Maggianico: con Lumis in mostra 'Son solo sguardi'
Il Circolo Fratelli Figini ospiterà Son solo sguardi: in mostra ritratti realizzati dalla giovane fotografa Laura Selvatici. In particolare saranno visibili le fotografie in bianco e nero scattate e stampate completamente in analogico e dedicata ad alcune giovani ragazze immerse in ambienti naturali.
L’esposizione sarà inaugurata sabato 20 settembre alle ore 18 nella sala espositiva del Circolo Figini di Maggianico. In quest’occasione sarà possibile incontrare la fotografa Laura Selvatici.
Il progetto di Laura nasce da alcune fotografie scattate durante una vacanza in Grecia, con Emma e Roberta, due amiche d’infanzia, nel corso del giugno del 2021. Alla fine delle lunghe giornate trascorse sulle spiagge dell’isola di Skopelos, la sera, si ritrovavano a passeggiare per il paese, nei pressi del porto, dove era diventata un’abitudine appostarsi sugli scogli, vicino alle barche.
Ad ogni tramonto, durante quella breve fuga estiva, le ragazze si scattavano delle fotografie, per il semplice gusto di passare il tempo. Ma una volta tornata a casa, sviluppate e visionate le pellicole, dalle foto emerge la magia di quelle serate passate in un posto così lontano ma che Laura ancora sente così vicino.
Laura selvatici (2003), cresce a Monza e inizia a fotografare intorno ai 14 anni, dopo aver trovato in casa, riposta in una libreria, una vecchia Nikon di suo padre, ormai inutilizzata. Comincia a sperimentare, un po’ per gioco, un po’ per passare il troppo tempo libero e fin da subito la sua attenzione viene attirata dalla figura umana.
Nel 2021 riceve da Francesco Profera, fotografo e vecchio amico del padre, una Olympus om-1, la sua prima macchina fotografica analogica, e lo stesso Profera le insegna a sviluppare i rullini che scatta. Successivamente Laura si iscrive all’accademia di belle arti di Brera che ad oggi frequenta. Tra il 2022 e il 2024 lascia da parte la fotografia e i suoi “esperimenti” personali per lavorare e seguire le lezioni, ma nonostante ciò, la figura umana con il suo modo di porsi e comunicare, continua ad attirare la sua attenzione, fino a che nel corso dell’ultimo anno, riprende a scattare e inizia a stampare in camera oscura nel tentativo di dare una vita materiale a ciò che era rimasto fino ad allora solo impressionato sulla pellicola
Per Laura fotografare resta una sorta di gioco in cui esiste e si amplia la possibilità di sperimentazione e ragionamento, in ogni fase del processo di creazione, dallo scatto, allo sviluppo, e ora , nei primi approcci alla stampa.
L’esposizione sarà inaugurata sabato 20 settembre alle ore 18 nella sala espositiva del Circolo Figini di Maggianico. In quest’occasione sarà possibile incontrare la fotografa Laura Selvatici.

Ad ogni tramonto, durante quella breve fuga estiva, le ragazze si scattavano delle fotografie, per il semplice gusto di passare il tempo. Ma una volta tornata a casa, sviluppate e visionate le pellicole, dalle foto emerge la magia di quelle serate passate in un posto così lontano ma che Laura ancora sente così vicino.
Laura selvatici (2003), cresce a Monza e inizia a fotografare intorno ai 14 anni, dopo aver trovato in casa, riposta in una libreria, una vecchia Nikon di suo padre, ormai inutilizzata. Comincia a sperimentare, un po’ per gioco, un po’ per passare il troppo tempo libero e fin da subito la sua attenzione viene attirata dalla figura umana.
Nel 2021 riceve da Francesco Profera, fotografo e vecchio amico del padre, una Olympus om-1, la sua prima macchina fotografica analogica, e lo stesso Profera le insegna a sviluppare i rullini che scatta. Successivamente Laura si iscrive all’accademia di belle arti di Brera che ad oggi frequenta. Tra il 2022 e il 2024 lascia da parte la fotografia e i suoi “esperimenti” personali per lavorare e seguire le lezioni, ma nonostante ciò, la figura umana con il suo modo di porsi e comunicare, continua ad attirare la sua attenzione, fino a che nel corso dell’ultimo anno, riprende a scattare e inizia a stampare in camera oscura nel tentativo di dare una vita materiale a ciò che era rimasto fino ad allora solo impressionato sulla pellicola
Per Laura fotografare resta una sorta di gioco in cui esiste e si amplia la possibilità di sperimentazione e ragionamento, in ogni fase del processo di creazione, dallo scatto, allo sviluppo, e ora , nei primi approcci alla stampa.
