Carpe Diem Calolzio: nuova stagione, intervista al presidente Brini

La storia della Carpe Diem Calolzio inizia nel 1985, quando un gruppo di amici — reduci da una breve esperienza a Olginate — decide di fondare una nuova società sportiva. Spinti dall'entusiasmo e dalla volontà di creare qualcosa di duraturo, scelgono un nome carico di significato: Carpe Diem, “cogli l’attimo”, ispirato da un verso di Orazio. Fin da allora, quel motto non è stato solo un nome, ma una vera filosofia: vivere il presente con intensità, senza mai perdere di vista il futuro.
La società ha costruito negli anni un solido settore giovanile e si è fatta promotrice del Progetto BluCeleste, con l’obiettivo di valorizzare i vivai cestistici dell’intero territorio lecchese. Una storia bella da raccontare, certo, ma soprattutto una storia che continua a scriversi giorno dopo giorno. Alla base di tutto, una passione profonda per la pallacanestro, condivisa da tante persone. Tra queste, una figura spicca per dedizione e visione: il presidente Dario Brini, guida esperta e appassionata, pronto a proseguire il suo impegno per la stagione 2025-2026.
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Presidente Brini, che significato ha per lei, a livello personale e da presidente, la conquista della promozione in Serie C?
"Essere presidente di una società sportiva dilettantistica significa condividere gioie e delusioni con i ragazzi del territorio e le loro famiglie. Raggiungere una promozione sul campo è, in fondo, il segno di aver fatto bene il proprio dovere. Ovviamente, il merito di questi risultati va soprattutto ai miei collaboratori: persone valide e appassionate, senza le quali certi traguardi non sarebbero possibili."

Come si inserisce il movimento giovanile con Pescate e Olginate nella sua visione del basket?
"Nel 1990, quando sono diventato presidente del Carpe Diem Basket, ho posto una sola condizione: costruire un settore giovanile solido. Negli anni successivi ho contribuito alla nascita del Progetto BluCeleste, che nei suoi momenti migliori ha coinvolto fino a 8-9 società del territorio lecchese. È un progetto nato per dare ai ragazzi la possibilità di confrontarsi ai massimi livelli del basket giovanile, e che mi piacerebbe ancora rilanciare. Per questo aderisco sempre con entusiasmo a ogni iniziativa aggregativa: credo fortemente nelle sinergie tra i paesi vicini. Dobbiamo puntare su ciò che ci unisce, lasciando da parte le divisioni."

Quindi crede fermamente nel lavoro di squadra?
"La pallacanestro è un gioco di squadra, e il lavoro di squadra è fondamentale in ogni ambito della vita: solo così si possono individuare e raggiungere gli obiettivi giusti. Il fatto che oggi siamo la società maschile che milita nel campionato di livello più alto della provincia mi fa pensare a un vecchio detto: 'Il monocolo è il re nel regno dei ciechi'."

Un passo importante in avanti è stato fatto anche con la squadra femminile. Ce ne parla?
"La squadra femminile ha portato una vera ventata di freschezza nella nostra società, oltre a una maggiore sensibilità verso il sociale. Il progetto RosaCarpeDiem offre alle ragazze uno spazio sicuro dove allenarsi, crescere e sentirsi parte di qualcosa di importante. Ne siamo davvero orgogliosi."

Torniamo al presente e alla prima squadra. Quali sono gli obiettivi per la nuova stagione in Serie C?
"Il girone in cui siamo inseriti — con squadre di Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona — sarà molto competitivo. Il nostro obiettivo è consolidare la categoria e, naturalmente, regalare soddisfazioni ai nostri tifosi. E ci tengo a ribadire l’importanza, anche per il settore giovanile, di rafforzare ulteriormente la collaborazione con le realtà di Olginate e Pescate."

Un messaggio per concludere?
"Un messaggio per tutti? Lavorate con serenità. È così che si costruiscono i risultati veri."
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