Lega: oltre 200 militanti del Lecchese a Pontida. Butti: “Oggi si respirava identità”

C’è un appuntamento che, per i militanti leghisti, non è mai uguale a nessun altro. È la Pontida di settembre, quella che ogni anno richiama migliaia di bandiere, cori e volti familiari sul pratone simbolo del movimento. Domenica 21 settembre, ancora una volta, la tradizione si è rinnovata: un raduno che ha saputo unire la dimensione locale e quella internazionale, la passione della base e i messaggi politici lanciati dal palco.
Pontida1.jpg (635 KB)
Quest’anno lo slogan è stato chiaro e diretto: “La tua Pontida. Liberi e forti”. Una frase che ha campeggiato sopra il palco, davanti a un mare di persone che già dal mattino riempivano il prato. Non è mancato un momento di raccoglimento, con un silenzio dedicato alla memoria di Charlie Kirk. E tra gli striscioni, quello che ha fatto discutere è stato rivolto al vicesegretario Roberto Vannacci, al suo debutto da iscritto ufficiale: la sua presenza, e soprattutto il suo intervento, hanno segnato uno dei momenti più attesi.
Pontida11.jpg (623 KB)
Dalla provincia di Lecco la risposta è stata entusiasta, con una delegazione nutrita di oltre duecento persone tra militanti e sostenitori. A raccontarlo è il segretario provinciale Daniele Butti, che non nasconde l’emozione: “Sul pratone oggi si respirava identità. Per chi c’era è stato un ritrovarsi tra fratelli e sorelle di strada, con bandiere e idee condivise. Forse non tutti possono capire cosa significhi, forse non tutti possono capire cosa può rappresentare per noi questo momento”.
Pontida13.jpg (579 KB)
Butti ha sottolineato anche la presenza di tanti volti lombardi e lecchesi tra i protagonisti della giornata, dal coordinatore regionale Massimiliano Romeo al presidente Attilio Fontana, passando per il vicesegretario federeale ed eurodeputato Silvia Sardone fino al sottosegretario lecchese Mauro Piazza, che ha condiviso il palco insieme ad altri consiglieri e sottosegretari. Un modo, insomma, per ribadire quanto il territorio resti al centro della vita del movimento.
Pontida14.jpg (325 KB)
L’intervento del vicesegretario Vannacci, seguito con attenzione soprattutto dai giovani, ha acceso gli applausi quando ha parlato di “rimigrazione” e del valore di chi si sente erede di Charlie Kirk. Un debutto che molti hanno letto come l’inizio di un percorso destinato a pesare sempre di più all’interno della Lega.

E se la platea era gremita di militanti, il palco ha offerto anche uno spaccato di politica internazionale. Sono intervenuti infatti leader come Jordan Bardella del Rassemblement National francese, Santiago Abascal di Vox dalla Spagna e Flávio Bolsonaro dal Brasile. Una presenza che ha voluto rimarcare la vocazione sovranista del raduno, proiettando Pontida ben oltre i confini del pratone bergamasco.
Pontida15.jpg (519 KB)
Ma l’apice, inevitabilmente, è arrivato verso le 13, quando Matteo Salvini è salito sul palco. Nonostante i problemi di salute che lo avevano colpito nei giorni precedenti, il segretario federale ha scelto di esserci, strappando applausi e cori già al suo ingresso. Nel suo intervento Salvini ha toccato i temi più caldi. Ha parlato della guerra in Ucraina, ribadendo che l’Italia non è in guerra con nessuno e non manderà i propri figli a combattere. Ha aggiunto che la Lega intende presentare nei consigli comunali mozioni per dire no alla logica del conflitto e per respingere l’idea di un esercito europeo, convinto che il debito pubblico debba servire non a comprare armi e carri armati, ma a creare lavoro, case e infrastrutture.
Pontida6.jpg (829 KB)
Sul fronte dell’immigrazione, il segretario ha rimarcato la linea di sempre: chi porta rispetto, lavoro e cultura è il benvenuto, ma chi rifiuta di integrarsi e disprezza le leggi italiane deve tornare a casa. Parole accompagnate dalla condanna di ogni forma di fanatismo e integralismo religioso. Infine, ampio spazio è stato dedicato alla giustizia, con l’annuncio che ogni sede della Lega diventerà comitato per il “sì” al referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati, considerato un passaggio essenziale per garantire equità e trasparenza.

Galleria fotografica (36 immagini)


Quando è stato il momento di tornare a casa, i cori e le bandiere hanno lasciato spazio a un senso di appartenenza che, come ogni anno, ha accompagnato i partecipanti sulla via del ritorno. Per i lecchesi, ancora una volta, è stata una giornata speciale, capace di rinsaldare legami e di riportare a casa energie nuove. “Forse Pontida non è per tutti – ha ricordato Butti – ma per chi la vive è un’esperienza unica. Torniamo a casa più uniti che mai. Oggi, e come sempre avviene a Pontida, si traccia la linea politica del movimento”.
E.Ma.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.