Spaccio di droga e detenzione di armi: famiglia macedone in manette. Dalle indagini dei CC emerge un 'collegamento' con Baby Gang, trapper calolziese, arrestato in un hotel a Milano
Nei suoi confronti era stata disposta unicamente una perquisizione: quel che è poi accaduto si è rivelato una sorpresa per gli stessi operanti. Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib - il trapper di origine marocchine, ma cresciuto a Calolziocorte – è finito in manette nelle scorse ore all'esito di una complessa operazione portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Lecco.

Durante i controlli a suo carico – svolti nella notte in un hotel di Milano, dove il musicista si trovava dopo aver preso parte in qualità di ospite, al concerto del brianzolo Emis Killa – il 24enne è stato trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa e quindi tratto in arresto in flagranza per detenzione di arma clandestina e ricettazione. La perquisizione estesa a seguire nell'abitazione calolziese – dove i militari hanno trovato un altro soggetto, la cui posizione è ora oggetto di accertamenti - ha consentito di rinvenire, occultate in un vano, altre due pistole clandestine.
Ma come si è arrivati a Baby Gang? A spiegarlo, in conferenza stampa, sono stati il colonnello Nicola Melidonis – comandante provinciale dell'Arma a Lecco – e il tenente colonnello Andrea Domenici, da pochi giorni a capo del reparto operativo. Presente anche il procuratore capo Ezio Domenico Basso che ha coordinato la complessa indagine culminata nel fermo di cinque persone, con ulteriori due soggetti sottoposti dal divieto di dimora nel lecchese.

Indagine che ha preso il via nel gennaio 2024 quando i carabinieri del nucleo radiomobile della Compagnia cittadina avevano fermato un soggetto, trovato in possesso (oltre che di droga) anche di un fucile mitragliatore d'assalto di derivazione AK47, risultato di fabbricazione ex cecoslovacca, perfettamente funzionante e con il relativo munizionamento. Un'arma che, a seguito di complessi e meticolosi accertamenti che hanno coinvolto anche il Ris di Parma, è risultata la stessa utilizzata nelle riprese di alcuni video musicali di Baby Gang e di un altro trapper d'adozione brianzola, Simba La Rue, al secolo Mohamed Lamine Saida, classe 2002, attualmente detenuto e anche lui indagato nel medesimo procedimento.

Ma non è finita qui: dalle risultanze investigative è emerso un collegamento tra il fucile e gli Hetem, una famiglia macedone con casa in Valsassina, a Introbio per la precisione. A loro i Carabinieri sono arrivati grazie ad un altro fatto: il rinvenimento nel carcere di Pescarenico, di una serie di telefoni cellulari. Le indagini sulla vicenda hanno consentito di ''attenzionare'' il nucleo familiare, ritenuto al centro di un sostanzioso giro di spaccio tra la Valsassina e la città di Lecco, con un introito stimato in circa 12mila euro al mese. Non solo droga però: per i Carabinieri la famiglia avrebbe avuto nella propria disponibilità diverse armi, anche di calibro significativo, del tutto simili peraltro a quelle utilizzate dai noti trapper nei loro video.
Le indagini proseguono e arriviamo al 14 febbraio di quest'anno. La sera di San Valentino uno degli Hetem – Mevljan, già arrestato nel 2019 per una sparatoria nei boschi della droga, fra Ballabio e Lecco – viene fermato dai Carabinieri che lo trovano in possesso di due pistole rubate, utilizzate in altri episodi delittuosi tra cui la sparatoria di Corso Como a Milano, occorsa nel luglio 2022 (per la quale è stato condannato Baby Gang ndr), nonché di 22 dosi di cocaina.
Nei confronti della famiglia viene chiesta dunque la misura cautelare, con l'ordinanza emessa nelle scorse ore dal GIP del Tribunale di Lecco. Tratti in arresto per concorso in detenzione e porto illegale di armi da fuoco comuni e da guerra – nonché detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti - Zilbehar Hetem, classe 1975, suo figlio Mevljudin, 23 anni, suo cognato Rasim Dali del 1983; già in carcere Mevljan Hetem, anch'egli gravato dalla misura di custodia.
Contestazioni anche a carico di ulteriori due soggetti della famiglia: Mevljane Hetem classe 2000 e il marito Fiton Hetem, di un anno più grande, sottoposti a divieto di dimora poiché ritenuti coinvolti nello spaccio droga.

