Mauro Manzoni 'svela' Il volto di Dio nelle poesie di Turoldo

“Il volto di Dio nella poesia di Turoldo”, nuovo libro di Mauro Manzoni, è stato presentato venerdì sera presso Biblioteca civica “Uberto Pozzoli”. La serata ha visto un pubblico attento e partecipe, immerso in un’atmosfera di ascolto e riflessione, dove la parola poetica si è intrecciata con la spiritualità e l’impegno civile.
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Mauro Manzoni

L’evento si è aperto con l’intervento di Lino Breda, che ha sottolineato come la qualità e lo spessore degli interventi meritassero attenzione anche se limitati nel tempo. Breda ha ricordato la presentazione del primo volume dedicato a Turoldo dall’autore e l’attualità del tema trattato, evidenziando come la poesia del religioso fosse un antidoto potente di fronte ai traumi e alle complessità del mondo contemporaneo. La poesia, ha spiegato, non è solo parola, ma lavoro concreto, produzione che ci guida verso la speranza e ci invita a non cedere alla disperazione. Ha ricordato inoltre come la poesia sia un compagno fidato in tempi in cui prevalgono linguaggi immediati e superficiali, come quelli dei social, e come il poeta possa guidare verso una nuova attenzione e consapevolezza.
A seguire, l’assessore Giovanni Cattaneo ha portato il saluto dell’amministrazione comunale, sottolineando l’amicizia con Manzoni – sindaco a sua volta a Varenna - e l’importanza di serate come quella di venerdì per riconsiderare la vicenda umana, artistica e spirituale di Turoldo. Ha evidenziato la capacità della poesia di interrogare ciascuno di noi, stimolando riflessione, ascolto e attenzione, e ha ricordato come anche nei piccoli gesti della vita quotidiana si possa ritrovare la forza evocativa dei versi del poeta.
Mauro Manzoni, ha aperto la sua presentazione con parole di gratitudine verso il pubblico e i colleghi presenti. Ha spiegato che il libro non si concentra sulla biografia di Turoldo, già nota, ma sui nuclei fondamentali della sua poetica: nulla e tutto, il silenzio di Dio, sofferenza e solitudine. Tre temi che tracciano un itinerario di fede e ricerca. “Ripercorrendo le sue liriche – ha detto Manzoni – emerge l’immagine di un Dio inquieto, che condivide la nostra fragilità. Il Dio di Turoldo ama fino alla croce, non teme la domanda dell’uomo ma la abita”. Ha approfondito come la poesia diventi un dialogo intimo con il divino, un corpo a corpo spirituale dove parola, preghiera e silenzio si intrecciano, e ha ricordato l’importanza di leggere Turoldo con attenzione, cogliendone la forza provocatoria e la capacità di stimolare il pensiero.
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Tra gli interventi, Maria Rosa Mazzoni ha recitato alcune poesie di Turoldo, offrendo al pubblico momenti di immediata emozione e permettendo di percepire la forza evocativa dei versi, la musicalità e la profondità del poeta servita. La sua lettura ha scandito e arricchito il flusso degli interventi, rendendo tangibile il dialogo tra poesia e vita, e ha consentito ai presenti di entrare in contatto diretto con la dimensione spirituale dei testi.
Don Alberto Cozzi ha offerto una riflessione lunga e articolata, evidenziando la forza universale della poesia di Turoldo. Ha spiegato come essa rappresenti la domanda radicale: “Quale Dio per l’uomo?”, una domanda che non cerca risposte facili ma spinge a guardare dentro se stessi. Cozzi ha definito la poesia come un dialogo necessario tra creatura e Creatore, sottolineando le grandi opposizioni presenti nelle opere di Turoldo: nulla e tutto, silenzio e parola, morte e vita, luce e tenebra. Ha analizzato come Turoldo renda presente un Dio che non può essere definito in termini banali, ma che si manifesta nell’umano più profondo, invitando a una continua rinascita. Ha illustrato con precisione come la poesia del frate servita diventi una “verbalizzazione della lotta spirituale”, capace di scuotere le coscienze e generare una riflessione profonda sul senso della vita, la sofferenza, la speranza e la responsabilità di fronte agli eventi del mondo.
Padre Giovanni Battista Margoni ha chiuso il primo ciclo di interventi con un’analisi che unisce filosofia, teologia e profezia. Ha evocato l’immagine della “Mano di Dio” di Rodin, richiamando la presenza attiva e creativa del divino nella vita umana, e la testimonianza di Elie Wiesel, sottolineando come Dio sia sempre accanto a noi, anche nel dolore e nel silenzio. “È un Dio che continua a lavorare dentro di noi, anche quando lo insultiamo per il suo silenzio”, ha aggiunto, indicando come la poesia possa incarnare un messaggio concreto di responsabilità e speranza.
Monsignor Bortolo Uberti ha approfondito il concetto di combattimento spirituale, ricordando Giacobbe al guado del Giordano come immagine di un incontro con Dio che è insieme lotta e riconciliazione. Ha evidenziato la necessità urgente di tornare alla poesia come strumento di riflessione sulla fede, capace di scuotere coscienze e offrire parole vive, incisive e penetranti, che guidano l’uomo nella ricerca del divino senza cadere in devozionalismi superficiali. “La poesia di Turoldo ci riporta a cercare Dio, a lottare con Lui”, ha detto, sottolineando come essa scuota le coscienze e riporti l’uomo al senso profondo della fede.
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Il professor Eugenio Guglielmi ha aggiunto una prospettiva estetica e culturale, richiamando la bellezza del silenzio e della parola poetica. “La forza dei versi ci invita a riconsiderare la nostra vita e il nostro rapporto con la bellezza”, ha spiegato, evidenziando come la ricerca spirituale e poetica di Turoldo risuoni ancora oggi e stimoli una riflessione sulla relazione tra parola, arte e vita.
A chiudere la serata è stato il sindaco Mauro Gattinoni, che ha sottolineato come la poesia possa influenzare anche la dimensione civile e politica, ispirando impegno e senso di responsabilità. Ha ricordato il valore delle parole costruite con cura, capaci di avvicinare e aprire mondi nuovi, anche ai più giovani, e ha richiamato l’attenzione sull’importanza della cultura e della bellezza nella formazione della comunità e nella vita civile.
L’evento ha quindi unito riflessione teologica, poetica e civile, offrendo un quadro completo della figura di Turoldo e della sua capacità di parlare al presente. La serata ha confermato la forza della poesia come strumento di interrogazione, ispirazione e crescita collettiva, lasciando nei partecipanti una testimonianza viva di bellezza e impegno.
G.D.
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