Colico: nel libro di Curioni i caduti nella Grande Guerra
    			La commemorazione del 4 Novembre a Colico – svoltasi domenica mattina - è stata l’occasione anche per una breve presentazione del libro di Adriano Curioni dal titolo ''Avevo ancora qualcosa da dire'', che richiama i Caduti della Prima guerra mondiale e sottolinea in modo forte come quelle persone avessero "un’anima, delle famiglie a casa''. 
Una raccolta che, su suggerimento dell’editore, ha visto cambiare il primo testo pensato dall’autore stesso, che ha alla base una fotografia del laghetto di Piona del secolo scorso: un'istantanea che racconta la storia del primo caduto, il pescatore Giuseppe, di cui Curioni parla proprio nelle pagine di apertura. Sempre nella copertina si possono notare anche alcuni soldati in fila, metaforicamente sospesi come le loro anime che ''mai nessuno ha più cercato''.

Un lavoro che non racconta solo dei caduti colichesi della Grande Guerra, ma raccoglie anche notizie di molti che tornarono: uomini, ragazzi, imprigionati in fredde lapidi di marmo bianco, solo e anonimamente ricordati in occasione delle celebrazioni del 4 Novembre. Questa attività di ricerca è iniziata per Curioni grazie alla figlia che, da liceale, frequentando un corso di cinematografia nel periodo del primo conflitto mondiale, aveva la necessità e la curiosità di visitare musei e mostre, conoscere luoghi e quant’altro inerenti la Grande Guerra. Durante un evento a Colico fu poi invitato a partecipare alle ricerche riguardo a un soldato del paese dato per disperso, e da lì crebbe in lui il desiderio di dare una risposta alle tante domande che i famigliari si facevano su quanto potesse essere successo ai loro cari. L’intento iniziale di raccogliere informazioni si è quindi ben presto trasformato in approfondimento storico, e le centinaia di ore di ricerche lo hanno catapultato in un viaggio avvolto dalle nebbie del passato, quasi spalla a spalla con quei suoi compaesani.
''Un viaggio virtuale dentro storie reali, il mio, dal quale non ho più saputo uscire: ho visitato brigate, battaglioni nei vari dislocamenti, camminato con i nostri soldati fino a imparare a chiamarli per nome come fossero gli amici di una vita. Sono entrato negli ospedali militari e da campo che spesso li hanno accolti e, a fatica – non essendo uno storico – ho cercato di trasformare numeri, sigle e matricole in luoghi" ha spiegato Curioni.
Le vicende riguardanti i reparti di fanteria sono state trovate con relativa facilità, mentre è stato molto più complicato salire virtualmente sui monti e reperire informazioni sui tormentati reparti alpini sulle montagne. Montagne non di sole nevi, ghiacci, tormente e battaglie ma anche di documenti, diari di reduci, storie e archivi, dove sono conservati chilometri e chilometri di documenti. 
L’individuazione ''sulla carta'' dei luoghi dove gli avi hanno lasciato la vita combattendo o in seguito a malattie, però, è ben presto risultata stretta a Curioni, che ha così sentito il bisogno di uscire dal suo viaggio virtuale per intraprenderne di reali, con escursioni nelle zone di combattimento o verso i Sacrari della Grande Guerra. Da solo o coinvolgendo la famiglia, spesso con il Direttivo del Gruppo Alpini Colico.
Un lavoro, quello di Curioni, che non racconta con enfasi la guerra o le gesta eroiche dei soldati ma ne esalta il sacrificio parlando di un dramma purtroppo più che mai attuale, anche se per dovere di cronaca e ai fini della ricerca storica sono descritte anche le azioni e le battaglie. Senza lo studio e l’approfondimento storico dei singoli momenti, del resto, l'autore non avrebbe potuto raggiungere il suo obiettivo, quello di ''andare oltre'', e tutto questo potrà essere ''toccato con mano'' anche martedì 4 novembre, in biblioteca a Colico dalle 18.
    		Una raccolta che, su suggerimento dell’editore, ha visto cambiare il primo testo pensato dall’autore stesso, che ha alla base una fotografia del laghetto di Piona del secolo scorso: un'istantanea che racconta la storia del primo caduto, il pescatore Giuseppe, di cui Curioni parla proprio nelle pagine di apertura. Sempre nella copertina si possono notare anche alcuni soldati in fila, metaforicamente sospesi come le loro anime che ''mai nessuno ha più cercato''.

Adriano Curioni
Un lavoro che non racconta solo dei caduti colichesi della Grande Guerra, ma raccoglie anche notizie di molti che tornarono: uomini, ragazzi, imprigionati in fredde lapidi di marmo bianco, solo e anonimamente ricordati in occasione delle celebrazioni del 4 Novembre. Questa attività di ricerca è iniziata per Curioni grazie alla figlia che, da liceale, frequentando un corso di cinematografia nel periodo del primo conflitto mondiale, aveva la necessità e la curiosità di visitare musei e mostre, conoscere luoghi e quant’altro inerenti la Grande Guerra. Durante un evento a Colico fu poi invitato a partecipare alle ricerche riguardo a un soldato del paese dato per disperso, e da lì crebbe in lui il desiderio di dare una risposta alle tante domande che i famigliari si facevano su quanto potesse essere successo ai loro cari. L’intento iniziale di raccogliere informazioni si è quindi ben presto trasformato in approfondimento storico, e le centinaia di ore di ricerche lo hanno catapultato in un viaggio avvolto dalle nebbie del passato, quasi spalla a spalla con quei suoi compaesani.
''Un viaggio virtuale dentro storie reali, il mio, dal quale non ho più saputo uscire: ho visitato brigate, battaglioni nei vari dislocamenti, camminato con i nostri soldati fino a imparare a chiamarli per nome come fossero gli amici di una vita. Sono entrato negli ospedali militari e da campo che spesso li hanno accolti e, a fatica – non essendo uno storico – ho cercato di trasformare numeri, sigle e matricole in luoghi" ha spiegato Curioni.

L’individuazione ''sulla carta'' dei luoghi dove gli avi hanno lasciato la vita combattendo o in seguito a malattie, però, è ben presto risultata stretta a Curioni, che ha così sentito il bisogno di uscire dal suo viaggio virtuale per intraprenderne di reali, con escursioni nelle zone di combattimento o verso i Sacrari della Grande Guerra. Da solo o coinvolgendo la famiglia, spesso con il Direttivo del Gruppo Alpini Colico.
Un lavoro, quello di Curioni, che non racconta con enfasi la guerra o le gesta eroiche dei soldati ma ne esalta il sacrificio parlando di un dramma purtroppo più che mai attuale, anche se per dovere di cronaca e ai fini della ricerca storica sono descritte anche le azioni e le battaglie. Senza lo studio e l’approfondimento storico dei singoli momenti, del resto, l'autore non avrebbe potuto raggiungere il suo obiettivo, quello di ''andare oltre'', e tutto questo potrà essere ''toccato con mano'' anche martedì 4 novembre, in biblioteca a Colico dalle 18.
        		M.A.   			
   			    	         Date evento
        	                    	            
            	            	martedì, 04 novembre 2025            	            
            	                	        