Da annoverare tra le fila degli arrestati anche Zaccaria Mouhib – alias Baby Gang – seppur, come dicevamo in apertura il suo fermo non fosse originariamente previsto. Per gli inquirenti le indagini avrebbero accertato il suo legame con la famiglia Hetem, oltre al possesso delle armi rinvenute nel corso delle perquisizioni delle scorse ore. Il procuratore Basso ha precisato però che dell'arresto del trapper non si è occupato il suo Ufficio, bensì i colleghi di Milano: ''si è trattato di uno sviluppo non prevedibile al momento in cui l'operazione è stata disposta, in quanto egli era indagato a piede libero, destinatario unicamente di una perquisizione domiciliare presso la sua residenza di Calolziocorte, avvenuta questa mattina, con esito positivo''.

Il procuratore si è detto soddisfatto per l'esito dell'indagine ritenuta, seppur complessa, ''interessante''. ''Devo dire che è stata gestita molto bene: ci è voluto tempo, ma non si poteva accelerarla'' ha detto, complimentandosi con l'Arma e in particolare con il tenente colonnello Domenici.
Per il colonnello Melidonis, comandante provinciale dei Carabinieri, l'operazione avrebbe portato alla luce ''un'importante disponibilità di armi da parte dei soggetti coinvolti, che riteniamo legate alla sfera dello spaccio delle sostanze stupefacenti, forse per auto tutelarsi''. Il numero uno dell'Arma lecchese ha altresì messo in evidenza una ''indifferenza rispetto ai provvedimenti adottati da parte dei soggetti fermati e una sorta di spavalderia nell'affrontare alcune situazioni''.

''La perquisizione di stamani è stata impegnativa: le armi risultavano occultate e ci siamo dovuti servire anche di un'unità cinofila per rinvenirle, non essendoci state consegnate subito'' ha concluso l'ufficiale della Benemerita.
Eseguita l'ordinanza di custodia cautelare, gli Hetem – così come Baby Gang – restano ora a disposizione dell'autorità giudiziaria che ne dovrà accertare le effettive responsabilità penali a loro ascritte nelle odierne contestazioni.

Durante i controlli a suo carico – svolti nella notte in un hotel di Milano, dove il musicista si trovava dopo aver preso parte in qualità di ospite, al concerto del brianzolo Emis Killa – il 24enne è stato trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa e quindi tratto in arresto in flagranza per detenzione di arma clandestina e ricettazione. La perquisizione estesa a seguire nell'abitazione calolziese – dove i militari hanno trovato un altro soggetto, la cui posizione è ora oggetto di accertamenti - ha consentito di rinvenire, occultate in un vano, altre due pistole clandestine.
Ma come si è arrivati a Baby Gang? A spiegarlo, in conferenza stampa, sono stati il colonnello Nicola Melidonis – comandante provinciale dell'Arma a Lecco – e il tenente colonnello Andrea Domenici, da pochi giorni a capo del reparto operativo. Presente anche il procuratore capo Ezio Domenico Basso che ha coordinato la complessa indagine culminata nel fermo di cinque persone, con ulteriori due soggetti sottoposti dal divieto di dimora nel lecchese.

Indagine che ha preso il via nel gennaio 2024 quando i carabinieri del nucleo radiomobile della Compagnia cittadina avevano fermato un soggetto, trovato in possesso (oltre che di droga) anche di un fucile mitragliatore d'assalto di derivazione AK47, risultato di fabbricazione ex cecoslovacca, perfettamente funzionante e con il relativo munizionamento. Un'arma che, a seguito di complessi e meticolosi accertamenti che hanno coinvolto anche il Ris di Parma, è risultata la stessa utilizzata nelle riprese di alcuni video musicali di Baby Gang e di un altro trapper d'adozione brianzola, Simba La Rue, al secolo Mohamed Lamine Saida, classe 2002, attualmente detenuto e anche lui indagato nel medesimo procedimento.

