'La natura ci osserva', in Torre Viscontea. Con 4 artiste
Primo fine settimana di apertura, in Torre Viscontea, per la mostra “La natura ci osserva”, promossa e curata dall'associazione Profumo di Bethania con il Comune e il Sistema museale urbano lecchese. Un percorso corale che riunisce pittura, scultura, installazione e fotografia di quattro artiste legate al territorio: Alba Folcio, Diana Giudici, Dolores Previtali e Alessandra Sottocornola. Le loro opere sono state affiancate da una selezione di preziosi libri firmati Pulcinoelefante.

Al centro, una triade di temi che dialogano fra loro senza irrigidirsi in opposti: il rapporto tra essere umano e natura, la relazione fra femminile e maschile intesi come energie che coabitano in ciascuno e il ruolo della cultura in un'economia del consumo chiamata a ripensarsi. Non un manifesto, ma un invito alla sosta, tanto che la curatrice nonché membro dell’associazione Profumo di Bethania Katia Negri considera l’obiettivo della mostra quello di “uscire con più domande che risposte, per generare pensieri”.
A sottolineare la dimensione civica dell'appuntamento è stato, venerdì sera, durante il momento inaugurale, il luogotenente Angelo Di Meo, comandante della Stazione Carabinieri di Lecco, che ha ricordato come "l'arte rappresenta una grande ricchezza" per la comunità e una risorsa anche nella sensibilizzazione su uno dei temi emerso dalle opere, ovvero la violenza di genere.

Katia Negri, al taglio del nastro, ha poi ripercorso la genesi di Profumo di Bethania, nata nel 2020 "grazie ad un gruppo di amiche e colleghe che hanno scelto di mettersi in ascolto per arrivare in modo universale attraverso l'arte. In questi anni ci siamo occupate di fragilità in un senso trasversale”. Dai laboratori con scuole alla mostra inaugurata, il lavoro condiviso si è dimostrato vincente. “Le opere delle quattro artiste - ha proseguito Negri - comunicano attraverso linguaggi diversi, con l’ intenzione di farci sostare sui temi sia in modo scrutatore che attraverso un coinvolgimento attivo". Il legame con il territorio e il ponte intergenerazionale non sono enunciazione, ma pratica: "oggi ci sono qui tre miei studenti che faranno le visite guidate. Oltre a questo, la foto della locandina è stata realizzata da una ragazza del Medardo Rosso, sintomo che la retorica dei giovani fannulloni sia spesso infondata".

Tra le voci più intime, quella di Alessandra Sottocornola, che presenta le sue opere come "manufatti da me e da mia figlia Sofia, affetta da uno spettro autistico. La tecnica dell’intreccio si è dimostrata un ottimo canale comunicativo per lei, oltre ad essere un modo per condividere dei momenti insieme". L'artista ha spiegato ancora che "ci siamo incontrate con i materiali naturali, da territori diversi, intrecciati tra loro. L'intreccio diventa allora un mettere insieme su una struttura che abbraccia tutto, come il singolo che poi crea una comunità".

Dolores Previtali ha ringraziato "tutti i presenti e quelli che non ci sono più", evocando una continuità di presenze e di memorie: "In questa mostra c'è l'insieme di aspetti che fanno parte del nostro vivere. Diventa allora essenziale far capire agli uomini quanto bene può fare l'arte. Andare oltre il bello e oltre il bene, con la buona volontà".
Un sentire condiviso anche nelle parole dell'assessora alle Pari opportunità Renata Zuffi, che ha messo l'accento sulla capacità inclusiva dei "laboratori a misura di tutti e alla portata di ciascuno - concludendo con - La capacità che ha l'arte di comunicare riesce a coinvolgere davvero". Preziosa presenza anche quella di Barbara Cattaneo, conservatore onorario dei musei Lecco.
Dopo gli applausi, è stato possibile addentrarsi fra le opere, sia autonomamente che seguiti nella riflessione dalla guida di Katia Negri, in un percorso espositivo che si snoda tra opere che non polarizzano gli opposti, ma li mettono in relazione. Laddove consumo e recupero si guardano negli occhi, laddove il femminile e il maschile non sono gabbie culturali ma energie in dialogo, l'arte diventa gesto condiviso e responsabilità: un patto di fiducia fra chi crea e chi guarda.
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La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile fino al 16 novembre il giovedì dalle 10.00 alle 13.00, venerdì e sabato dalle 14.00 alle 18.00 e domenica dalle 10.00 alle 18.00. Laboratori esperienziali per le scuole primarie e per altri gruppi, oltre che visite guidate, anche dedicate agli studenti di ogni ordine e grado, accompagneranno il pubblico alla scoperta dei temi trattati. I tour saranno sempre disponibili durante gli orari di apertura della mostra grazie alla collaborazione con gli studenti degli istituti "F. Viganò" di Merate e "G. Parini" di Lecco.
I laboratori per gruppi, enti e associazioni avranno una durata di 90 minuti e si svolgeranno sabato 8 e 15 novembre dalle 14.30 alle 16.99, mentre domenica 26 ottobre, 2, 9 e 16 novembre, dalle 10.30 alle 12.00, saranno organizzati laboratori aperti a tutti su prenotazione a questo collegamento.
Al centro, una triade di temi che dialogano fra loro senza irrigidirsi in opposti: il rapporto tra essere umano e natura, la relazione fra femminile e maschile intesi come energie che coabitano in ciascuno e il ruolo della cultura in un'economia del consumo chiamata a ripensarsi. Non un manifesto, ma un invito alla sosta, tanto che la curatrice nonché membro dell’associazione Profumo di Bethania Katia Negri considera l’obiettivo della mostra quello di “uscire con più domande che risposte, per generare pensieri”.
A sottolineare la dimensione civica dell'appuntamento è stato, venerdì sera, durante il momento inaugurale, il luogotenente Angelo Di Meo, comandante della Stazione Carabinieri di Lecco, che ha ricordato come "l'arte rappresenta una grande ricchezza" per la comunità e una risorsa anche nella sensibilizzazione su uno dei temi emerso dalle opere, ovvero la violenza di genere.

