Provincia, sistema museale: un bilancio in forte crescita
Aumenta il numero dei musei aderenti, aumentano i visitatori e aumenta anche il numero di contatti via internet, s’intensificano. la collaborazione con le scuole e il coinvolgimento delle giovani generazioni.
L’amministrazione provinciale lecchese ha presentato il bilancio economico (587mila euro) e dell’attività dell’ultimo anno e le nuove iniziative in cantiere per il sistema museale territoriale, al quale – va detto – non aderisce per imperscrutabili motivi il sistema museale che sovrintende ai musei cittadini.

Nell’introdurre l’incontro tenutosi questa mattina (29 ottobre), la presidente provinciale Alessandra Hofmann ha parlato di un grande sviluppo del “sistema” passato dai 35 musei aderenti all’inizio della collaborazione agli attuali 50. Gli ultimi aderenti sono le nuove realtà bellanesi come l’ex chiesa di San Nicolao e il Museo di Giancarlo Vitali a Palazzo Lorla, lo storico Museo delle Grigne di Esino, ma anche i gioielli civatesi della Casa del Pellegrino e di San Calocero.

Una dimostrazione – ha aggiunto – che «possiamo avere tutti dei bellissimi gioielli ma camminare da soli è più difficile. E allora abbiamo deciso di investire molto sulla comunicazione».

L’attenzione è stata poi rivolta alle Olimpiadi invernali del prossimo anno dalle quali i musei della provincia contano di ottenere un traino: «Anche se noi spesso ci consideriamo semplicemente un territorio di passaggio rispetto ai luoghi in cui si svolgeranno le gare olimpiche, in realtà non è così: chi viene da lontano ha una percezione diversa del territorio e delle distanze. Noi dunque, facciamo parte a pieno titolo del territorio delle Olimpiadi».

Non a caso, uno dei progetti – spiegati dalla consigliera delegata Silvia Bosio – intitolato “Conosciamoci per le Olimpiadi” è quello di iniziative diffuse per raccontare la storia dello sci e valorizzare il patrimonio culturale delle montagne. Da dicembre a giugno una videoinstallazione itinerante toccherà quattro punti strategici (Villa Monastero a Varenna, la Fornace di Barzio, la Villa Greppi a Monticello e i Piani Resinelli. Pannelli di approfondimento saranno installati in tutti gli altri musei e si organizzeranno visite guidate, laboratori didattici, installazioni artistiche, una caccia al tesoro culturale per bambini e famiglie, conferenze, mostre. Un progetto del costo complessivo di 178mila euro, dei quali 100mila coperti della Regione ai quali dovrà essere aggiunto il contributo offerto dall’Itb, la società che gestisce le funivie valsassinesi e gli impianti di risalita ai Piani di Bobbio.

Parlando dell’importanza delle tradizioni lecchesi, Bosio ha voluto anche scostarsi dalla “narrazione” imperante di questi anni secondo cui il sistema dell’istruzione debba essere strettamente legato al mondo del lavoro, sottolineando come anche il mondo della cultura in generale debba essere legato al sistema dell’istruzione.

Da parte sua, Anna Ranzi – conservatrice di Villa Monastero e presidente del Sistema museale provinciale – si è soffermata sulle iniziative per rendere i musei più accessibili e inclusivi all’insegna dello slogan “Star bene al museo” rendendo le strutture più accoglienti e nel contempo vivibili pienamente da tutti. Sono 31 i musei della provincia che hanno adottato “strumenti inclusivi”: sono 27 i totem olfattivi, 30 i materiali in £d per le riproduzioni tattili, 81 i qr-code audio o per la lettura, 31 i cosiddetti “easy to read” (facilitazioni alla lettura, 31supporti per la cosiddetta comunicazione aumentata. «E si continuerà anche per il futuro» ha assicurato Ranzi.

Sul fronte della comunicazione, un investimento di 30mila euro è destinato alla promozione attraverso i canali social su internet che ha fatto registrare un notevole balzo in quanto a contatti del sito internet ufficiale del sistema: dai 1700 utenti del luglio 2023 ai 10.600 attuali. Ma il messaggio divulgato attraverso i diversi canali, è stato calcolato abbia raggiunto oltre cinquecentomila persone. Da quest’anno inoltre, si è puntato anche su tiktok, che è il social del futuro – come ha detto Alessandro Mazza della MT Consulting – e ci consente di raggiungere migliaia di giovani.
Altra novità è la pubblicazione di un podcast su Spotify, piattaforma musicale tra le più frequentate. Si tratta del progetto “Piccoli passi, nuove generazioni”, realizzato con il contributo della Fondazione Cariplo e della Regione.

Ne ha parlato Francesca Gentile, spiegando che il progetto – promosso in collaborazione tra Provincia, cooperativa Tikvà e cooperativa Alchemilla – ha coinvolto circa 700 alunni di undici istituti scolastici e sette poli educativi del Lecchese. Sostanzialmente, dopo le visite ai singoli musei, i giovanissimi hanno espresso il loro parere senza filtri: sono raccolti circa mille audio che saranno appunto utilizzati quale nuova forma di promozione culturale.
«Non era scontato riuscire a portare le voci dei bambini – ha detto Gentile -, dare loro voce per raccontare il patrimonio museale, convinti che anche un adulto può mettersi in ascolto e possa essere aiutati proprio dai bambini. Un’iniziativa, inoltre, che è anche un’occasione per aprire i musei alle famiglie».

