LC-BG: serve serietà non cambi a seconda del vento politico
    			Più volte ci siamo chiesti quali risultati concreti abbia portato al nostro territorio la lunga permanenza di Gianmario Fragomeli sui lauti scranni parlamentari di Roma.
Questa volta, però, vogliamo parlare nel merito dei progetti - e lo facciamo con i documenti alla mano, come piace all’onorevole.
In queste ore, Fragomeli è tornato a parlare della necessità di un “nuovo progetto” per la Lecco–Bergamo, sostenendo che servirebbe studiare una variante.
Francamente, ci sembra più un esercizio di opportunismo politico che un reale atto di attenzione verso i cittadini.
Quando, infatti, l’onorevole era “nella stanza dei bottoni”, con ministri delle Infrastrutture del suo stesso partito, non ha mai sollevato il tema di un tracciato alternativo.
Siamo andati a rileggere i suoi comunicati stampa (che alleghiamo, così da poterci anche sorridere un po’ sopra).
Non vi è neppure un accenno a una revisione del progetto.
Anzi, solo grandi annunci e toni trionfalistici sulla “ripartenza della progettazione esecutiva” e addirittura sulla “ripartenza del cantiere di Chiuso”, che - a suo dire - avrebbe garantito il completamento del tunnel di Vercurago e un miglioramento della viabilità locale da Calolziocorte verso Lecco.
E ancora: “…seppure stiano proseguendo sia la pianificazione che i sopralluoghi, la conclusione del progetto esecutivo e l’aggiornamento dei costi dell’opera, a seguito dell’aumento del costo delle materie prime…” - con un chiaro riferimento a un progetto in fase esecutiva.
Salvo poi, qualche tempo dopo, lamentarsi dei ritardi e dichiarare:
“In queste ore avremmo dovuto poter visionare il nuovo e completo progetto esecutivo; siamo invece ancora alle prese con affidamenti di piani integrativi da parte di Anas per indagini geognostiche sul suolo…”
Ma come, Fragomeli?
Non ti eri accorto che il cantiere di cui parlavi riguardava proprio l’attuale tracciato, con ingresso a Chiuso e uscita al Lavello?
Non avevi visto che il progetto esecutivo che sollecitavi allora è lo stesso che oggi contesti davanti alle telecamere?
E come mai, visto che allora ti presentavi come il “risolutore del problema”, non hai mai parlato di un progetto alternativo, capace di tenere conto delle perplessità che oggi riprendi dai comitati?
Nessun dubbio, nessun accenno, nessuna traccia di “ascolto del territorio”, come invece oggi vorresti far credere.
Si può anche riderci sopra, ma la verità è che è drammatico cambiare posizione su un’opera strategica solo in base al colore politico del ministro di turno.
Noi preferiamo continuare a difendere la necessità di realizzare la Lecco–Bergamo con serietà e concretezza.
Perché quest’opera non serve a prendersi stellette o meriti personali, né a sventolare bandiere di partito.
Serve a dare risposte vere ai bisogni di chi ogni giorno percorre quella strada: trentamila utenti silenziosi che chiedono soltanto di muoversi in sicurezza e senza code interminabili.
La politica, quando si assume un impegno, deve portarlo a termine.
Non serve inventarsi soluzioni sulla carta o cambiare idea per convenienza.
Serve dare risposte concrete a un problema reale, che da anni ostacola lo sviluppo del nostro territorio.
E noi, su questo, non cambiamo strada.
    		Questa volta, però, vogliamo parlare nel merito dei progetti - e lo facciamo con i documenti alla mano, come piace all’onorevole.
In queste ore, Fragomeli è tornato a parlare della necessità di un “nuovo progetto” per la Lecco–Bergamo, sostenendo che servirebbe studiare una variante.
Francamente, ci sembra più un esercizio di opportunismo politico che un reale atto di attenzione verso i cittadini.
Quando, infatti, l’onorevole era “nella stanza dei bottoni”, con ministri delle Infrastrutture del suo stesso partito, non ha mai sollevato il tema di un tracciato alternativo.
Siamo andati a rileggere i suoi comunicati stampa (che alleghiamo, così da poterci anche sorridere un po’ sopra).
Non vi è neppure un accenno a una revisione del progetto.
Anzi, solo grandi annunci e toni trionfalistici sulla “ripartenza della progettazione esecutiva” e addirittura sulla “ripartenza del cantiere di Chiuso”, che - a suo dire - avrebbe garantito il completamento del tunnel di Vercurago e un miglioramento della viabilità locale da Calolziocorte verso Lecco.
E ancora: “…seppure stiano proseguendo sia la pianificazione che i sopralluoghi, la conclusione del progetto esecutivo e l’aggiornamento dei costi dell’opera, a seguito dell’aumento del costo delle materie prime…” - con un chiaro riferimento a un progetto in fase esecutiva.
Salvo poi, qualche tempo dopo, lamentarsi dei ritardi e dichiarare:
“In queste ore avremmo dovuto poter visionare il nuovo e completo progetto esecutivo; siamo invece ancora alle prese con affidamenti di piani integrativi da parte di Anas per indagini geognostiche sul suolo…”
Ma come, Fragomeli?
Non ti eri accorto che il cantiere di cui parlavi riguardava proprio l’attuale tracciato, con ingresso a Chiuso e uscita al Lavello?
Non avevi visto che il progetto esecutivo che sollecitavi allora è lo stesso che oggi contesti davanti alle telecamere?
E come mai, visto che allora ti presentavi come il “risolutore del problema”, non hai mai parlato di un progetto alternativo, capace di tenere conto delle perplessità che oggi riprendi dai comitati?
Nessun dubbio, nessun accenno, nessuna traccia di “ascolto del territorio”, come invece oggi vorresti far credere.
Si può anche riderci sopra, ma la verità è che è drammatico cambiare posizione su un’opera strategica solo in base al colore politico del ministro di turno.
Noi preferiamo continuare a difendere la necessità di realizzare la Lecco–Bergamo con serietà e concretezza.
Perché quest’opera non serve a prendersi stellette o meriti personali, né a sventolare bandiere di partito.
Serve a dare risposte vere ai bisogni di chi ogni giorno percorre quella strada: trentamila utenti silenziosi che chiedono soltanto di muoversi in sicurezza e senza code interminabili.
La politica, quando si assume un impegno, deve portarlo a termine.
Non serve inventarsi soluzioni sulla carta o cambiare idea per convenienza.
Serve dare risposte concrete a un problema reale, che da anni ostacola lo sviluppo del nostro territorio.
E noi, su questo, non cambiamo strada.
        		Mauro Piazza e Mattia Micheli   			
   					













