Lecco: in piazza XX Settembre sotto la pioggia il presidio per la Palestina all’insegna dell’antisionismo

Presidio all’insegna dell’antisionismo quello promosso dal coordinamento lecchese “Stop al genocidio” e tenutosi questa mattina in piazza Garibaldi, nella giornata dello sciopero generale proclamato dai sindacati di base contro l'occupazione in corso a Gaza da parte dello Stato di Israele. Due ore di interventi a ruota libera sotto una pioggia battente che non ha comunque demoralizzato i manifestanti, circa due o trecento persone per la gran parte giovani, alcuni riparati sotto i portici o i tendoni dei bar.
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“Gaza sta bruciando… blocchiamo tutto” lo slogan dell’iniziativa contro Israele, ma anche i governi italiano e occidentali in genere accusati di ipocrisia, di complicità con lo Stato della Stella di David per il silenzio su quanto sta accadendo nella Striscia o, peggio, per la collaborazione attraverso la vendita di armi all’esercito israeliano che vede il nostro Paese secondo fornitrore. Nel mirino dei manifestanti quindi molte aziende italiane operanti nel settore degli armamenti e il sistema bancario che sostiene l’economia militare.
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A coordinare il presidio Corrado Conti che ha tenuto il suo discorso d’apertura durissimo nei confronti di Israele e contro l’«l’ideologia sionista perché oggi per essere antifascisti bisogna essere antisionisti, senza la paura di essere dichiarati antisemiti: gli antisemiti sono i fascisti». 

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Dopo di lui, una serie di interventi inframmezzati da slogan: “Palestina libera”, naturalmente e "una Palestina dal fiume al mare".  E poi: «Bombardano le scuole, bombardano i bambini, Stato di Israele Stato di assassini”. E ancora: «Fabbriche di armi non ne vogliamo più. Colpo su colpo le butteremo giù»…
Più volte è stato ribadito – e lo si leggeva anche nei volantini distribuiti – come il problema non sia di questi due anni, ma risalga a ottant’anni fa: «Il sionismo ha tra i suoi pilastri la convinzione che la creazione dello Stato di Israele sia l’unica risposta possibile alla “questione ebraica” dell’Europa antisemita. La Palestina viene quindi considerata il luogo legittimo in cui questo progetto deve realizzarsi, poché ritenuta “terra d’Israele” e gli ebrei israeliani vi avrebbero un diritto innato. La soluzione dei due Stati, mantra del sionismo liberale, mentre accenna a una fasulla ipotesi di pace, continua a portare avanti l’occupazione e la pulizia etnica».
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Cenni anche alla Global Sumit Flottilla, la “spedizione” per portare via mare aiuti a Gaza me più che altro una maniera di mantenere alata l’’attenzione sul problema di Gaza e della Cisgiordania. Sottolineato lo stato di molti prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane spesso per il solo fatto di essere palestinesi. E’ stata poi letta anche una poesia, una “lettera di una mamma palestinese alle mamme di tutto il mondo”: «Non chiediamo pietà, ma testimonianza. Noi a Gaza non viviamo, ma semplicemente aspettiamo: il pane o un figlio che a sera non potrebbe tornare a casa.»
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L’invito arrivato da chi si è succeduto al microfono è stato quello di non essere ingranaggi di un sistema che insegna la retorica della guerra nelle scuole e ai bambini (nel mirino anche i canti degli alpini che in qualche modo glorificano le gesta belliche), mentre il governo non vuole che a scuola si trattino altrimenti che non fanno parte della loro cultura.
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Sul fronte del lavoro, invece, l’impegno è ad andare fuori dalle fabbriche coinvolte nelle guerre, questa e altre, per dare loro fastidio ogni giorno, stante l’ipocrisia del governo e del Parlamento («Chiunque vota per l’invio di armi ha le mani sporche di sangue»), delle istituzioni che hanno abbandonato a se stessi i profughi ospitati in Italia, affidati alle associazioni. Critiche all’operazione “Food for Gaza”, operazione di facciata costata milioni di euro tolti all’Unrra (l’organizzazione dell’Onu operante in Palestina) che da decenni sta veramente aiutando la popolazione.
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L’invito finale degli organizzatori ai partecipanti è stato quello di partecipare da qui in avanti a tutte le manifestazioni qui e altrove in calendario a favore dei palestinesi, in vista anche della manifestazione nazionale del 4 ottobre a Roma (previsto anche un pullman da Lecco) e quella di  protesta del 14 ottobre a Udine in occasione della partita di calcio tra Italia e Israele.
D.C.
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