Lecco celebra il 4 Novembre con autorità e studenti: 'La memoria è responsabilità'
Ha cambiato scenario ma non ha perso il suo profondo significato la cerimonia che si è svolta questa mattina a Lecco in occasione del 4 Novembre, Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, a 107 anni esatti dall'armistizio di Villa Giusti che pose fine alla Prima Guerra Mondiale sul fronte italo-austro-ungarico.

Dopo la Messa al Santuario della Vittoria e la deposizione di un omaggio floreale nella cripta del Sacrario, le celebrazioni in città sono infatti entrate nel vivo in piazza Cermenati - anziché come di consueto nei pressi del Monumento ai Caduti sul lungolago, zona occupata dal cantiere -, dove si sono radunate le autorità civili e militari insieme ai giovani studenti dell'Istituto Bertacchi coinvolti nel progetto Unicef "Scuola Amica" e ai bambini della Primaria dell'ICS Lecco 1.


Dopo l'alzabandiera a ridosso del lago, con l'azzurro del cielo e i colori autunnali a fare da sfondo, sono stati letti dal palco il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Bollettino della Vittoria.
"La Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate che oggi celebriamo è momento di ricordo e di espressione della riconoscenza del Paese per quanto i cittadini in uniforme fecero, combattendo per fare dell'Italia una Nazione indipendente e libera, ispirata a valori democratici e di pace", ha scritto il Capo dello Stato in un estratto del suo messaggio inviato al Ministro della Difesa Guido Crosetto. "Il contributo delle Forze Armate in oltre un secolo e mezzo è stato prezioso per l'affermazione del ruolo internazionale del nostro Paese. Con grande professionalità e umanità, negli ultimi decenni, sono intervenute, su mandato della comunità internazionale, in soccorso a popolazioni e in contesti dove è stato urgente operare per la pace [...]. Oggi il pericolo di allargamento del sanguinoso conflitto scatenato dalla aggressione all'Ucraina da parte della Federazione Russa impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare, per la creazione di una comune forza di difesa europea che, in stretta cooperazione con l'Alleanza Atlantica, sia strumento di sicurezza per l'Italia e l'Europa".

"Quella odierna è una data che richiama l'identità più profonda del nostro Paese" ha invece affermato il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni nel suo discorso. "Ci fa riflettere sul vero significato dei termini "patria" e "nazione", che parlano rispettivamente di una terra "dei padri" e "di nascita". Nell'utilizzarli, non si scade nella retorica solo se si rafforza davvero l'impegno per la pace, la democrazia e la solidarietà. Nel 2021 abbiamo concesso la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, dal quale abbiamo imparato che la memoria non è solo ricordo ma anche e soprattutto responsabilità. Oggi non possiamo ignorare il contesto drammatico che ci circonda: le guerre non sono pratiche relegate al passato, ma ferite atroci ancora aperte nel presente. Non sappiamo più che parole usare per invocare il silenzio delle armi, che è l'unica condizione materiale per avere una speranza di pace [...]. Le nostre azioni devono essere tese a difendere la dignità umana e promuovere il dialogo, un impegno di cui le nostre Forze Armate sono ancora protagoniste: a loro va il nostro ringraziamento più sincero, ma la pace deve essere una responsabilità anche dei cittadini, che per costruire una società più giusta e inclusiva hanno il dovere di informarsi, di rispettare le regole, di non voltarsi dall'altra parte. Perché solo una società più giusta potrà davvero essere Patria e Nazione di ogni cittadino".
"L'Unità dell'Italia è ancora un progetto, un cantiere che abbraccia tutti. Lecco ha dimostrato più volte il vero valore della cittadinanza attiva, per esempio nell'accoglienza ai profughi, nella partecipazione e nell'impegno quotidiano. Magari in questo nostro tempo non serviranno più gesti eroici, ma sicuramente sarà necessaria una coerenza con i nostri valori per rafforzare la comunità", la chiosa del primo cittadino, che ha poi voluto rivolgere un messaggio ai giovani presenti con i loro insegnanti: "La pace si costruisce con la cultura, la partecipazione e la giustizia sociale: a voi, quindi, dico di coltivare la memoria e la speranza, di costruire ponti e non muri, perché abbiamo il dovere di essere degni dell'eredità che ci ha lasciato chi ricordiamo oggi con questa cerimonia".

