Lecco: israeliani e palestinesi, i nomi dei bambini ammazzati dal 7 ottobre 2023 risuonano in centro
Lecco come Marzabotto. All'angolo tra piazza Garibaldi e via Roma, in pieno centro, si sta ripetendo quanto proposto nell'agosto scorso dal cardinal Matteo Zuppi tra le rovine della chiesa di Casaglia, incendiata nel 1944 dai nazifascisti: nel silenzio più assoluto, con le forze dell'ordine a vegliare sull'ennesima manifestazione pacifica promossa da associazioni e cittadini "assetati" di pace, volontarie e volontari (tra i quali anche il sindaco Mauro Gattinoni in fascia tricolore) si stanno alternando al microfono per leggere i nomi di una parte dei bambini e delle bambine, assassinati tra Israele e Gaza dal 7 ottobre 2023.

Tra i primi ad essere citati i fratellini Bibas, Kfir di 9 mesi e Ariel di 4 anni, ammazzati in cattività nella Striscia, con la loro mamma, dopo essere stati prelevati dal kibbutz di Nir Oz. Le speranze di un loro ritorno a casa si sono infrante, elevando a 16 il numero complessivo delle piccole vittime del massacro ordito da Hamas, all'inizio di quest'anno, con la restituzione delle loro bare.

Un "privilegio", quella della degna sepoltura, negato, da ultimo, a migliaia di piccoli gazawi. 65.000 ad oggi i palestinesi uccisi nella Striscia di cui 20.000 bambini.
Impossibile, per ragioni di tempo, anche solo pensare di dar lettura di tutti i loro nomi. Ci si è limitati, quest'oggi, a un migliaio, scanditi, con l'età, in un paio d'ore, davanti a una piccola distesa di vestitini e giochi, simbolo dell'infanzia, negata a piccoli innocenti.

Mentre il genocidio continua, incurante della mobilitazione internazionale, come spiegato in apertura dell'iniziativa, dai promotori della Tavola lecchese per la Pace. "Davanti al disimpegno morale del Governo italiano è importante tenere alta l'attenzione" è stato altresì detto, avanzando quelle che ormai sono le "solite" richieste, inascoltate: cessare le armi, consentire l'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia, fermare l'esportazione di armi e componentistiche verso Israele.

Per non allungare oltre un elenco già sterminato, di bambini con un'unica colpa: essere nati nel posto sbagliato. E non venir nemmeno considerati tali da chi chiede definizioni...

Tra i primi ad essere citati i fratellini Bibas, Kfir di 9 mesi e Ariel di 4 anni, ammazzati in cattività nella Striscia, con la loro mamma, dopo essere stati prelevati dal kibbutz di Nir Oz. Le speranze di un loro ritorno a casa si sono infrante, elevando a 16 il numero complessivo delle piccole vittime del massacro ordito da Hamas, all'inizio di quest'anno, con la restituzione delle loro bare.

Un "privilegio", quella della degna sepoltura, negato, da ultimo, a migliaia di piccoli gazawi. 65.000 ad oggi i palestinesi uccisi nella Striscia di cui 20.000 bambini.
Impossibile, per ragioni di tempo, anche solo pensare di dar lettura di tutti i loro nomi. Ci si è limitati, quest'oggi, a un migliaio, scanditi, con l'età, in un paio d'ore, davanti a una piccola distesa di vestitini e giochi, simbolo dell'infanzia, negata a piccoli innocenti.

Mentre il genocidio continua, incurante della mobilitazione internazionale, come spiegato in apertura dell'iniziativa, dai promotori della Tavola lecchese per la Pace. "Davanti al disimpegno morale del Governo italiano è importante tenere alta l'attenzione" è stato altresì detto, avanzando quelle che ormai sono le "solite" richieste, inascoltate: cessare le armi, consentire l'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia, fermare l'esportazione di armi e componentistiche verso Israele.

Per non allungare oltre un elenco già sterminato, di bambini con un'unica colpa: essere nati nel posto sbagliato. E non venir nemmeno considerati tali da chi chiede definizioni...
A.M.