Il progetto ha riguardato un’ampia fascia d’età: dalle scuole dell’infanzia alle Superiore. Per i più giovani è stato anche allestito un kit di gioco articolato in attrezzi “magici” e libri.
L’amministrazione provinciale lecchese ha presentato il bilancio economico (587mila euro) e dell’attività dell’ultimo anno e le nuove iniziative in cantiere per il sistema museale territoriale, al quale – va detto – non aderisce per imperscrutabili motivi il sistema museale che sovrintende ai musei cittadini.
Nell’introdurre l’incontro tenutosi questa mattina (29 ottobre), la presidente provinciale Alessandra Hofmann ha parlato di un grande sviluppo del “sistema” passato dai 35 musei aderenti all’inizio della collaborazione agli attuali 50. Gli ultimi aderenti sono le nuove realtà bellanesi come l’ex chiesa di San Nicolao e il Museo di Giancarlo Vitali a Palazzo Lorla, lo storico Museo delle Grigne di Esino, ma anche i gioielli civatesi della Casa del Pellegrino e di San Calocero.
Una dimostrazione – ha aggiunto – che «possiamo avere tutti dei bellissimi gioielli ma camminare da soli è più difficile. E allora abbiamo deciso di investire molto sulla comunicazione».
L’attenzione è stata poi rivolta alle Olimpiadi invernali del prossimo anno dalle quali i musei della provincia contano di ottenere un traino: «Anche se noi spesso ci consideriamo semplicemente un territorio di passaggio rispetto ai luoghi in cui si svolgeranno le gare olimpiche, in realtà non è così: chi viene da lontano ha una percezione diversa del territorio e delle distanze. Noi dunque, facciamo parte a pieno titolo del territorio delle Olimpiadi».
Non a caso, uno dei progetti – spiegati dalla consigliera delegata Silvia Bosio – intitolato “Conosciamoci per le Olimpiadi” è quello di iniziative diffuse per raccontare la storia dello sci e valorizzare il patrimonio culturale delle montagne. Da dicembre a giugno una videoinstallazione itinerante toccherà quattro punti strategici (Villa Monastero a Varenna, la Fornace di Barzio, la Villa Greppi a Monticello e i Piani Resinelli. Pannelli di approfondimento saranno installati in tutti gli altri musei e si organizzeranno visite guidate, laboratori didattici, installazioni artistiche, una caccia al tesoro culturale per bambini e famiglie, conferenze, mostre. Un progetto del costo complessivo di 178mila euro, dei quali 100mila coperti della Regione ai quali dovrà essere aggiunto il contributo offerto dall’Itb, la società che gestisce le funivie valsassinesi e gli impianti di risalita ai Piani di Bobbio.
Parlando dell’importanza delle tradizioni lecchesi, Bosio ha voluto anche scostarsi dalla “narrazione” imperante di questi anni secondo cui il sistema dell’istruzione debba essere strettamente legato al mondo del lavoro, sottolineando come anche il mondo della cultura in generale debba essere legato al sistema dell’istruzione.
Da parte sua, Anna Ranzi – conservatrice di Villa Monastero e presidente del Sistema museale provinciale – si è soffermata sulle iniziative per rendere i musei più accessibili e inclusivi all’insegna dello slogan “Star bene al museo” rendendo le strutture più accoglienti e nel contempo vivibili pienamente da tutti. Sono 31 i musei della provincia che hanno adottato “strumenti inclusivi”: sono 27 i totem olfattivi, 30 i materiali in £d per le riproduzioni tattili, 81 i qr-code audio o per la lettura, 31 i cosiddetti “easy to read” (facilitazioni alla lettura, 31supporti per la cosiddetta comunicazione aumentata. «E si continuerà anche per il futuro» ha assicurato Ranzi.
Sul fronte della comunicazione, un investimento di 30mila euro è destinato alla promozione attraverso i canali social su internet che ha fatto registrare un notevole balzo in quanto a contatti del sito internet ufficiale del sistema: dai 1700 utenti del luglio 2023 ai 10.600 attuali. Ma il messaggio divulgato attraverso i diversi canali, è stato calcolato abbia raggiunto oltre cinquecentomila persone. Da quest’anno inoltre, si è puntato anche su tiktok, che è il social del futuro – come ha detto Alessandro Mazza della MT Consulting – e ci consente di raggiungere migliaia di giovani.
Altra novità è la pubblicazione di un podcast su Spotify, piattaforma musicale tra le più frequentate. Si tratta del progetto “Piccoli passi, nuove generazioni”, realizzato con il contributo della Fondazione Cariplo e della Regione.
Ne ha parlato Francesca Gentile, spiegando che il progetto – promosso in collaborazione tra Provincia, cooperativa Tikvà e cooperativa Alchemilla – ha coinvolto circa 700 alunni di undici istituti scolastici e sette poli educativi del Lecchese. Sostanzialmente, dopo le visite ai singoli musei, i giovanissimi hanno espresso il loro parere senza filtri: sono raccolti circa mille audio che saranno appunto utilizzati quale nuova forma di promozione culturale.
«Non era scontato riuscire a portare le voci dei bambini – ha detto Gentile -, dare loro voce per raccontare il patrimonio museale, convinti che anche un adulto può mettersi in ascolto e possa essere aiutati proprio dai bambini. Un’iniziativa, inoltre, che è anche un’occasione per aprire i musei alle famiglie».
Il progetto ha riguardato un’ampia fascia d’età: dalle scuole dell’infanzia alle Superiore. Per i più giovani è stato anche allestito un kit di gioco articolato in attrezzi “magici” e libri.
D.C.














