I 130 anni della Canottieri raccontati in una mostra
L’anniversario sarà il 27 settembre: fu in quella sera del 1895 che al Teatro della Società venne fondata la Canottieri Lecco con l’obiettivo primario di promuovere lo sport del canottaggio. Da allora sono passati 130 anni e la società sportiva lecchese, la più antica della città, si è distinta anche per altre discipline sportive ed eventi di varia natura. La ricorrenza è celebrata con una mostra allestita al piano terreno del Palazzo delle paure e inaugurata ieri con l’intervento della curatrice Maddalena Medici, del consigliere societario Giovanni Annoni, del sindaco Mauro Gattinoni e del direttore dei musei civici Mauro Rossetto.


Lontano dalla città per un periodo di vacanza, non ha partecipato all’appuntamento il presidente, ormai “presidentissimo” della società: Marco Cariboni, alla guida del sodalizio da un quarantennio e che nel corso dell’ultima assemblea dei soci, lo scorso mese di aprile, ha annunciato sia ormai venuto il tempo di passare il testimone. Compiendo ottant’anni di età, aveva detto, è giusto lasciare spazio ai giovani. Da parte sua, naturalmente, continuerà a dare una mano e a essere presente e attivo nella vita civica, visto che proprio nei giorni scorsi ha annunciato una lista civica per le prossime elezioni comunali, composta da candidati ottantenni.


Nell’aprire l’incontro di inaugurazione, Rossetto ha sottolineato come la Canottieri rappresenti un patrimonio culturale per la città di Lecco: i suoi archivi e i documenti che vi sono conservati rappresentano infatti un pezzo di storia importante di Lecco. Archivi che si intrecciano con l’archivio Badoni conservato al Politecnico di Lecco e nel quale spicca un faldone denominato proprio “Canottieri”. Dell’associazione, del resto, Riccardo Badoni fu presidente per oltre mezzo secolo e passò la mano anch’egli al compimento degli ottant’anni.
Il sindaco Gattinoni ha puntato l’attenzione sul legame tra la città e la Canottieri, la prima associazione sportiva (la seconda fu la Gal, la società di ginnastica artistica poi intitolata ad Antonio Ghislanzoni) che nel corso di questi 130 anni è stata in prima fila nella diffusione dello sport. Basti ricordare che in seno alla Canottieri è nata anche la squadra di calcio cittadina, “il” Lecco, che giocava in un campetto lì vicino. E poi tantissimi successi: nella canoa, nel canottaggio, nella vela e in tanti altri sport. Ma dopo il passato, occorre guardare al futuro «e so che ci sono altri progetti».


Maddalena Medici ha spiegato come la mostra in realtà celebri due anniversari: oltre ai 130 anni della Canottieri, anche i 50 anni del Fai, il Fondo per l’ambiente: «Come Fai volevamo organizzare un grande evento e abbiamo così deciso di mettere assieme le due cose».
La mostra – ha continuato Medici – è articolata in due sale: una prima che riguarda l’edificio, la nascita della società, la prima sede e l’ampliamento, il racconto di come sia nata l’associazione e l’esposizione di alcuni trofei storici «che sono vere opere d’arte, sculture.» La seconda parte è invece dedicata ai successi sportivi: «E’ stato difficile, i risultati sono stati tanti e a volerli ricordare tutti avremmo certamente dimenticato qualcuno. Abbiamo allora deciso di raccontare le eccellenze».
Ci sono foto storiche, storie vecchie e nuove, le medaglie olimpiche, registri datati e cronache recenti. «Spero – la conclusione - che questa mostra dia un’immagine autentica della Canottieri. Da parte mia, sono stata giudice-arbitro della Federazione nazionale tennis per quindici anni e ho visitato molti circoli italiani. E ne ho visti tanti che hanno cambiato proprietà, che magari sono stati comprati da realtà straniere. In tutto questo tempo, invece, la Canottieri Lecco ha mantenuto la sua identità».


