Omicidio di Cassina: Paroli dal giudice, si va verso la Corte d'Assise. La madre morta soffocata, non per i farmaci
Il reato in contestazione, nella sua gravità, non lascia margini di manovra per la difesa, impossibilitata a chiedere riti alternativi. Se domani, salvo inciampi procedurali e dunque non inusuali problemi nelle notifiche, si arriverà al rinvio a giudizio, il fascicolo sarà trasmesso a Como per la trattazione poi in Corte d'Assise, dinnanzi dunque ad un "collegio" misto, con la giuria popolare ad affiancare la componente togata.
Come successo recentemente per Luciano Biffi, processato sull'altro ramo del lago per l'assassinio dell'assessore esinese Pierluigi Beghetto, anche il procedimento in capo al valsassinese Corrado Paroli, sembrerebbe avere la strada tracciata. Verso Como per l'appunto.

Martedì mattina è fissata l'udienza preliminare al cospetto del dottor Salvatore Catalano, primo passaggio in Tribunale, dopo la chiusura delle indagini scattate nell'immediatezza del drammatico18 novembre 2024, quando in un appartamento di via Castello a Cassina Valsassina, venne rinvenuto il corpo della 73enne Margherita Colombo, non distante dal figlio, esanime dopo aver ingerito psicofarmaci nell'intento di farla finita. Preso in carico dai sanitari, attivati congiuntamente ai Carabinieri dopo l'alert lasciato dalla sua ex moglie subito dopo aver trovato le lettere con cui il 48enne annunciava il suicidio, quest'ultimo venne trasferito all'ospedale Manzoni di Lecco, dove, al suo risveglio, parrebbe aver reso delle dichiarazioni tali da portare gli inquirenti a ritenerlo responsabile dell'uccisione della madre, poi non confermate in sede di convalida. "Durante la sua degenza ci sono stati elementi che non hanno lasciato spazio al dubbio. Elementi che hanno portato al decreto di fermo" aveva sostenuto lo stesso Procuratore Capo Ezio Domenico Basso in conferenza stampa. Fermo, operato sul presupposto del pericolo di fuga dell'indagato, poi non convalidato dal Gip Nora Lisa Passoni che, ritenendo però sussistenti gravi indizi di colpevolezza, aveva applicato la misura cautelare del carcere per Paroli, ancora oggi in detenzione.
Smentita dall'esame autoptico, però, nel mentre, l'ipotesi iniziale secondo cui a stroncare Margherita Colombo sarebbe stato lo stesso "beverone" assunto dal figlio. Insufficiente a cagionarne la morte, infatti, è risultata la concentrazione delle sostanze rilevata nel sangue della donna, per essendo la stessa affetta, tra l'altro, da una serie di patologie che la rendevano, come emerso poi anche dal chiacchiericcio di paese, assai poco gestibile. La 73enne, sarebbe stata, secondo le risultanze dell'autopsia, soffocata, come desunto dalle petecchie riscontrare sul suo volto. Una conclusione su cui con ogni probabilità cercherà di far leva, per scardinare le conclusioni investigative, la difesa ora affidata agli avvocati Riccardo Mariconti e Isabella Corlaita, quest'ultima già al fianco di Paroli anche nel processo scaturito dall'onerosa consulenza affidatagli dall'ex suocero Stefano Galli, condannato altresì anche per aver addossato ai contribuenti lombardi (salvo poi provvedere al risarcimento) proprio le nozze della figlia con Corrado, ora ad un passo dal tornare al banco degli imputati, con una ben più grave accusa: omicidio volontario aggravato dal legame di parentela.
Come successo recentemente per Luciano Biffi, processato sull'altro ramo del lago per l'assassinio dell'assessore esinese Pierluigi Beghetto, anche il procedimento in capo al valsassinese Corrado Paroli, sembrerebbe avere la strada tracciata. Verso Como per l'appunto.

Corrado Paroli in una immagine scattata al suo arrivo in tribunale per l'udienza di convalida del fermo lo scorso anno
Martedì mattina è fissata l'udienza preliminare al cospetto del dottor Salvatore Catalano, primo passaggio in Tribunale, dopo la chiusura delle indagini scattate nell'immediatezza del drammatico18 novembre 2024, quando in un appartamento di via Castello a Cassina Valsassina, venne rinvenuto il corpo della 73enne Margherita Colombo, non distante dal figlio, esanime dopo aver ingerito psicofarmaci nell'intento di farla finita. Preso in carico dai sanitari, attivati congiuntamente ai Carabinieri dopo l'alert lasciato dalla sua ex moglie subito dopo aver trovato le lettere con cui il 48enne annunciava il suicidio, quest'ultimo venne trasferito all'ospedale Manzoni di Lecco, dove, al suo risveglio, parrebbe aver reso delle dichiarazioni tali da portare gli inquirenti a ritenerlo responsabile dell'uccisione della madre, poi non confermate in sede di convalida. "Durante la sua degenza ci sono stati elementi che non hanno lasciato spazio al dubbio. Elementi che hanno portato al decreto di fermo" aveva sostenuto lo stesso Procuratore Capo Ezio Domenico Basso in conferenza stampa. Fermo, operato sul presupposto del pericolo di fuga dell'indagato, poi non convalidato dal Gip Nora Lisa Passoni che, ritenendo però sussistenti gravi indizi di colpevolezza, aveva applicato la misura cautelare del carcere per Paroli, ancora oggi in detenzione.

Margherita Colombo
Smentita dall'esame autoptico, però, nel mentre, l'ipotesi iniziale secondo cui a stroncare Margherita Colombo sarebbe stato lo stesso "beverone" assunto dal figlio. Insufficiente a cagionarne la morte, infatti, è risultata la concentrazione delle sostanze rilevata nel sangue della donna, per essendo la stessa affetta, tra l'altro, da una serie di patologie che la rendevano, come emerso poi anche dal chiacchiericcio di paese, assai poco gestibile. La 73enne, sarebbe stata, secondo le risultanze dell'autopsia, soffocata, come desunto dalle petecchie riscontrare sul suo volto. Una conclusione su cui con ogni probabilità cercherà di far leva, per scardinare le conclusioni investigative, la difesa ora affidata agli avvocati Riccardo Mariconti e Isabella Corlaita, quest'ultima già al fianco di Paroli anche nel processo scaturito dall'onerosa consulenza affidatagli dall'ex suocero Stefano Galli, condannato altresì anche per aver addossato ai contribuenti lombardi (salvo poi provvedere al risarcimento) proprio le nozze della figlia con Corrado, ora ad un passo dal tornare al banco degli imputati, con una ben più grave accusa: omicidio volontario aggravato dal legame di parentela.
A.M.