Lecco: giovane condannato a due anni. Rapinò un rider
Due anni e venti giorni di reclusione. E' la condanna inflitta nel primo pomeriggio odierno dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Lecco Salvatore Catalano, nei confronti di un 25enne di origine nigeriana, imputato per rapina.
Stando al quadro accusatorio sostenuto in aula dal PM Chiara Stoppioni, titolare del fascicolo d'indagine, il giovane – nel giugno dello scorso anno – avrebbe aggredito un rider nei pressi del centro commerciale Meridiana, a Lecco, sferrandogli un pugno all'altezza dell'addome, allo scopo di sottrargli la bicicletta utilizzata per le consegne. Bicicletta rinvenuta qualche istante più tardi dalle forze dell'ordine, ''notiziate'' dell'accaduto. Un episodio costato al giovane africano una denuncia a piede libero, con l'apertura di un fascicolo a suo carico.
Stamani quindi l'udienza (in rito abbreviato) celebrata al cospetto del GUP, durante la quale il pubblico ministero ha chiesto la condanna dell'imputato (difeso d'ufficio dall'avvocato Giorgio Pagnoncelli) a due anni e quattro mesi di reclusione. Ritiratosi in camera di consiglio il dottor Catalano ha sentenziato una pena lievemente più mite: due anni e venti giorni di reclusione.
Stando al quadro accusatorio sostenuto in aula dal PM Chiara Stoppioni, titolare del fascicolo d'indagine, il giovane – nel giugno dello scorso anno – avrebbe aggredito un rider nei pressi del centro commerciale Meridiana, a Lecco, sferrandogli un pugno all'altezza dell'addome, allo scopo di sottrargli la bicicletta utilizzata per le consegne. Bicicletta rinvenuta qualche istante più tardi dalle forze dell'ordine, ''notiziate'' dell'accaduto. Un episodio costato al giovane africano una denuncia a piede libero, con l'apertura di un fascicolo a suo carico.
Stamani quindi l'udienza (in rito abbreviato) celebrata al cospetto del GUP, durante la quale il pubblico ministero ha chiesto la condanna dell'imputato (difeso d'ufficio dall'avvocato Giorgio Pagnoncelli) a due anni e quattro mesi di reclusione. Ritiratosi in camera di consiglio il dottor Catalano ha sentenziato una pena lievemente più mite: due anni e venti giorni di reclusione.
G.C.