Civate: più vicini i fondi per 'recuperare' Villa Sacro Cuore
Il primo importante tassello è stato messo. L'ambizioso progetto per il recupero di Villa Sacro Cuore, l'ex Casa di Riposo di Civate acquistata all'asta dal Comune nel maggio 2024 dopo essere finita in stato di abbandono, è stato incluso tra quelli potenzialmente finanziabili da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo tramite i cosiddetti "Emblematici Maggiori", l'iniziativa promossa per "sostenere interventi di forte impatto a livello locale in ambito culturale, sociale ed ambientale, in grado di generare ricadute significative e durature sul territorio".
Il "vero" lavoro, però, inizia adesso. Per ottenere le risorse necessarie all'esecuzione degli interventi (che comunque non coprirebbero più del 70% dell'importo complessivo, stimato in più di tre milioni di euro), il Comune retto da Angelo Isella dovrà infatti presentare entro la fine di ottobre il progetto esecutivo con tutti i dettagli delle opere da realizzare, che sarà valutato dagli enti interessati per poi eventualmente essere ammesso al finanziamento.
La Villa, un tempo appartenuta alla nobile famiglia Dell'Oro, è situata nel centro storico di Civate, davanti al complesso di San Calocero: risale almeno al 1761 e pertanto è inclusa negli elenchi della Soprintendenza. Una volta "rigenerata", nelle intenzioni del Comune andrebbe a ricoprire una "funzione mista": culturale e turistica - con un inevitabile collegamento, in questo senso, anche con l'antico complesso di San Pietro al Monte - ma pure di tipo sociale e di accoglienza, diventando dunque un polo di "Senior housing" con centro diurno per il ritrovo degli anziani e di residenza per coloro che, pur avanti con l'età, non necessitano di un ricovero in Casa di Riposo; inoltre, la struttura potrebbe essere destinata in parte anche a persone con fragilità, così come a giovani studenti fuori sede, in particolare del Politecnico di Lecco (insieme al quale, tra l'altro, è stato predisposto il primo studio di fattibilità) e altre utenze generate da ulteriori elementi di richiamo presenti sul territorio. Il modello abitativo sarebbe principalmente quello della "solidarietà di vicinato", che già si sta sperimentando nelle grandi città. Un progetto, insomma, di ampio respiro, di interesse sovracomunale e pure intergenerazionale, che andrebbe a rigenerare urbanisticamente un luogo centralissimo del paese, ma anche a dotarlo di servizi innovativi e attrattivi.
"Sicuramente c'è grande soddisfazione da parte nostra per aver superato la prima fase del bando, perché significa che Regione Lombardia e Fondazione Cariplo hanno riconosciuto il valore del nostro progetto (presentato "in cordata" con le due RSA del paese, la Parrocchia e gli Amici di San Pietro, ndr): ora, però, c'è da rimboccarsi le maniche, con la responsabilità di predisporre l'esecutivo nei tempi previsti e tutto ciò che serve per rispettare i requisiti degli "Emblematici Maggiori", più stringenti che in passato" ha commentato il sindaco di Civate Angelo Isella.
Intanto nell'ultima seduta di Consiglio comunale l'Amministrazione ha stanziato 80.000 euro per le indagini sulle strutture esistenti, propedeutiche alla stesura del progetto definitivo. "Anche se poi non dovessimo ottenere i contributi richiesti, questi fondi non andrebbero persi perché gli esiti risulterebbero utili per concorrere a eventuali altri bandi in futuro", la precisazione del primo cittadino, già pronto a "correre" con i colleghi amministratori e i tecnici degli uffici municipali per salire su un treno che Civate attende da tempo.

La Villa, un tempo appartenuta alla nobile famiglia Dell'Oro, è situata nel centro storico di Civate, davanti al complesso di San Calocero: risale almeno al 1761 e pertanto è inclusa negli elenchi della Soprintendenza. Una volta "rigenerata", nelle intenzioni del Comune andrebbe a ricoprire una "funzione mista": culturale e turistica - con un inevitabile collegamento, in questo senso, anche con l'antico complesso di San Pietro al Monte - ma pure di tipo sociale e di accoglienza, diventando dunque un polo di "Senior housing" con centro diurno per il ritrovo degli anziani e di residenza per coloro che, pur avanti con l'età, non necessitano di un ricovero in Casa di Riposo; inoltre, la struttura potrebbe essere destinata in parte anche a persone con fragilità, così come a giovani studenti fuori sede, in particolare del Politecnico di Lecco (insieme al quale, tra l'altro, è stato predisposto il primo studio di fattibilità) e altre utenze generate da ulteriori elementi di richiamo presenti sul territorio. Il modello abitativo sarebbe principalmente quello della "solidarietà di vicinato", che già si sta sperimentando nelle grandi città. Un progetto, insomma, di ampio respiro, di interesse sovracomunale e pure intergenerazionale, che andrebbe a rigenerare urbanisticamente un luogo centralissimo del paese, ma anche a dotarlo di servizi innovativi e attrattivi.
"Sicuramente c'è grande soddisfazione da parte nostra per aver superato la prima fase del bando, perché significa che Regione Lombardia e Fondazione Cariplo hanno riconosciuto il valore del nostro progetto (presentato "in cordata" con le due RSA del paese, la Parrocchia e gli Amici di San Pietro, ndr): ora, però, c'è da rimboccarsi le maniche, con la responsabilità di predisporre l'esecutivo nei tempi previsti e tutto ciò che serve per rispettare i requisiti degli "Emblematici Maggiori", più stringenti che in passato" ha commentato il sindaco di Civate Angelo Isella.
Intanto nell'ultima seduta di Consiglio comunale l'Amministrazione ha stanziato 80.000 euro per le indagini sulle strutture esistenti, propedeutiche alla stesura del progetto definitivo. "Anche se poi non dovessimo ottenere i contributi richiesti, questi fondi non andrebbero persi perché gli esiti risulterebbero utili per concorrere a eventuali altri bandi in futuro", la precisazione del primo cittadino, già pronto a "correre" con i colleghi amministratori e i tecnici degli uffici municipali per salire su un treno che Civate attende da tempo.
B.P.