nel 2021, con la laurea ottenuta una settimana prima alla Statale e “sconvolto”, come detto, dal passaggio in una farmacia come tante, ha partecipato, su suggerimento ben accettato, ad uno degli innumerevoli bandi indetti nell'ambito dell'emergenza sanitaria che permetteva anche a non specializzati di entrare nei nosocomi. Ed è dunque in via dell'Eremo che si è appassionato a quello che è ormai diventato il suo lavoro, optando per iscriversi alla Scuola di Specializzazione (sempre dell'Università degli Studi), ben sapendo che, a differenza dei medici, non avrebbe avuto diritto ad alcun compenso e, non essendosi classificato tra i primi, nemmeno a una borsa di studio a copertura quantomeno delle spese sostenute.
Alla possibilità di iniziare a guadagnare optando per “accontentarsi” della vita di negozio, ha preferito comunque altri quattro anni di incertezza economica, sfruttando tutte le pieghe di un sistema in sofferenza anche quanto a farmacisti ospedalieri per affiancare al suo percorso di formazione incarichi retribuiti, sempre all'interno dell'ASST di Lecco dove il servizio è trasversale tra Manzoni e Mandic: dal già citato bando Covid, ad un concorso per sostituire una maternità, per poi aprire anche la partita iva e nel frattempo prendere parte a un concorso per l'assunzione a tempo indeterminato che da oggi, primo agosto, lo vede in organico, da “ripescato”, ma a scadenza nell'attesa di arrivare, in prospettiva, alla stabilizzazione, magari entro novembre quando completerà la Scuola che lo ha portato a “sperimentarsi” anche in un'altra struttura e in una ATS. “Il lavoro in ASST e in ATS è completamente diverso” argomenta. Se in ospedale ci si occupa infatti dell'approvvigionamento, della distribuzione e della rendicontazione di farmaci, integratori e presidi medici, presso l'Agenzia di Tutela della Salute ci si focalizza sulle direttive relative alle modalità operative. Il primo settore quello che interessa di più il dottor Castagna.
“L'aspetto del mio lavoro che trovo più interessante è la necessità di continuare ad aggiornarsi, ogni giorno, per seguire l'evoluzione dell'aspetto normativo ma anche tecnico e pratico di ciò che dispensiamo” spiega con entusiasmo, puntualizzando come tutto ciò che si è appreso durante gli studi viene utilizzato. Un qualcosa di ben diverso rispetto alla prospettiva di diventare in effetti “un commesso” in una farmacia, non di proprietà, aperta al pubblico, dove tra l'altro la paga arriva da subito ma “con un divario esorbitante rispetto alla retribuzione ospedaliera”, come puntualizza il ballabiese, evidenziando comunque come la via intrapresa sia effettivamente più tortuosa. “Bisogna avere tenacia, non è un percorso facile. Lo dico anche per gli aspetti burocratici. Dopo cinque anni in una facoltà non tra le più semplici, affrontarne altri quattro senza garanzie può disincentivare anche i più motivati, ma è un percorso che dà molta soddisfazione”.

“L'aspetto del mio lavoro che trovo più interessante è la necessità di continuare ad aggiornarsi, ogni giorno, per seguire l'evoluzione dell'aspetto normativo ma anche tecnico e pratico di ciò che dispensiamo” spiega con entusiasmo, puntualizzando come tutto ciò che si è appreso durante gli studi viene utilizzato. Un qualcosa di ben diverso rispetto alla prospettiva di diventare in effetti “un commesso” in una farmacia, non di proprietà, aperta al pubblico, dove tra l'altro la paga arriva da subito ma “con un divario esorbitante rispetto alla retribuzione ospedaliera”, come puntualizza il ballabiese, evidenziando comunque come la via intrapresa sia effettivamente più tortuosa. “Bisogna avere tenacia, non è un percorso facile. Lo dico anche per gli aspetti burocratici. Dopo cinque anni in una facoltà non tra le più semplici, affrontarne altri quattro senza garanzie può disincentivare anche i più motivati, ma è un percorso che dà molta soddisfazione”.
A.M.