Lecco, elezioni: la lista degli 80enni, tra nipotini e pastine
Tra qualche mese - primavera 2026 - si terranno le elezioni amministrative a Lecco e in qualche comune della provincia. Dal cappello è fuoriuscita la proposta di una lista costituita da ottantenni. Il presidente della Canottieri di Lecco, ex Assessore, ex vicesindaco, attore sulla scena politica negli anni Ottanta Novanta, dimissionario dalla secolare presidenza della Canottieri, vuole costituire una lista generazionale di diversamente giovani.
Il programma è tutto da definire, così pure sarà interessante conoscere i membri della lista. I giovani ottantenni si daranno da fare. É possibile intuire che saranno ex o attuali liberi professionisti, che stanchi di starsene seduti a guardare le nuove generazioni a fare il bagno nella piscina o a giocare a tennis in Canottieri, hanno deciso di impegnarsi per la città.
A ottant’anni si è ancora attivi e positivi. Fanno bene.
Impegnarsi fa bene alla salute mentale e al fisico: non è necessario starsene al bar a giocare a carte, oppure andare a qualche concerto, o a qualche mostra o fare fondo.
L’unica proposta programmatica, uscita dalla bocca di Marco Cariboni, riguarda il porticciolo in zona Malpensata. É scontato che l’uscente Presidente della Canottieri riproponga questa decennale proposta: fa parte del suo spirito. Tuttavia, si resta in attesa di un valido programma.
L’altra affermazione riguarda l’autonomia della lista. Il candidato sindaco dovrebbe essere un quarantenne. Qui ci casca l’asino. Una lista di giovani ottantenni dovrebbe essere condotta da un valido, pimpante, attraente e ginnico ottantenne. Non serve il nipotino tolto dal cassetto. Il bello è vedere una lista contemporanea. Il nipotino lo ceda a un’altra squadra. Se no, la novità si annulla come una goccia in un bicchier d’acqua.
Un punto programmatico importante dovrebbe essere il rinnovamento delle RSA. È necessario individuare nuove forme di servizi domiciliari sia aggregati che disaggregati sul territorio con l’implementazione dell’intelligenza artificiale, della domotica e altre acquisizioni robotiche come quelle giapponesi. Le RSA, come strutture, devono servire solo alle patologie biopsichiche che necessitano di un’assistenza strettamente sanitaria. Bisogna rimuovere il concetto ormai decadente assistenziale del novecento, e pensare al futuro. In Europa, così come in Italia, ci sono già in atto nuove esperienze interessanti. Basta con i cronicari. Tra i membri della lista ci saranno professionisti in grado di affrontare questa questione. L’importante è che questa proposta elettorale non sia la fotocopia della lista Pensionati.
La partita si gioca a escludenti, per vincere. Il bipolarismo, anche se lo si mantiene, nella sostanza, è superato. La questione non è del 40%. E questa proposta è l’espressione sintomatica della chiusura di un ciclo, di una fase. Bisogna riaprire le porte. La partita a dadi è aperta, bisogna inclinare l’asse prospettico. La cosa importante sono i contenuti concreti e fattibili.
Gli ottantenni forse sono stanchi di sentirsi raccontare la solita storiella che si ripete da decenni: pensano di avere delle qualità e una preparazione storica più solida. Questo è tutto da vedere. Per ora, non è detto, che andrà in porto; è una novità che nasconde in sé un problema sociale profondo.
Oltre alla lista degli ottantenni, sulla scena, ci sarà la pastina riscaldata di Appello per Lecco; il trio del centrodestra privo di un programma; un polo di centrosinistra con il mal di pancia composto di vari satelliti che ruotano attorno a un Pd che dovrebbe almeno fare un congresso cittadino, per evitare un dizionario composto di vocaboli svuotati di significato.
Gli ottantenni potrebbero essere uno stimolo per sollecitare qualcosa di nuovo.
L’importante è che ogni formazione giochi la propria partita. Si vedrà.
Il programma è tutto da definire, così pure sarà interessante conoscere i membri della lista. I giovani ottantenni si daranno da fare. É possibile intuire che saranno ex o attuali liberi professionisti, che stanchi di starsene seduti a guardare le nuove generazioni a fare il bagno nella piscina o a giocare a tennis in Canottieri, hanno deciso di impegnarsi per la città.
A ottant’anni si è ancora attivi e positivi. Fanno bene.
Impegnarsi fa bene alla salute mentale e al fisico: non è necessario starsene al bar a giocare a carte, oppure andare a qualche concerto, o a qualche mostra o fare fondo.
L’unica proposta programmatica, uscita dalla bocca di Marco Cariboni, riguarda il porticciolo in zona Malpensata. É scontato che l’uscente Presidente della Canottieri riproponga questa decennale proposta: fa parte del suo spirito. Tuttavia, si resta in attesa di un valido programma.
L’altra affermazione riguarda l’autonomia della lista. Il candidato sindaco dovrebbe essere un quarantenne. Qui ci casca l’asino. Una lista di giovani ottantenni dovrebbe essere condotta da un valido, pimpante, attraente e ginnico ottantenne. Non serve il nipotino tolto dal cassetto. Il bello è vedere una lista contemporanea. Il nipotino lo ceda a un’altra squadra. Se no, la novità si annulla come una goccia in un bicchier d’acqua.
Un punto programmatico importante dovrebbe essere il rinnovamento delle RSA. È necessario individuare nuove forme di servizi domiciliari sia aggregati che disaggregati sul territorio con l’implementazione dell’intelligenza artificiale, della domotica e altre acquisizioni robotiche come quelle giapponesi. Le RSA, come strutture, devono servire solo alle patologie biopsichiche che necessitano di un’assistenza strettamente sanitaria. Bisogna rimuovere il concetto ormai decadente assistenziale del novecento, e pensare al futuro. In Europa, così come in Italia, ci sono già in atto nuove esperienze interessanti. Basta con i cronicari. Tra i membri della lista ci saranno professionisti in grado di affrontare questa questione. L’importante è che questa proposta elettorale non sia la fotocopia della lista Pensionati.
La partita si gioca a escludenti, per vincere. Il bipolarismo, anche se lo si mantiene, nella sostanza, è superato. La questione non è del 40%. E questa proposta è l’espressione sintomatica della chiusura di un ciclo, di una fase. Bisogna riaprire le porte. La partita a dadi è aperta, bisogna inclinare l’asse prospettico. La cosa importante sono i contenuti concreti e fattibili.
Gli ottantenni forse sono stanchi di sentirsi raccontare la solita storiella che si ripete da decenni: pensano di avere delle qualità e una preparazione storica più solida. Questo è tutto da vedere. Per ora, non è detto, che andrà in porto; è una novità che nasconde in sé un problema sociale profondo.
Oltre alla lista degli ottantenni, sulla scena, ci sarà la pastina riscaldata di Appello per Lecco; il trio del centrodestra privo di un programma; un polo di centrosinistra con il mal di pancia composto di vari satelliti che ruotano attorno a un Pd che dovrebbe almeno fare un congresso cittadino, per evitare un dizionario composto di vocaboli svuotati di significato.
Gli ottantenni potrebbero essere uno stimolo per sollecitare qualcosa di nuovo.
L’importante è che ogni formazione giochi la propria partita. Si vedrà.
Dr. Enrico Magni, Psicologo, giornalista