Civate: La Traviata di Verdi nella suggestiva cornice di Villa Canali
Un’opera senza tempo, un progetto culturale condiviso, una serata che ha saputo unire l’eleganza della lirica alla bellezza di Villa Canali e alla forza di una rete territoriale. È andata in scena ieri, venerdì 1° agosto, a Civate la nuova produzione de La Traviata di Giuseppe Verdi, proposta dall’Orchestra Antonio Vivaldi nell’ambito della rassegna “Olimpiadi della Cultura – Un ponte tra popoli e culture - 2026”, sostenuta da Regione Lombardia, dal Fondo per il Sostegno delle Arti dal Vivo della Fondazione Comunitaria del Lecchese, da Novatex, Kapriol e dai Comuni di Civate e Valmadrera.

Nel suggestivo spazio antistante l’ingresso di Villa Canali, gremito da circa 300-350 persone, l’atmosfera era quella delle grandi occasioni. Più di duecento le sedie sistemate nel cortile, tutte occupate, e tante, tantissime persone, anche in piedi, pur di non perdersi l’incanto dell’opera. Il pubblico ha assistito a una Traviata intensa e coinvolgente, impreziosita dalla voce limpida del soprano Elena Dragone Malakhovskaya (Violetta), dall’interpretazione appassionata del tenore Andrea Galli (Alfredo Germont) e dalla solidità vocale del baritono Lorenzo Liberali (Germont padre), affiancati dal Coro San Gregorio Magno di Mauro Trombetta. Alla direzione d’orchestra il maestro civatese Ernesto Colombo, che ha guidato con sicurezza i musicisti della Vivaldi e il Quintetto Spirabilia.

"Non mi dilungo sull’opera, perché La Traviata è l’opera delle opere: la più rappresentata al mondo, la più bella, la più vera, la più giusta. Non ha una battuta fuori posto, è una partitura straordinaria" ha detto sul palco Lorenzo Passerini, fondatore e direttore artistico dell’Orchestra Vivaldi. "L’abbiamo già eseguita qui nel 2015 e, a distanza di dieci anni, era giusto riproporla. Ma non ci stiamo ripetendo: è una nuova produzione, una nuova regia, un cast totalmente nuovo. Siamo felicissimi e orgogliosi di essere ancora a Civate. Questo è un progetto che amiamo profondamente: portare l’opera fuori dai teatri, in mezzo alla gente".
L’Orchestra Antonio Vivaldi, fondata nel 2011, è oggi una delle realtà più dinamiche e apprezzate del panorama musicale italiano. Conta oltre 250 concerti sinfonici nei maggiori teatri del Paese, tra cui la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, il Sociale di Como, il Filarmonico di Verona, e ha portato la sua musica anche all’estero, con tournée di successo in Spagna, Svizzera, Lussemburgo e Cina. La direzione artistica è affidata a Lorenzo Passerini (direttore artistico e musicale) ed Ernesto Colombo (direttore principale). L’attività è sostenuta dal Ministero della Cultura, da Regione Lombardia e dagli enti locali.
Applausi anche per il lavoro delle registe Livia Lanno e Stefania Butti (che si è occupata anche dell'allestimento), nonché per la scenografia curata da Martina Cattaneo. Una Traviata riletta in chiave moderna, capace di parlare anche a chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’opera. La nuova "versione" ha scelto una lettura raffinata e simbolica: La Traviata come un grande gioco di carte, in cui ogni personaggio è legato a un seme del mazzo francese. Un universo geometrico, elegante e tagliente, dove la libertà è solo apparenza e ogni mossa è condizionata dal ruolo assegnato.

Così canta Violetta, proclamando la sua apparente indipendenza, il suo ruolo scelto, o forse imposto, all’interno di una società che le ha insegnato a usare il piacere come moneta. Ma dietro quella libertà ostentata si cela un equilibrio precario: Violetta non vive, gioca, e lo fa in un sistema in cui le regole non sono mai a suo favore. La scena è costruita come un castello di carte: lineare, essenziale, elegante. Un luogo esclusivo, ma profondamente vuoto, dove le emozioni vere sono bandite. E in mezzo a tutto questo, Violetta è una Regina di Cuori che sa di non poter vincere.

