Calolzio: i Promessi sposi trovano casa al Monastero. In mostra le opere di 180 artisti

Via le foto dell'Archivio Marenzi, spazio ai Promessi Sposi, andati ad invadere anche le stanze con i vetrini della mostra "La luce e il Sapere", infiltrandosi così in tutte le sale espositive del Monastero del Lavello.
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Del resto trovare collocazione alle opere di 180 artisti non deve essere stata cosa facile. Tanti infatti i partecipanti alla collettiva dedicata al capolavoro di Alessandro Manzoni, il cui ritratto compare sulle locandine promozionali al pari di quello di Giorgio Gregorio Grasso, il critico d'arte che ha promosso l'iniziativa.
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Dopo aver portato la Divina Commedia a San Giuliano Milanese, ecco dunque una "esposizione internazionale di arte contemporanea" interamente dedicata a Renzo e Lucia (presenti anche in carne e ossa all'inaugurazione di sabato, gettonatissimi per foto ricordo in particolare tra il pubblico salito appositamente a Calolziocorte dal Sud Italia) ma anche a tutti i personaggi che si susseguono nel romanzo più conosciuto di don Lisander, giocando di fatto in casa, sul quel ramo del Lago di Como che fa da cornice alla vicenda.
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E se l'incipit dei Promessi Sposi è conosciuto ai più, Grasso ha sfidato la folta platea chiedendo come si chiude una storia che, per tanti, è stata solo una "tortura" ai tempi delle superiori, con il "polpettone" imposto dai programmi scolastici.

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Se Gregorio Magno fece illustrare le Sacre Scritture per la popolazione che allora non sapeva leggere, "oggi sappiamo leggere ma non leggiamo comunque", la chiosa del critico che ha sostenuto poi come i personaggi descritti dal Manzoni incarnino l'umanità (con la mamma di Lucia, per esempio, presentata come "la classica mamma italiana") e gli insegnamenti del romanzo siano ancora attuali con alcune battute spendibili anche al giorno d'oggi (elevando sé stesso ad esempio per essere uscito, qualche anno fa, da una disputa tra Dario Fo e Vittorio Sgarbi citando l'Azzeccagarbugli).
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Al suo fianco, l’Onorevole Cristina Rossello che ha tenuto a battesimo la mostra e il presidente della Fondazione Monastero Santa Maria del Lavello Roberto Monteleone che, nella sua premessa, ha sottolineato come l'iniziativa si innesta in altri progetti portati avanti in questi anni. 
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