Renata Zuffi e Katia Negri
Katia Negri, al taglio del nastro, ha poi ripercorso la genesi di Profumo di Bethania, nata nel 2020 "grazie ad un gruppo di amiche e colleghe che hanno scelto di mettersi in ascolto per arrivare in modo universale attraverso l'arte. In questi anni ci siamo occupate di fragilità in un senso trasversale”. Dai laboratori con scuole alla mostra inaugurata, il lavoro condiviso si è dimostrato vincente. “Le opere delle quattro artiste - ha proseguito Negri - comunicano attraverso linguaggi diversi, con l’ intenzione di farci sostare sui temi sia in modo scrutatore che attraverso un coinvolgimento attivo". Il legame con il territorio e il ponte intergenerazionale non sono enunciazione, ma pratica: "oggi ci sono qui tre miei studenti che faranno le visite guidate. Oltre a questo, la foto della locandina è stata realizzata da una ragazza del Medardo Rosso, sintomo che la retorica dei giovani fannulloni sia spesso infondata".
Tra le voci più intime, quella di Alessandra Sottocornola, che presenta le sue opere come "manufatti da me e da mia figlia Sofia, affetta da uno spettro autistico. La tecnica dell’intreccio si è dimostrata un ottimo canale comunicativo per lei, oltre ad essere un modo per condividere dei momenti insieme". L'artista ha spiegato ancora che "ci siamo incontrate con i materiali naturali, da territori diversi, intrecciati tra loro. L'intreccio diventa allora un mettere insieme su una struttura che abbraccia tutto, come il singolo che poi crea una comunità".

Dolores Previtali ha ringraziato "tutti i presenti e quelli che non ci sono più", evocando una continuità di presenze e di memorie: "In questa mostra c'è l'insieme di aspetti che fanno parte del nostro vivere. Diventa allora essenziale far capire agli uomini quanto bene può fare l'arte. Andare oltre il bello e oltre il bene, con la buona volontà".
Un sentire condiviso anche nelle parole dell'assessora alle Pari opportunità Renata Zuffi, che ha messo l'accento sulla capacità inclusiva dei "laboratori a misura di tutti e alla portata di ciascuno - concludendo con - La capacità che ha l'arte di comunicare riesce a coinvolgere davvero". Preziosa presenza anche quella di Barbara Cattaneo, conservatore onorario dei musei Lecco.
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La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile fino al 16 novembre il giovedì dalle 10.00 alle 13.00, venerdì e sabato dalle 14.00 alle 18.00 e domenica dalle 10.00 alle 18.00. Laboratori esperienziali per le scuole primarie e per altri gruppi, oltre che visite guidate, anche dedicate agli studenti di ogni ordine e grado, accompagneranno il pubblico alla scoperta dei temi trattati. I tour saranno sempre disponibili durante gli orari di apertura della mostra grazie alla collaborazione con gli studenti degli istituti "F. Viganò" di Merate e "G. Parini" di Lecco.
I laboratori per gruppi, enti e associazioni avranno una durata di 90 minuti e si svolgeranno sabato 8 e 15 novembre dalle 14.30 alle 16.99, mentre domenica 26 ottobre, 2, 9 e 16 novembre, dalle 10.30 alle 12.00, saranno organizzati laboratori aperti a tutti su prenotazione a questo collegamento.
M.E.














