Bandiera della Palestina in Municipio: a Lecco serve una politica seria, che non usi le istituzioni come palco
Oggi Lecco ha vissuto una giornata segnata dallo sciopero generale. Una manifestazione pacifica, che rispetto, soprattutto per chi ha partecipato in buona fede. Ma da cittadino prima ancora che da candidato Sindaco, non posso ignorare alcuni segnali preoccupanti.
In particolare, il gesto del Sindaco Gattinoni di esporre dal palazzo comunale la bandiera palestinese (seppur suo malgrado al contrario) è stato forte e divisivo. In un momento così delicato, a livello internazionale e locale, questo tipo di simboli rischia di alimentare confusione e contrapposizione. Il Comune dovrebbe rappresentare tutti, non diventare palco per opinioni personali.
Di fronte ai conflitti, ai lutti e alle tensioni globali, servono sobrietà, responsabilità e rispetto istituzionale. Non è il momento dei gesti simbolici che gridano. È il momento di lavorare per soluzioni vere, per la pace e per il dialogo.
Il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, un uomo che vive il conflitto da vicino, ha detto parole molto chiare:
«Essere cristiani significa essere credenti nella pace, nella possibilità di relazioni umane improntate al rispetto e all’amicizia».
È da qui che dobbiamo ripartire. Non dalla contrapposizione, ma dal rispetto. Non dalle provocazioni, ma dal confronto.
Tanti cittadini oggi si sono sentiti estranei, come se la loro voce contasse meno. C’è una Lecco silenziosa, che lavora, che osserva, che si interroga. E che, se prova a dire qualcosa, rischia di essere zittita o messa all’angolo.
Forse servirebbe davvero una nuova “marcia dei quarantamila”: una mobilitazione silenziosa, fatta da cittadini comuni che chiedono meno ideologia e più buon senso. Meno simboli, più soluzioni. Meno divisione, più comunità.
A Lecco serve una politica seria, che non usi le istituzioni come palco personale, ma le rispetti. A Lecco serve una politica seria, che sappia ascoltare tutti e non divida nessuno. Che non usi i simboli per provocare, ma le idee per costruire. Io sto dalla parte di chi, anche in silenzio, ogni giorno fa il proprio dovere. E continuerò a farlo, con rispetto e con fermezza.
In particolare, il gesto del Sindaco Gattinoni di esporre dal palazzo comunale la bandiera palestinese (seppur suo malgrado al contrario) è stato forte e divisivo. In un momento così delicato, a livello internazionale e locale, questo tipo di simboli rischia di alimentare confusione e contrapposizione. Il Comune dovrebbe rappresentare tutti, non diventare palco per opinioni personali.
Di fronte ai conflitti, ai lutti e alle tensioni globali, servono sobrietà, responsabilità e rispetto istituzionale. Non è il momento dei gesti simbolici che gridano. È il momento di lavorare per soluzioni vere, per la pace e per il dialogo.
Il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, un uomo che vive il conflitto da vicino, ha detto parole molto chiare:
«Essere cristiani significa essere credenti nella pace, nella possibilità di relazioni umane improntate al rispetto e all’amicizia».
È da qui che dobbiamo ripartire. Non dalla contrapposizione, ma dal rispetto. Non dalle provocazioni, ma dal confronto.
Tanti cittadini oggi si sono sentiti estranei, come se la loro voce contasse meno. C’è una Lecco silenziosa, che lavora, che osserva, che si interroga. E che, se prova a dire qualcosa, rischia di essere zittita o messa all’angolo.
Forse servirebbe davvero una nuova “marcia dei quarantamila”: una mobilitazione silenziosa, fatta da cittadini comuni che chiedono meno ideologia e più buon senso. Meno simboli, più soluzioni. Meno divisione, più comunità.
A Lecco serve una politica seria, che non usi le istituzioni come palco personale, ma le rispetti. A Lecco serve una politica seria, che sappia ascoltare tutti e non divida nessuno. Che non usi i simboli per provocare, ma le idee per costruire. Io sto dalla parte di chi, anche in silenzio, ogni giorno fa il proprio dovere. E continuerò a farlo, con rispetto e con fermezza.
Carlo Piazza, Candidato sindaco per la Città di Lecco della Lega Lombarda Salvini Premier