Un pensiero e un ringraziamento agli studenti è poi arrivato anche da parte di Filippo Di Lelio dell'Assoarma Lecco, che a sua volta ha citato il Milite Ignoto quale fonte di ispirazione per una collettiva assunzione di responsabilità, mentre a seguire la parola è passata alla presidente della Provincia Alessandra Hofmann.

"Questa Giornata racchiude due momenti in un unico messaggio: l'amore per la patria e il rispetto per chi ogni giorno serve il Paese con dedizione e professionalità", ha dichiarato quest'ultima. "La bandiera che vedo sventolare anche tra le mani dei bambini non è solo un simbolo ma è speranza nel futuro, purezza dei principi e passione per la libertà; inoltre rappresenta i valori della Costituzione, il rispetto di tutti e il senso di responsabilità verso la comunità. Valori che sono custoditi ogni giorno dalle Forze Armate che servono il Paese con onore e disciplina, rappresentando la parte migliore dello Stato, quella che protegge e soccorre, a cui va la nostra riconoscenza. L'esempio di chi si è sacrificato per noi ci impone di non dimenticare quanto siano preziose e fragili la pace e la democrazia. Ai voi bambini, quindi, dico di imparare a conoscere nella bandiera un impegno e non solo un simbolo, per un domani migliore. Perché il 4 Novembre significa unire passato e futuro, memoria e responsabilità, in un patto che ci lega come comunità, come persone che credono profondamente nel bene comune".

Una ricorrenza, quella odierna, "ricca di significato" anche secondo il Prefetto di Lecco Paolo Ponta, che ha chiuso i discorsi ricordando come nel 1918 la guerra fosse ancora una modalità legittima per risolvere le controversie tra Stati, prima di essere bandita dall'ONU nel 1945 ed essere ripudiata anche dall'Italia attraverso la Costituzione. "In un mondo che sembra aver dimenticato questo importante orientamento, la difesa della Patria equivale alla difesa dell'Italia e dei suoi alleati, ma anche alla partecipazione a missioni di pace, al soccorso alle popolazioni bisognose, al concorso nel mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica", le sue parole, con un monito finale: "La memoria non può esaurirsi in una cerimonia, va fatta propria per trasmetterla alle generazioni future".

Un pensiero, quest'ultimo, che ha riportato ancora una volta l'attenzione sulla presenza alle celebrazioni dei giovani studenti, con i più grandi che, in chiusura, hanno condiviso alcune letture sui temi della giornata e i più piccoli che hanno intonato l'inno nazionale sventolando le loro bandierine.


La giornata si concluderà nel pomeriggio con l'ammainabandiera, seguito alle 21.00 dal Concerto della Vittoria e della Pace presso il Santuario della Vittoria, con il Coro Alpino Lecchese, il coro dell'ANA dell'Adda e i partecipanti al laboratorio "Cantate Incantate".

Dopo la Messa al Santuario della Vittoria e la deposizione di un omaggio floreale nella cripta del Sacrario, le celebrazioni in città sono infatti entrate nel vivo in piazza Cermenati - anziché come di consueto nei pressi del Monumento ai Caduti sul lungolago, zona occupata dal cantiere -, dove si sono radunate le autorità civili e militari insieme ai giovani studenti dell'Istituto Bertacchi coinvolti nel progetto Unicef "Scuola Amica" e ai bambini della Primaria dell'ICS Lecco 1.



"La Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate che oggi celebriamo è momento di ricordo e di espressione della riconoscenza del Paese per quanto i cittadini in uniforme fecero, combattendo per fare dell'Italia una Nazione indipendente e libera, ispirata a valori democratici e di pace", ha scritto il Capo dello Stato in un estratto del suo messaggio inviato al Ministro della Difesa Guido Crosetto. "Il contributo delle Forze Armate in oltre un secolo e mezzo è stato prezioso per l'affermazione del ruolo internazionale del nostro Paese. Con grande professionalità e umanità, negli ultimi decenni, sono intervenute, su mandato della comunità internazionale, in soccorso a popolazioni e in contesti dove è stato urgente operare per la pace [...]. Oggi il pericolo di allargamento del sanguinoso conflitto scatenato dalla aggressione all'Ucraina da parte della Federazione Russa impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare, per la creazione di una comune forza di difesa europea che, in stretta cooperazione con l'Alleanza Atlantica, sia strumento di sicurezza per l'Italia e l'Europa".

