Accesa dal Papa, la fiaccolata di Maggianico è arrivata in oratorio

La Fiaccola di Maggianico continua a emozionare. Domenica 7 settembre la fiamma è arrivata all’oratorio del rione lecchese, accolta con gioia dalla comunità e dai ragazzi protagonisti del lungo percorso iniziato a Roma, con l’accensione da parte del parroco don Ottavio Villa sotto gli occhi di Papa Leone XIV che, mercoledì scorso, ha benedetto l’iniziativa. Una tradizione che dura dal 1975 e che ancora oggi porta con sé lo stesso significato di allora: unire fede, amicizia e vita comunitaria.
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L'accensione della fiaccola dinnanzi al Papa. Sotto don Ottavio in piazza San Pietro
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A sottolineare l’importanza dell’evento, sulle magliette dei tedofori è stato riportato un omaggio a Piero Frigerio, storico organizzatore delle prime fiaccolate. Durante la tappa di Pratovecchio, in provincia di Arezzo, poi, i partecipanti hanno incontrato suor Giovanna, originaria di Maggianico e partecipante della decima edizione della fiaccolata nel 1985.
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Accanto al momento ufficiale, però, la fiaccolata è fatta soprattutto di esperienza condivisa. A raccontarlo è stato il responsabile Gianluca Castelnuovo: «non è solo correre con la torcia in mano, ma vivere insieme giorni essenziali. I ragazzi dormono in palestre o strutture di fortuna, con il sacco a pelo e poche cose. Si dividono i compiti: chi corre, chi cucina, chi prepara il posto per dormire. Ogni pulmino porta 7-8 partecipanti: si danno il cambio ogni chilometro circa, così tutti fanno la loro parte. È un modo per imparare ad arrangiarsi, per scoprire che si può stare bene anche con poco».
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Il percorso di quest’anno è stato particolarmente suggestivo: Roma – Rieti – Pratovecchio – Massa – Piacenza – Lecco. Un cammino a tappe di oltre cento chilometri al giorno, che ha permesso di unire la capitale al cuore del rione lecchese, attraversando città e territori ricchi di storia e spiritualità.
Non mancano i momenti conviviali: «Ogni squadra si ferma per fare la spesa nei mercati locali, assaggiando i prodotti tipici. È un’esperienza di semplicità, ma anche di conoscenza del territorio e di apertura agli altri».
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Un aspetto fondamentale è l’organizzazione della sicurezza. Castelnuovo spiega come si sia preferito evitare carovane troppo impegnative: «Una volta bisognava avere il percorso autorizzato, rispettare i minutaggi, con pattuglie al seguito. Era complicato. Ora abbiamo scelto una formula più semplice: un corridore con la fiaccola è seguito da una bicicletta che lo accompagna e lo protegge, senza occupare la strada. È un modo sobrio ma efficace per portare avanti il simbolo della fiaccolata».
Durante il cammino i partecipanti hanno incontrato altre fiaccolate, creando legami e amicizie. «È una cosa sana, continua, che non fa rumore come una notizia negativa, ma lascia un segno profondo. I ragazzi imparano il valore del sacrificio e della collaborazione. Questo è lo spirito che ci tiene uniti da 50 anni».
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La fiaccolata si è conclusa all’oratorio di Maggianico, con la Messa celebrata da Don Ottavio Villa, che saluterà la comunità domenica prossima con la sua ultima Messa prima del trasferimento a Brivio, lasciando un ricordo affettuoso e profondo per i ragazzi e le famiglie del rione. 
Al cuore di questa esperienza ci sono cinque parole che riassumono lo spirito della fiaccolata: pellegrinaggio, condivisione, sport, sacrificio e ritorno all’essenzialità. Cinque valori che rendono unica questa tradizione e che, anno dopo anno, continuano a dare significato alla vita del rione e dei suoi giovani.
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Questa edizione del 2025 ha saputo unire passato e presente, celebrando le radici della tradizione con omaggi a chi l’ha resa possibile, come Piero Frigerio e Don Giacomo Tagliabue, scomparso di recente, e ricordando i protagonisti delle prime fiaccolate, come suor Giovanna. Allo stesso tempo, ha aperto nuove porte, accogliendo ragazze tra i partecipanti e confermando l’impegno dei giovani nella vita comunitaria, nello sport e nella condivisione. La Fiaccola di Maggianico si conferma così un simbolo vivo di amicizia, fede e impegno sociale, capace di unire generazioni e territori in un’esperienza unica, che continua a scrivere la storia del rione e della sua comunità.
G.D.
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