Spaccio in via Ferriera: dopo 8 anni nessun colpevole

Di oltre 30 non pagherà nessuno. La mannaia della prescrizione, proprio in concomitanza con la conferenza stampa con cui si "festeggiava" l'arresto di una famiglia ritenuta a capo di un fiorente giro di droga,  si è abbattuta su quel che restava del corposo fascicolo originato dall'indagine, condotta dalla Squadra Mobile cittadina, che, nel novembre del 2017, aveva "ripulito" via Ferriera, portando a 34 denunce per spaccio di sostanze stupefacenti, documentando altresì una serie di cessioni in favore anche di minorenni e dunque alunni delle scuole lecchesi che, prima dell'inizio delle lezioni o dopo l'ultima campanella della giornata, si approvvigionavano di hashish o marijuana transitando nel "budello" che collega la stazione ferroviaria alle Meridiane, diventato piazza per lo smercio di "fumo" e "erba" alla luce del sole, a due passi dal centro città.
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Un frame estratto dal video con cui la Polizia aveva documentato le cessioni

Ed il "repulisti" aveva in parte interessato anche i centri di accoglienza del territorio ed in particolare il Ferrhotel: lì alloggiavano 13 degli stranieri finiti all'attenzione della Polizia. Altri 9 provenivano dai CAS al tempo attivi a Cremeno, Calolzio, Ballabio e Malgrate.
Due dei 34 (tutti giovanotti originari di Gambia, Nigeria, Mali, Senegal, Costa D’Avorio o Guinea), poi, erano risultati clandestini irregolari ed altri 8 ancora avevano già perso il diritto all'accoglienza in quanto autori di altri reati.
Vite in qualche modo ai margini, soggetti spariti ben prima dell'avvio del procedimento a loro carico, tanto da essere dichiarati per buona parte irreperibili con 22 nomi depennati già nel novembre 2023, dopo un iniziale battuta d'arresto nell'iter giudiziario.
Il giudice Gianluca Piantadosi, inizialmente investito della questione, su citazione diretta, in considerazione della contestazione dell'aggravante dello spaccio destinato a minorenni, aveva rinviato gli atti alla Procura, con il fascicolo approdato poi in udienza preliminare, dove per l'appunto, constatata l'irreperibilità, i nomi di due terzi degli imputati erano stati espunti. 
Giovedì scorso l'ultimo capitolo della vicenda, al cospetto del collegio giudicante del Tribunale di Lecco presieduto dalla dottoressa Bianca Maria Bianchi. Velocissima la seduta, ridotta alla constatazione dell'intervenuta prescrizione.
“Caso” chiuso. Senza nemmeno un responsabile.
A.M.
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