Secondo questa lettura, "la tragedia di Traviata non è un capriccio del destino. È il risultato di un sistema truccato, di un gioco in cui le regole sono fatte per escluderla. Amata solo in segreto, sacrificata per convenienza, rifiutata e poi compianta troppo tardi, Violetta non perde perché ha sbagliato mossa. Perde perché il mazzo era truccato fin dall’inizio".
Una lettura moderna, che esalta la vulnerabilità del personaggio e al tempo stesso la sua grandezza: Violetta è la donna che ha amato davvero, che ha scelto, che ha dato senza misura. E che ha pagato tutto, fino all’ultima carta.

Presenti alla serata anche i rappresentanti delle amministrazioni di Civate e Valmadrera. "Vi ringraziamo per la preziosa e numerosa presenza di questa sera" ha detto Ilaria Rocco, assessore alla Cultura del Comune ospitante. "Collaborare con Valmadrera è un valore che portiamo avanti con convinzione, e questo evento è il frutto di un percorso condiviso. Un grazie speciale all’orchestra, al quintetto Spirabilia e a Ernesto Colombo che, oltre ad essere il direttore, è anche consigliere comunale: questa sera è davvero tutto in uno!".

A seguire è intervenuta anche la vice sindaca di Valmadrera Raffaella Brioni: "Un caro saluto da tutta la nostra Amministrazione e dal sindaco Cesare Colombo. Questo concerto dimostra che si fa bene a stare insieme: vogliamo fare rete, vogliamo collaborare, e serate come questa lo dimostrano. Portare l’opera lirica nelle piazze è un modo per farla conoscere anche a chi non l’ha mai ascoltata dal vivo. E questa produzione è giovane, viva: due registe giovani, una scenografa giovane, un’orchestra giovane. È la prova che i giovani hanno talento, passione e voglia di fare bene". Infine, l’annuncio di un nuovo appuntamento con la musica e la cultura già in calendario: "Segnatevi la data: il 24 gennaio 2026 a Valmadrera ci sarà un evento speciale, una messa musicale dal titolo Armen Man, con note bellissime che ci parleranno di pace. Vi aspettiamo".

Ma è stato l’ascolto a rendere la serata indimenticabile. L’emozione era palpabile: un silenzio raccolto, quasi sacro, ha avvolto il pubblico per tutta la durata dell’opera. Sguardi fissi sul palco, occhi lucidi in più di un momento, applausi sinceri e sentiti tra un atto e l’altro. La Traviata, ancora una volta, ha colpito nel profondo. Perché la grande musica, quando è vera, quando è fatta bene, riesce a parlare a tutti. E ieri sera, a Civate, ha parlato a ciascuno.

Alcune immagini della serata
Nel suggestivo spazio antistante l’ingresso di Villa Canali, gremito da circa 300-350 persone, l’atmosfera era quella delle grandi occasioni. Più di duecento le sedie sistemate nel cortile, tutte occupate, e tante, tantissime persone, anche in piedi, pur di non perdersi l’incanto dell’opera. Il pubblico ha assistito a una Traviata intensa e coinvolgente, impreziosita dalla voce limpida del soprano Elena Dragone Malakhovskaya (Violetta), dall’interpretazione appassionata del tenore Andrea Galli (Alfredo Germont) e dalla solidità vocale del baritono Lorenzo Liberali (Germont padre), affiancati dal Coro San Gregorio Magno di Mauro Trombetta. Alla direzione d’orchestra il maestro civatese Ernesto Colombo, che ha guidato con sicurezza i musicisti della Vivaldi e il Quintetto Spirabilia.

