Lecco ha un Peba: rivoluzione culturale nell'abbattimento delle barriere archietettoniche
La città di Lecco si è ufficialmente dotata di un Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (il cosiddetto Peba). Dopo un’istruttoria durante anni e grazie allo sprint offerto dal progetto “Biblioteca no limits” finanziato dal Pnrr, il consiglio comunale ha approvato lunedì sera il documento che non è solo uno strumento tecnico ma è anche il segno del cambiamento culturale che la città sta portando avanti.

“Il Peba è un obbligo che non molte città italiane assolvono, basti pensare che legge regionale che lo prevede risale al 1989 mentre le linee guida per la sua costituzione sono state emanate nel 2021 - ha spiegato l’assessora Renata Zuffi presentando la delibera - E sono proprio queste linee guida a segnare il cambiamento culturale che va oltre l’abbattimento delle barriere e che riguarda l’idea di città inclusiva che comprende il fatto di abbattere le barriere affinché chi ha una disabilità fisica possa accedere allo spazio pubblico ma anche il fatto di allargare lo sguardo all’idea dello spazio pubblico. In questi anni è cambiata l’accettazione della diversità: sappiamo che ci sono diverse forme di disabilità ma sappiamo anche che tutti per vivere bene abbiamo bisogno di una città che sia a misura di ciascuno”.
A livello pratico questo vuol dire che il Peba originario era un piano di schede tecniche mentre oggi si affronta il tema più grande del cambiamento culturale attraverso un processo partecipato che coinvolge la società civile (17 enti siedono al momento al tavolo) nella redazione e dell’implementazione del piano.
Il documento, prendendo in considerazione le diverse disabilità (motoria, sensoriale e cognitiva) e le diverse tipologie di barriere (ostacoli fisici che creano disagio per alla mobilità; quelli che limitano la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti di edifici, spazi attrezzati e spazi verdi; le barriere localizzative, ovvero gli ostacoli o impedimenti della percezione, connessi alla posizione, alla forma o al colore di strutture architettoniche e dei mezzi di trasporto; le barriere percettive che consistono la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi) presenta una sorta di road map per superare le barriere architettoniche presenti in città.
A partire da un’analisi del territorio e da una sua zonizzazione, è stata realizzata una raccolta dei dati e una mappatura delle criticità sulla base della quale è stato redatto il piano, all’interno del quale sono definite delle linee di intervento e sono state elaborate delle schede di rilevamento. Le priorità emerse sono la riqualificazione urbana di spazi esterni; la ristrutturazione, la conservazione, il recupero edilizio e l’adeguamento impiantistico di edifici pubblici comunali; la sistemazione degli spazi esterni di pertinenza degli edifici e delle strutture publiche. Inoltre, sono state elaborate delle linee guida generali per la realizzazione degli interventi urbani e degli edifici.
Molto soddisfatta la maggioranza con Stefano Villa di Ambientalmente che ha sottolineato come il Peba e la sua implementazione sia “un ulteriore e importante tassello del processo in atto in questa città di evoluzione secondo nuovi modelli culturali afferenti al significato più esteso di inclusività”; Mattia Bernasconi di Fattore Lecco che ha detto che il con il Peba “una lacuna viene colmata, nel solco della visione chiara della città che guida questa maggioranza”; con Alberto Anghileri di AVS che ha evidenziato la necessità del “salto culturale” rappresentato da questo passaggio e infine dal dem Pietro Regazzoni che ha ricordato come il Peba sia “un punto di arrivo politico ma punto di partenza programmatico, perché è lo strumento che ci permette di partecipare a bandi e premi” per portare avanti gli interventi necessari. La minoranza, che pur ha approvato il documento ha evidenziato la necessità di stanziare le risorse necessarie per implementare il piano.

“Il Peba è un obbligo che non molte città italiane assolvono, basti pensare che legge regionale che lo prevede risale al 1989 mentre le linee guida per la sua costituzione sono state emanate nel 2021 - ha spiegato l’assessora Renata Zuffi presentando la delibera - E sono proprio queste linee guida a segnare il cambiamento culturale che va oltre l’abbattimento delle barriere e che riguarda l’idea di città inclusiva che comprende il fatto di abbattere le barriere affinché chi ha una disabilità fisica possa accedere allo spazio pubblico ma anche il fatto di allargare lo sguardo all’idea dello spazio pubblico. In questi anni è cambiata l’accettazione della diversità: sappiamo che ci sono diverse forme di disabilità ma sappiamo anche che tutti per vivere bene abbiamo bisogno di una città che sia a misura di ciascuno”.
A livello pratico questo vuol dire che il Peba originario era un piano di schede tecniche mentre oggi si affronta il tema più grande del cambiamento culturale attraverso un processo partecipato che coinvolge la società civile (17 enti siedono al momento al tavolo) nella redazione e dell’implementazione del piano.
Il documento, prendendo in considerazione le diverse disabilità (motoria, sensoriale e cognitiva) e le diverse tipologie di barriere (ostacoli fisici che creano disagio per alla mobilità; quelli che limitano la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti di edifici, spazi attrezzati e spazi verdi; le barriere localizzative, ovvero gli ostacoli o impedimenti della percezione, connessi alla posizione, alla forma o al colore di strutture architettoniche e dei mezzi di trasporto; le barriere percettive che consistono la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi) presenta una sorta di road map per superare le barriere architettoniche presenti in città.
A partire da un’analisi del territorio e da una sua zonizzazione, è stata realizzata una raccolta dei dati e una mappatura delle criticità sulla base della quale è stato redatto il piano, all’interno del quale sono definite delle linee di intervento e sono state elaborate delle schede di rilevamento. Le priorità emerse sono la riqualificazione urbana di spazi esterni; la ristrutturazione, la conservazione, il recupero edilizio e l’adeguamento impiantistico di edifici pubblici comunali; la sistemazione degli spazi esterni di pertinenza degli edifici e delle strutture publiche. Inoltre, sono state elaborate delle linee guida generali per la realizzazione degli interventi urbani e degli edifici.
Molto soddisfatta la maggioranza con Stefano Villa di Ambientalmente che ha sottolineato come il Peba e la sua implementazione sia “un ulteriore e importante tassello del processo in atto in questa città di evoluzione secondo nuovi modelli culturali afferenti al significato più esteso di inclusività”; Mattia Bernasconi di Fattore Lecco che ha detto che il con il Peba “una lacuna viene colmata, nel solco della visione chiara della città che guida questa maggioranza”; con Alberto Anghileri di AVS che ha evidenziato la necessità del “salto culturale” rappresentato da questo passaggio e infine dal dem Pietro Regazzoni che ha ricordato come il Peba sia “un punto di arrivo politico ma punto di partenza programmatico, perché è lo strumento che ci permette di partecipare a bandi e premi” per portare avanti gli interventi necessari. La minoranza, che pur ha approvato il documento ha evidenziato la necessità di stanziare le risorse necessarie per implementare il piano.
M.V.