Quando il Comune "risponde" (senza rispondere)
Leggendo le (non) risposte del Comune alla vostra giornalista e di fatto a lettori e cittadini si possono mettere in evidenza:
-la mancanza di argomentazioni
-la brevità liquidatoria delle risposte
-il tono poco rispettoso verso giornale, lettori e cittadini
-l’assenza (per incapacità o volontà) di chiarezza e trasparenza
Insomma da questa parte dello schermo non si può nascondere la delusione.
Frasi brevi, vaghe, liquidatorie… insomma: parole che riempiono spazio senza dire nulla e questo di fronte a domande legittime, poste per ottenere informazioni chiare e complete - vivaddio il dovere primo di un giornalista per conto dei propri lettori - e cosa abbiamo trovato invece, sono lì da leggere, repliche sbrigative, prive di argomentazione e, in alcuni casi, formulate in modo da eludere il merito della questione e cercando di nascondere persino quanto scritto da loro stessi nei documenti.
Non si tratta solo di una questione di stile: quando un’Amministrazione, tantopiù locale, risponde in maniera frettolosa o evasiva, trasmette un messaggio implicito di scarso interesse verso i cittadini e verso il diritto di questi ultimi a essere compiutamente informati.
Rispondere così non è dialogo è finta trasparenza
Risposte “di circostanza” alimentano l'idea e la convinzione che siano un fastidio e il cittadino sia buono solo se acriticamente applaude, in cabina mette il voto e prima e dopo non "disturbi il manovratore".
Chiedo quindi all’Amministrazione di darsi un'altra occasione, quella in cui alle domande si risponde con chiarezza, competenza, completezza e rispetto, magari corroborante leggendosi prima i documenti che ha approvato, a partire dal Pums ma non solo.
Perché se il Comune non trova il tempo o la volontà di rispondere seriamente, allora non sta dialogando: sta solo parlando da solo. E questo - consenso o meno - è ben più di un poco, imbarazzante e indecoroso.
-la mancanza di argomentazioni
-la brevità liquidatoria delle risposte
-il tono poco rispettoso verso giornale, lettori e cittadini
-l’assenza (per incapacità o volontà) di chiarezza e trasparenza
Insomma da questa parte dello schermo non si può nascondere la delusione.
Frasi brevi, vaghe, liquidatorie… insomma: parole che riempiono spazio senza dire nulla e questo di fronte a domande legittime, poste per ottenere informazioni chiare e complete - vivaddio il dovere primo di un giornalista per conto dei propri lettori - e cosa abbiamo trovato invece, sono lì da leggere, repliche sbrigative, prive di argomentazione e, in alcuni casi, formulate in modo da eludere il merito della questione e cercando di nascondere persino quanto scritto da loro stessi nei documenti.
Non si tratta solo di una questione di stile: quando un’Amministrazione, tantopiù locale, risponde in maniera frettolosa o evasiva, trasmette un messaggio implicito di scarso interesse verso i cittadini e verso il diritto di questi ultimi a essere compiutamente informati.
Rispondere così non è dialogo è finta trasparenza
Risposte “di circostanza” alimentano l'idea e la convinzione che siano un fastidio e il cittadino sia buono solo se acriticamente applaude, in cabina mette il voto e prima e dopo non "disturbi il manovratore".
Chiedo quindi all’Amministrazione di darsi un'altra occasione, quella in cui alle domande si risponde con chiarezza, competenza, completezza e rispetto, magari corroborante leggendosi prima i documenti che ha approvato, a partire dal Pums ma non solo.
Perché se il Comune non trova il tempo o la volontà di rispondere seriamente, allora non sta dialogando: sta solo parlando da solo. E questo - consenso o meno - è ben più di un poco, imbarazzante e indecoroso.
Paolo Trezzi