"Non mi dilungo sull’opera, perché La Traviata è l’opera delle opere: la più rappresentata al mondo, la più bella, la più vera, la più giusta. Non ha una battuta fuori posto, è una partitura straordinaria" ha detto sul palco Lorenzo Passerini, fondatore e direttore artistico dell’Orchestra Vivaldi. "L’abbiamo già eseguita qui nel 2015 e, a distanza di dieci anni, era giusto riproporla. Ma non ci stiamo ripetendo: è una nuova produzione, una nuova regia, un cast totalmente nuovo. Siamo felicissimi e orgogliosi di essere ancora a Civate. Questo è un progetto che amiamo profondamente: portare l’opera fuori dai teatri, in mezzo alla gente".
L’Orchestra Antonio Vivaldi, fondata nel 2011, è oggi una delle realtà più dinamiche e apprezzate del panorama musicale italiano. Conta oltre 250 concerti sinfonici nei maggiori teatri del Paese, tra cui la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, il Sociale di Como, il Filarmonico di Verona, e ha portato la sua musica anche all’estero, con tournée di successo in Spagna, Svizzera, Lussemburgo e Cina. La direzione artistica è affidata a Lorenzo Passerini (direttore artistico e musicale) ed Ernesto Colombo (direttore principale). L’attività è sostenuta dal Ministero della Cultura, da Regione Lombardia e dagli enti locali.
Applausi anche per il lavoro delle registe Livia Lanno e Stefania Butti (che si è occupata anche dell'allestimento), nonché per la scenografia curata da Martina Cattaneo. Una Traviata riletta in chiave moderna, capace di parlare anche a chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’opera. La nuova "versione" ha scelto una lettura raffinata e simbolica: La Traviata come un grande gioco di carte, in cui ogni personaggio è legato a un seme del mazzo francese. Un universo geometrico, elegante e tagliente, dove la libertà è solo apparenza e ogni mossa è condizionata dal ruolo assegnato.

Così canta Violetta, proclamando la sua apparente indipendenza, il suo ruolo scelto, o forse imposto, all’interno di una società che le ha insegnato a usare il piacere come moneta. Ma dietro quella libertà ostentata si cela un equilibrio precario: Violetta non vive, gioca, e lo fa in un sistema in cui le regole non sono mai a suo favore. La scena è costruita come un castello di carte: lineare, essenziale, elegante. Un luogo esclusivo, ma profondamente vuoto, dove le emozioni vere sono bandite. E in mezzo a tutto questo, Violetta è una Regina di Cuori che sa di non poter vincere.

Secondo questa lettura, "la tragedia di Traviata non è un capriccio del destino. È il risultato di un sistema truccato, di un gioco in cui le regole sono fatte per escluderla. Amata solo in segreto, sacrificata per convenienza, rifiutata e poi compianta troppo tardi, Violetta non perde perché ha sbagliato mossa. Perde perché il mazzo era truccato fin dall’inizio".
Una lettura moderna, che esalta la vulnerabilità del personaggio e al tempo stesso la sua grandezza: Violetta è la donna che ha amato davvero, che ha scelto, che ha dato senza misura. E che ha pagato tutto, fino all’ultima carta.

Presenti alla serata anche i rappresentanti delle amministrazioni di Civate e Valmadrera. "Vi ringraziamo per la preziosa e numerosa presenza di questa sera" ha detto Ilaria Rocco, assessore alla Cultura del Comune ospitante. "Collaborare con Valmadrera è un valore che portiamo avanti con convinzione, e questo evento è il frutto di un percorso condiviso. Un grazie speciale all’orchestra, al quintetto Spirabilia e a Ernesto Colombo che, oltre ad essere il direttore, è anche consigliere comunale: questa sera è davvero tutto in uno!".

A seguire è intervenuta anche la vice sindaca di Valmadrera Raffaella Brioni: "Un caro saluto da tutta la nostra Amministrazione e dal sindaco Cesare Colombo. Questo concerto dimostra che si fa bene a stare insieme: vogliamo fare rete, vogliamo collaborare, e serate come questa lo dimostrano. Portare l’opera lirica nelle piazze è un modo per farla conoscere anche a chi non l’ha mai ascoltata dal vivo. E questa produzione è giovane, viva: due registe giovani, una scenografa giovane, un’orchestra giovane. È la prova che i giovani hanno talento, passione e voglia di fare bene". Infine, l’annuncio di un nuovo appuntamento con la musica e la cultura già in calendario: "Segnatevi la data: il 24 gennaio 2026 a Valmadrera ci sarà un evento speciale, una messa musicale dal titolo Armen Man, con note bellissime che ci parleranno di pace. Vi aspettiamo".

Ma è stato l’ascolto a rendere la serata indimenticabile. L’emozione era palpabile: un silenzio raccolto, quasi sacro, ha avvolto il pubblico per tutta la durata dell’opera. Sguardi fissi sul palco, occhi lucidi in più di un momento, applausi sinceri e sentiti tra un atto e l’altro. La Traviata, ancora una volta, ha colpito nel profondo. Perché la grande musica, quando è vera, quando è fatta bene, riesce a parlare a tutti. E ieri sera, a Civate, ha parlato a ciascuno.
G.D.