Lecco: Chiara Sironi sul set de “Il diavolo veste Prada”

Per chi vive di stile, tessuti e passerelle, “Il Diavolo veste Prada” non è solo un film: è un cult, un’icona, la bibbia della moda. Entrare a far parte, anche solo per pochi istanti, del sequel del film più emblematico del fashion system rappresenta un traguardo che sfuma il confine tra sogno e realtà. È quanto accaduto a Chiara Sironi, professionista lecchese dello shopping su misura, che ha calcato il set di “Il Diavolo veste Prada 2” come comparsa, portando con sé non solo il proprio stile impeccabile, ma anche la storia di chi ha fatto della moda un lavoro, una vocazione e, in questo contesto più che mai, una favola vissuta in prima persona.
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Chiara Sironi

La pellicola uscirà nel 2026, a vent’anni di distanza dal debutto. Tornerà al completo il cast originale: Meryl Streep riprenderà il ruolo di Miranda Priestly, Anne Hathaway quello di Andy Sachs, Emily Blunt sarà nuovamente Emily Charlton e Stanley Tucci interpreterà Nigel Kipling.
La personal shopper lecchese è stata selezionata come comparsa per il nuovo film, le cui riprese si sono svolte anche a Milano, in un periodo tra il 6 e 18 ottobre, con alcune scene girate anche durante la Fashion Week, iniziata il 23 settembre. A settembre si sono tenute le giornate di casting nella città meneghina, con code chilometriche fuori dai luoghi delle selezione, ma si poteva tentare la sorte inviando una mail con un portfolio personale: “È stata sicuramente una grandissima sorpresa essere scelta tra 2.000 persone, soprattutto pensando a quante persone hanno provato a diventare una delle comparse. In Italia ci sono state dalle 5.000 alle 15.000 richieste, soprattutto all’inizio delle riprese. Per me è stato un onore far parte di una produzione internazionale. Tante persone mi scoraggiavano dicendomi che si sarebbero state persone raccomandate, ma sono l’esempio che non serviva aver nessun tipo di conoscenza”. Chiara è la dimostrazione che a volte basta il coraggio di provarci, anche con un semplice invio di foto, per cogliere occasioni uniche.
La selezione avveniva su basi molto specifiche: servivano candidati over 30, preferibilmente con una professione legata al mondo della moda e si dovevano inviare tre foto, una in primo piano, una mezzo busto e un’altra a figura intera. Chiara, consulente d’immagine e personal shopper, ha colto l’opportunità senza troppe aspettative ed è invece approdata su un set di altissimo livello, dopo esperienze precedenti in produzioni italiane ma mai con una macchina così imponente alle spalle. “É stato tutto un tentativo - ha aggiunto - non sono neanche andata a fare il casting in presenza".
La prima scena cui ha preso parte Chiara Sironi è una delle più iconiche del film, ambientata in Brera (circa 900 le comparse presenti contemporaneamente), all’interno del celebre chiosco trasformato per l’occasione in una passerella della rivista “Runaway" diretta dalla terribile e temibile Miranda Priestly: qui c’è stata la partecipazione straordinaria di Lady Gaga. Una seconda è stata girata nella splendida Villa Arconati, location  scelta per ambientare il party esclusivo post-sfilata. Entrambe le situazioni hanno regalato a Chiara l’emozione di vivere in prima persona l’atmosfera glamour e impeccabilmente curata di una grande produzione internazionale. “Ho avuto la fortuna di girare scene in location veramente fantastiche, ricche di storia e di fascino”.
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Sul set nulla è lasciato al caso: ogni comparsa doveva infatti portare con sé tre cambi d’abito, poi selezionati e, se necessario, completati dalle stylist con accessori messi a disposizione dalla produzione. “Nella scena girata a Brera indossavo una gonna in pailletes con una maglietta. Loro mi hanno aggiunto una cintura, quindi un dettaglio minimo a dimostrazione di come tutto fosse curato alla perfezione e di come tutti i look venissero studiati con attenzione”. 
Anche nella confusione apparente di una grande troupe, Chiara ha raccontato di non essersi mai sentita spaesata: “Le comparse venivano guidate in quello che dovevano fare e mimare. C’erano indicazioni sui movimenti: il personale presente era talmente numeroso che ciascuno aveva il suo ruolo e non ci si sentiva mai soli, senza indicazioni”.
Oltre a Lady Gaga, Chiara Sironi ha visto gli altri protagonisti del film, presenti per le scene girate in Italia: Anne Hathaway, Stanley Tucci, Meryl Streep. “Lady Gaga è un’artista a 360 gradi, una super performer dal grande carisma. Ha cantato un inedito a cappella, facendo sentire una voce straordinaria e dimostrando un talento che ci ha lasciati senza parole. Anche la sua presenza in scena era di grande impatto”.
Essere sul set ha significato anche affrontare lunghi tempi di attesa, trucco e preparazione per ore prima di girare, disponibilità dal primo pomeriggio fino a notte fonda. Ma l’emozione dell’“action” pronunciato dal regista ripagava ogni fatica. “Prima di andare sul set passavano anche 8-9 ore: la fatica dell’attesa e la ripetizione della parte richiede un certo impegno. C’è quindi una componente di pazienza e resistenza che solo la passione per fare certe esperienze ti porta ad avere”.
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Per Chiara è stata un’occasione unica e preziosa: “Il ricordo più bello che mi porterò di quest’esperienza è quello di essere stata sul set, oltre che con attori di fama internazionale, anche con una super star come Lady Gaga: aver vissuto davvero questo momento unico ed esclusivo è stato molto bello. Visto, poi, con gli occhi da organizzatrice di eventi e da persona che ha avuto a che fare con altri set, mi porta a dire l’ammirazione per l’organizzazione e la cura di ogni dettaglio: ogni persona presente sul set aveva l’attenzione e le dovute cure. Nulla era lasciato al caso, dall’abbigliamento, al trucco e all’acconciatura: uno studio nei minimi dettagli di ogni persona”.
Al di là dello scintillio, quest’occasione ha avuto anche un valore simbolico. Chiara aveva poco più di vent’anni quando uscì il primo Il diavolo veste Prada, nel 2006. “Sono più o meno sono coetanea di Anne Hathaway e ricordo che, all’uscita del film, il mondo della moda per me era un passatempo. Lo affiancavo allo studio all’università con i primi lavoretti. Non pensavo che la moda potesse diventare la mia professione anche se l’amavo fin da allora e mi occupavo già di eventi, modelle, corsi di portamento”. Partecipare proprio al sequel di quel film che ha segnato un’epoca rappresenta per lei una sorta di consacrazione professionale: “A vent’anni di distanza, è bellissimo ripercorrere questo momento e vedere come la mia vita è cambiata: quello che all’inizio per me era un passatempo, è diventata la mia professione dopo anni di formazione, di gavetta e di esperienze. Essere una professionista del settore e aver partecipato al sequel di questo film è un cerchio che si chiude: è proprio vero che la passione, il desiderio di volere davvero una cosa, di amare il tuo lavoro, alla fine ti porta ad ottenere i risultati che aspetti”. 
In un mondo dove la moda corre veloce, questa esperienza resterà per sempre impressa in Chiara Sironi come un momento unico. Perché, in fondo, non è stata solo una scena in un film, ma sarà il racconto di chi ha saputo trasformare l’amore per lo stile in un sogno vissuto sotto i riflettori.
M.Mau.
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