Monte Marenzo: la Memoria mette radici con la talea dell'Albero Falcone, simbolo di legalità

A chiudere il giro di interventi, al termine di una lunga e intensa cerimonia, è stato il curatore generale della Fondazione Falcone Alessandro De Lisi, che ha speso parole di elogio per la Valle San Martino definendola "un territorio lungimirante e coraggioso", con un sincero ringraziamento per quanto fatto finora insieme e la promessa di ritrovarsi ancora, sempre "con la testa, il cuore e il fegato necessari per non mollare mai". 
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Nella mattinata di oggi, sabato 11 ottobre, a Monte Marenzo ha messo radici la Memoria, con la piantumazione della talea dell'Albero Falcone che si trova in via Notarbartolo a Palermo, davanti alla casa dove abitarono Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo: simbolo indiscusso di legalità, è dedicato a Piersanti Mattarella, anche lui assassinato dalla mafia il 6 gennaio 1980, e d'ora in avanti sarà custodito nel cortile della Biblioteca, a pochi passi dal Municipio e dalla scuola, dove sarà custodito con cura dalle associazioni, dai giovani e da tutta la comunità.
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O almeno questo è l'auspicio che è stato condiviso quest'oggi nel corso della cerimonia organizzata dal Comune e dal Gruppo Alpini con la Fondazione Falcone, che negli ultimi tempi ha creato un rapporto sempre più solido con la Valle San Martino arrivando a promuovere iniziative come quella odierna in diversi paesi e stringendo una particolare amicizia con Erve, che ad agosto ha dedicato un'intera giornata alla legalità in un contesto tipicamente aggregativo come quello della Sagra estiva.
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"Siamo un Paese che ama le corone di fiori, ma che, appena appassiscono, torna a immergersi in un silenzio che non è mai operoso, che anzi diventa terreno fertile per simpatie mafiose. Che siano gang (più o meno "baby"), forme di clientelismo, pressioni economiche legate allo spaccio o ai nuovi sistemi di riciclaggio, il rischio sta proprio lì, in quel "giorno dopo" del silenzio: avevamo quindi bisogno di mandare un segnale chiaro e forte, quello di gente che ha prestato servizio e ha conosciuto la fatica, con la sofferenza del sangue lasciato in terre lontane, e che ora non vuole rimanere inerte": questo, in sintesi, il messaggio di Alessandro De Lisi, che come detto ha chiuso la cerimonia iniziata alle 10.00 nella piazza del Comune - con l'alzabandiera e l'omaggio ai Caduti - e proseguita nel luogo in cui è stata piantumata la talea.
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Presente a Monte Marenzo una folta rappresentanza di autorità civili e militari del territorio provinciale, i sindaci della Valle San Martino, i volontari delle associazioni locali, il Corpo Musicale e il parroco don Angelo Roncelli per le benedizioni di rito, nonché un gruppo di piccoli alunni della Primaria del paese con le loro insegnanti, che hanno condiviso alcuni pensieri su quanto hanno imparato in merito all'importanza della legalità, seguendo la strada tracciata da figure ormai esemplari come Giovanni Falcone e Piersanti Mattarella.
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"Per noi Alpini la memoria è un pilastro, un impegno costante che fa parte della nostra stessa identità, del nostro essere soldati di pace e solidarietà in aiuto a chiunque supporti la vita umana" ha esordito il coordinatore delle Penne Nere della Valle San Martino Stefano Casetto, dopo la piantumazione della talea e lo scoprimento della targa che ne racconta il significato, citando poi Mattarella come un esempio nella sua costante ricerca della rettitudine e parlando del gesto compiuto oggi come di un "passo di cui dobbiamo dimostrare sempre di essere degni".
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Un concetto, quest'ultimo, ribadito poi anche dal capogruppo degli Alpini di Monte Marenzo Ruben Carsana, che ha definito l'impegno nel custodire la pianta "un onore e una responsabilità", nel contesto di "una battaglia per una società più giusta".
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"Ora tocca a noi portare avanti quella preziosa eredità di giustizia e impegno civile contro ogni forma di illegalità, per costruire un cambiamento duraturo e per far continuare a vivere il ricordo", sono state invece le parole del sindaco "di casa" Paola Colombo, con un ringraziamento a tutti i presenti e in particolare ai bambini, "perché l'educazione al rispetto nasce in famiglia e prosegue nella scuola, i due luoghi dove si formano cittadini consapevoli e impegnati per il bene comune".
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"Questa talea rappresenta la forza delle radici che la memoria sa gettare nelle nostre comunità e che ci spinge ogni giorno a rinsaldare i valori della legalità: non è solo un simbolo ma un patrimonio condiviso, di cui ci nutriamo affinché il sacrificio di uomini come Falcone e Mattarella non venga mai dimenticato" ha aggiunto Simone Brigatti, intervenuto in rappresentanza della Provincia di Lecco. 
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A lui ha fatto seguito il consigliere regionale Giacomo Zamperini - dopo il quale ha portato un breve saluto anche l'europarlamentare Pietro Fiocchi -, che nel suo discorso ha voluto rivolgersi direttamente ai più piccoli ricollegandosi ai messaggi che avevano lanciato con parole come empatia, altruismo, fratellanza e rispetto: "Queste persone sono morte anche per difendere la patria, l'Italia, la pace e la solidarietà, come le nostre forze dell'ordine che lottano tutti i giorni contro chi non si comporta bene. Ecco, in questo senso anche un termine che evoca cose brutte come "guerra" cambia di significato. Perché con la mafia non si può solidarizzare, ma bisogna solo combattere: è fondamentale distinguere il bene dal male, con cui non si può essere leali né solidali se si vuole crescere come bravi cittadini e brave persone".
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In rappresentanza delle autorità militari, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Lecco Massimo Ghibaudo ha poi ricordato di aver già preso parte anni fa a una cerimonia simile in un'altra zona d'Italia, sottolineando quindi la bellezza di ritrovare le stesse radici della legalità in tutta la Nazione, mentre il suo omologo dei Carabinieri Nicola Melidonis ha rimarcato come l'eroismo di Falcone e Mattarella non sia nato solo dal sacrificio estremo della vita, ma sia stato il frutto di un cammino di formazione lento, di una sommatoria di piccoli eroismi quotidiani che ognuno dovrebbe replicare.
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Un tema riproposto anche dal Prefetto Paolo Ponta, che da parte sua ha posto l'attenzione sulla scelta - a suo dire significativa - di piantumare la talea a metà strada tra il Comune e la scuola, a testimonianza di un'unità d'intenti nell'accompagnare i più giovani a diventare cittadini attivi, in prima linea per aiutare gli altri, anche "solo" come volontari.
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"Sapremo che questa giornata non sarà passata invano quando capiremo di essere riusciti a prenderci cura gli uni degli altri, dell'ambiente e dei luoghi in cui viviamo, in uno spirito di leale collaborazione, sostituendo l'io con il noi" ha affermato, aggiungendo di essere rimasto piacevolmente colpito dalla realtà di Monte Marenzo e dintorni per poi rimarcare il concetto che i veri eroi sono quelli del quotidiano, persone "che hanno fatto il loro dovere seguendo la propria coscienza senza mai scendere a compromessi".

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A portare un saluto, infine, anche Luca Rocco, Vicario del Questore di Lecco, e il presidente degli Alpini di Bergamo Giorgio Sonzogni, che ha proposto una breve riflessione: "Non sono le Penne Nere a dover governare il Paese, come ogni tanto si sente dire: basta che ciascuno faccia la propria parte, coniugando diritti e doveri".
B.P.
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