Il colonnello Nicola Melidonis
Ma non è finita qui: dalle risultanze investigative è emerso un collegamento tra il fucile e gli Hetem, una famiglia macedone con casa in Valsassina, a Introbio per la precisione. A loro i Carabinieri sono arrivati grazie ad un altro fatto: il rinvenimento nel carcere di Pescarenico, di una serie di telefoni cellulari. Le indagini sulla vicenda hanno consentito di ''attenzionare'' il nucleo familiare, ritenuto al centro di un sostanzioso giro di spaccio tra la Valsassina e la città di Lecco, con un introito stimato in circa 12mila euro al mese. Non solo droga però: per i Carabinieri la famiglia avrebbe avuto nella propria disponibilità diverse armi, anche di calibro significativo, del tutto simili peraltro a quelle utilizzate dai noti trapper nei loro video.
Le indagini proseguono e arriviamo al 14 febbraio di quest'anno. La sera di San Valentino uno degli Hetem – Mevljan, già arrestato nel 2019 per una sparatoria nei boschi della droga, fra Ballabio e Lecco – viene fermato dai Carabinieri che lo trovano in possesso di due pistole rubate, utilizzate in altri episodi delittuosi tra cui la sparatoria di Corso Como a Milano, occorsa nel luglio 2022 (per la quale è stato condannato Baby Gang ndr), nonché di 22 dosi di cocaina.
Nei confronti della famiglia viene chiesta dunque la misura cautelare, con l'ordinanza emessa nelle scorse ore dal GIP del Tribunale di Lecco. Tratti in arresto per concorso in detenzione e porto illegale di armi da fuoco comuni e da guerra – nonché detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti - Zilbehar Hetem, classe 1975, suo figlio Mevljudin, 23 anni, suo cognato Rasim Dali del 1983; già in carcere Mevljan Hetem, anch'egli gravato dalla misura di custodia.
Contestazioni anche a carico di ulteriori due soggetti della famiglia: Mevljane Hetem classe 2000 e il marito Fiton Hetem, di un anno più grande, sottoposti a divieto di dimora poiché ritenuti coinvolti nello spaccio droga.

Il procuratore capo Ezio Domenico Basso
Da annoverare tra le fila degli arrestati anche Zaccaria Mouhib – alias Baby Gang – seppur, come dicevamo in apertura il suo fermo non fosse originariamente previsto. Per gli inquirenti le indagini avrebbero accertato il suo legame con la famiglia Hetem, oltre al possesso delle armi rinvenute nel corso delle perquisizioni delle scorse ore. Il procuratore Basso ha precisato però che dell'arresto del trapper non si è occupato il suo Ufficio, bensì i colleghi di Milano: ''si è trattato di uno sviluppo non prevedibile al momento in cui l'operazione è stata disposta, in quanto egli era indagato a piede libero, destinatario unicamente di una perquisizione domiciliare presso la sua residenza di Calolziocorte, avvenuta questa mattina, con esito positivo''.

Il procuratore si è detto soddisfatto per l'esito dell'indagine ritenuta, seppur complessa, ''interessante''. ''Devo dire che è stata gestita molto bene: ci è voluto tempo, ma non si poteva accelerarla'' ha detto, complimentandosi con l'Arma e in particolare con il tenente colonnello Domenici.
Per il colonnello Melidonis, comandante provinciale dei Carabinieri, l'operazione avrebbe portato alla luce ''un'importante disponibilità di armi da parte dei soggetti coinvolti, che riteniamo legate alla sfera dello spaccio delle sostanze stupefacenti, forse per auto tutelarsi''. Il numero uno dell'Arma lecchese ha altresì messo in evidenza una ''indifferenza rispetto ai provvedimenti adottati da parte dei soggetti fermati e una sorta di spavalderia nell'affrontare alcune situazioni''.

Il tenente colonnello Andrea Domenici
''La perquisizione di stamani è stata impegnativa: le armi risultavano occultate e ci siamo dovuti servire anche di un'unità cinofila per rinvenirle, non essendoci state consegnate subito'' ha concluso l'ufficiale della Benemerita.
Eseguita l'ordinanza di custodia cautelare, gli Hetem – così come Baby Gang – restano ora a disposizione dell'autorità giudiziaria che ne dovrà accertare le effettive responsabilità penali a loro ascritte nelle odierne contestazioni.
G.C.