Teleriscaldamento: basta allarmismi, avanti con la transizione ecologica
In merito alle recenti dichiarazioni della Lega sul progetto di teleriscaldamento a Lecco, vogliamo restituire ai cittadini una visione fondata sui dati.
Ricordiamo che il sistema di teleriscaldamento prevede due poli di produzione: uno presso l’inceneritore di Valmadrera e uno presso l’acciaieria Caleotto di Lecco, dove verrà recuperato il calore di scarto del processo siderurgico. Il 60% dell’energia termica sarà generata da fonti di recupero, contribuendo a una riduzione stimata del 60% delle emissioni inquinanti.
Ecco, presso il polo del Caleotto è prevista la realizzazione di una centrale di cogenerazione, con due canne fumarie alte 25 metri. Qui è necessario fare chiarezza e verità, specificando che:
• la centrale, le cui emissioni saranno costantemente monitorate, sorgerà in un’area già urbanizzata, all’interno dello stabilimento Caleotto, senza consumo di nuovo suolo;
• la Regione Lombardia ha escluso la necessità di sottoporre il progetto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), ritenendo che non vi siano rischi ambientali;
• l’altezza delle torri è stata autorizzata con variante urbanistica approvata dal Consiglio Comunale per garantire la funzionalità dell’impianto e il recupero del calore di scarto.
Dal punto di vista estetico, si tratta di strutture tecniche integrate in un contesto industriale, non in aree residenziali o paesaggistiche protette. Allo stesso tempo, la funzione ambientale dell’impianto giustifica pienamente l’intervento, che contribuirà a ridurre le emissioni complessive in città e a eliminare migliaia di caldaie domestiche.
Dal punto delle emissioni, parliamo di bassissimo impatto, in quanto quello che si andrà a costruire verrà fatto con le migliori tecnologie possibili: ciò comporterà minori emissioni e al di sotto dei limiti stabiliti, anche proprio grazie al fatto che torri a 25 metri di altezza daranno una maggiore dispersione. Ricordiamo, inoltre, che il progetto del teleriscaldamento è stato approvato da ARPA e da tutti gli enti autorizzati in campo, così come che Lecco rientra nel quadro normativo regionale che equipara i capoluoghi di provincia alle grandi metropoli, con limiti molto stringenti.
Infine, ricordiamo che il teleriscaldamento è una tecnologia promossa attivamente dall’Unione Europea, che lo considera uno strumento chiave per la decarbonizzazione, la riduzione dei consumi energetici e il miglioramento della qualità dell’aria. Il teleriscaldamento non solo elimina le caldaie domestiche, riducendo le emissioni, ma garantisce anche risparmi economici per i cittadini.
Cara Lega, parlare di “progetto insalubre” o “minaccia alla salute”, paventando rischi per i ragazzi delle scuole e per i residenti dell’area senza alcun dato a sostegno, è semplicemente e vergognosamente da irresponsabili.
La vera incoerenza è la vostra: la Lega, che oggi denuncia “torri nel cuore della città”, è la stessa che guida la Provincia di Lecco, ente che ha rilasciato l’autorizzazione unica per la costruzione dell’impianto. Lecco ha bisogno di una politica seria, che guardi al futuro, non di futili allarmismi.
Ricordiamo che il sistema di teleriscaldamento prevede due poli di produzione: uno presso l’inceneritore di Valmadrera e uno presso l’acciaieria Caleotto di Lecco, dove verrà recuperato il calore di scarto del processo siderurgico. Il 60% dell’energia termica sarà generata da fonti di recupero, contribuendo a una riduzione stimata del 60% delle emissioni inquinanti.
Ecco, presso il polo del Caleotto è prevista la realizzazione di una centrale di cogenerazione, con due canne fumarie alte 25 metri. Qui è necessario fare chiarezza e verità, specificando che:
• la centrale, le cui emissioni saranno costantemente monitorate, sorgerà in un’area già urbanizzata, all’interno dello stabilimento Caleotto, senza consumo di nuovo suolo;
• la Regione Lombardia ha escluso la necessità di sottoporre il progetto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), ritenendo che non vi siano rischi ambientali;
• l’altezza delle torri è stata autorizzata con variante urbanistica approvata dal Consiglio Comunale per garantire la funzionalità dell’impianto e il recupero del calore di scarto.
Dal punto di vista estetico, si tratta di strutture tecniche integrate in un contesto industriale, non in aree residenziali o paesaggistiche protette. Allo stesso tempo, la funzione ambientale dell’impianto giustifica pienamente l’intervento, che contribuirà a ridurre le emissioni complessive in città e a eliminare migliaia di caldaie domestiche.
Dal punto delle emissioni, parliamo di bassissimo impatto, in quanto quello che si andrà a costruire verrà fatto con le migliori tecnologie possibili: ciò comporterà minori emissioni e al di sotto dei limiti stabiliti, anche proprio grazie al fatto che torri a 25 metri di altezza daranno una maggiore dispersione. Ricordiamo, inoltre, che il progetto del teleriscaldamento è stato approvato da ARPA e da tutti gli enti autorizzati in campo, così come che Lecco rientra nel quadro normativo regionale che equipara i capoluoghi di provincia alle grandi metropoli, con limiti molto stringenti.
Infine, ricordiamo che il teleriscaldamento è una tecnologia promossa attivamente dall’Unione Europea, che lo considera uno strumento chiave per la decarbonizzazione, la riduzione dei consumi energetici e il miglioramento della qualità dell’aria. Il teleriscaldamento non solo elimina le caldaie domestiche, riducendo le emissioni, ma garantisce anche risparmi economici per i cittadini.
Cara Lega, parlare di “progetto insalubre” o “minaccia alla salute”, paventando rischi per i ragazzi delle scuole e per i residenti dell’area senza alcun dato a sostegno, è semplicemente e vergognosamente da irresponsabili.
La vera incoerenza è la vostra: la Lega, che oggi denuncia “torri nel cuore della città”, è la stessa che guida la Provincia di Lecco, ente che ha rilasciato l’autorizzazione unica per la costruzione dell’impianto. Lecco ha bisogno di una politica seria, che guardi al futuro, non di futili allarmismi.
PD Città di Lecco