E’ toccato poi ad Annoni parlare delle prospettive in vista che sono incoraggianti, prevedendo anni di successi per la canoa e il canottaggio. Ma ha anche voluto ringraziare le forze dell’ordine «che permettono di continuare quello che si inizia in Canottieri». Perché ci si dedica a un’attività sportiva inizialmente per semplice divertimento, poi diventa una passione, un impegno e quando si passa all’agonismo sono le squadre delle forze dell’ordine «a consentire ai nostri atleti di cimentarsi nel mondo».
Annoni ha poi proseguito parlando della Canottieri come di una vera polisportiva che nel corso del tempo ha visto praticare dai suoi soci gli sport più diversi: canoa e canottaggio, certo, poi il nuoto e la vela a mantenere un «feeling con l’acqua», ma anche la scherma, il tennis, la motonautica. Infine, l’invito a vistare, dopo aver visto la mostra, anche la sede di via Nullo. Da parte sua, Rossetto ha ricordato come la Canottieri sia stata anche un
punto di riferimento dell’inventore lecchese Pietro Vassena, l’inventore lecchese che tra le altre cose ha ideato il sommergibile C3: «Per Vassena, la Canottieri è stato un luogo di sperimentazione per molte delle sue invenzione». E’ parso di capire, tra l’altro, che qualcosa bolla in pentola per ricordare il personaggio, anche se nessuno ha voluto fare anticipazioni. E da invenzione a invenzione, Medici ha anche ricordato la fattiva collaborazione avviata in questi anni con il Politecnico.
La mostra resterà aperta fino al 21 settembre. Ingresso libero. Gli orari sono quelli tradizionali di Palazzo delle paure: mercoledì dalle 10 alle 14; da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18; lunedì chiuso.
Lontano dalla città per un periodo di vacanza, non ha partecipato all’appuntamento il presidente, ormai “presidentissimo” della società: Marco Cariboni, alla guida del sodalizio da un quarantennio e che nel corso dell’ultima assemblea dei soci, lo scorso mese di aprile, ha annunciato sia ormai venuto il tempo di passare il testimone. Compiendo ottant’anni di età, aveva detto, è giusto lasciare spazio ai giovani. Da parte sua, naturalmente, continuerà a dare una mano e a essere presente e attivo nella vita civica, visto che proprio nei giorni scorsi ha annunciato una lista civica per le prossime elezioni comunali, composta da candidati ottantenni.
Maurizio Rossetto
Nell’aprire l’incontro di inaugurazione, Rossetto ha sottolineato come la Canottieri rappresenti un patrimonio culturale per la città di Lecco: i suoi archivi e i documenti che vi sono conservati rappresentano infatti un pezzo di storia importante di Lecco. Archivi che si intrecciano con l’archivio Badoni conservato al Politecnico di Lecco e nel quale spicca un faldone denominato proprio “Canottieri”. Dell’associazione, del resto, Riccardo Badoni fu presidente per oltre mezzo secolo e passò la mano anch’egli al compimento degli ottant’anni.
Il sindaco Gattinoni ha puntato l’attenzione sul legame tra la città e la Canottieri, la prima associazione sportiva (la seconda fu la Gal, la società di ginnastica artistica poi intitolata ad Antonio Ghislanzoni) che nel corso di questi 130 anni è stata in prima fila nella diffusione dello sport. Basti ricordare che in seno alla Canottieri è nata anche la squadra di calcio cittadina, “il” Lecco, che giocava in un campetto lì vicino. E poi tantissimi successi: nella canoa, nel canottaggio, nella vela e in tanti altri sport. Ma dopo il passato, occorre guardare al futuro «e so che ci sono altri progetti».
Maddalena Medici
Maddalena Medici ha spiegato come la mostra in realtà celebri due anniversari: oltre ai 130 anni della Canottieri, anche i 50 anni del Fai, il Fondo per l’ambiente: «Come Fai volevamo organizzare un grande evento e abbiamo così deciso di mettere assieme le due cose».
La mostra – ha continuato Medici – è articolata in due sale: una prima che riguarda l’edificio, la nascita della società, la prima sede e l’ampliamento, il racconto di come sia nata l’associazione e l’esposizione di alcuni trofei storici «che sono vere opere d’arte, sculture.» La seconda parte è invece dedicata ai successi sportivi: «E’ stato difficile, i risultati sono stati tanti e a volerli ricordare tutti avremmo certamente dimenticato qualcuno. Abbiamo allora deciso di raccontare le eccellenze».
Ci sono foto storiche, storie vecchie e nuove, le medaglie olimpiche, registri datati e cronache recenti. «Spero – la conclusione - che questa mostra dia un’immagine autentica della Canottieri. Da parte mia, sono stata giudice-arbitro della Federazione nazionale tennis per quindici anni e ho visitato molti circoli italiani. E ne ho visti tanti che hanno cambiato proprietà, che magari sono stati comprati da realtà straniere. In tutto questo tempo, invece, la Canottieri Lecco ha mantenuto la sua identità».
Giovanni Annoni
E’ toccato poi ad Annoni parlare delle prospettive in vista che sono incoraggianti, prevedendo anni di successi per la canoa e il canottaggio. Ma ha anche voluto ringraziare le forze dell’ordine «che permettono di continuare quello che si inizia in Canottieri». Perché ci si dedica a un’attività sportiva inizialmente per semplice divertimento, poi diventa una passione, un impegno e quando si passa all’agonismo sono le squadre delle forze dell’ordine «a consentire ai nostri atleti di cimentarsi nel mondo».
Annoni ha poi proseguito parlando della Canottieri come di una vera polisportiva che nel corso del tempo ha visto praticare dai suoi soci gli sport più diversi: canoa e canottaggio, certo, poi il nuoto e la vela a mantenere un «feeling con l’acqua», ma anche la scherma, il tennis, la motonautica. Infine, l’invito a vistare, dopo aver visto la mostra, anche la sede di via Nullo.
La mostra resterà aperta fino al 21 settembre. Ingresso libero. Gli orari sono quelli tradizionali di Palazzo delle paure: mercoledì dalle 10 alle 14; da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18; lunedì chiuso.
D.C.