"Quella odierna è una data che richiama l'identità più profonda del nostro Paese" ha invece affermato il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni nel suo discorso. "Ci fa riflettere sul vero significato dei termini "patria" e "nazione", che parlano rispettivamente di una terra "dei padri" e "di nascita". Nell'utilizzarli, non si scade nella retorica solo se si rafforza davvero l'impegno per la pace, la democrazia e la solidarietà. Nel 2021 abbiamo concesso la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, dal quale abbiamo imparato che la memoria non è solo ricordo ma anche e soprattutto responsabilità. Oggi non possiamo ignorare il contesto drammatico che ci circonda: le guerre non sono pratiche relegate al passato, ma ferite atroci ancora aperte nel presente. Non sappiamo più che parole usare per invocare il silenzio delle armi, che è l'unica condizione materiale per avere una speranza di pace [...]. Le nostre azioni devono essere tese a difendere la dignità umana e promuovere il dialogo, un impegno di cui le nostre Forze Armate sono ancora protagoniste: a loro va il nostro ringraziamento più sincero, ma la pace deve essere una responsabilità anche dei cittadini, che per costruire una società più giusta e inclusiva hanno il dovere di informarsi, di rispettare le regole, di non voltarsi dall'altra parte. Perché solo una società più giusta potrà davvero essere Patria e Nazione di ogni cittadino".

Un pensiero e un ringraziamento agli studenti è poi arrivato anche da parte di Filippo Di Lelio dell'Assoarma Lecco, che a sua volta ha citato il Milite Ignoto quale fonte di ispirazione per una collettiva assunzione di responsabilità, mentre a seguire la parola è passata alla presidente della Provincia Alessandra Hofmann.

"Questa Giornata racchiude due momenti in un unico messaggio: l'amore per la patria e il rispetto per chi ogni giorno serve il Paese con dedizione e professionalità", ha dichiarato quest'ultima. "La bandiera che vedo sventolare anche tra le mani dei bambini non è solo un simbolo ma è speranza nel futuro, purezza dei principi e passione per la libertà; inoltre rappresenta i valori della Costituzione, il rispetto di tutti e il senso di responsabilità verso la comunità. Valori che sono custoditi ogni giorno dalle Forze Armate che servono il Paese con onore e disciplina, rappresentando la parte migliore dello Stato, quella che protegge e soccorre, a cui va la nostra riconoscenza. L'esempio di chi si è sacrificato per noi ci impone di non dimenticare quanto siano preziose e fragili la pace e la democrazia. Ai voi bambini, quindi, dico di imparare a conoscere nella bandiera un impegno e non solo un simbolo, per un domani migliore. Perché il 4 Novembre significa unire passato e futuro, memoria e responsabilità, in un patto che ci lega come comunità, come persone che credono profondamente nel bene comune".

Una ricorrenza, quella odierna, "ricca di significato" anche secondo il Prefetto di Lecco Paolo Ponta, che ha chiuso i discorsi ricordando come nel 1918 la guerra fosse ancora una modalità legittima per risolvere le controversie tra Stati, prima di essere bandita dall'ONU nel 1945 ed essere ripudiata anche dall'Italia attraverso la Costituzione. "In un mondo che sembra aver dimenticato questo importante orientamento, la difesa della Patria equivale alla difesa dell'Italia e dei suoi alleati, ma anche alla partecipazione a missioni di pace, al soccorso alle popolazioni bisognose, al concorso nel mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica", le sue parole, con un monito finale: "La memoria non può esaurirsi in una cerimonia, va fatta propria per trasmetterla alle generazioni future".

Un pensiero, quest'ultimo, che ha riportato ancora una volta l'attenzione sulla presenza alle celebrazioni dei giovani studenti, con i più grandi che, in chiusura, hanno condiviso alcune letture sui temi della giornata e i più piccoli che hanno intonato l'inno nazionale sventolando le loro bandierine.


La giornata si concluderà nel pomeriggio con l'ammainabandiera, seguito alle 21.00 dal Concerto della Vittoria e della Pace presso il Santuario della Vittoria, con il Coro Alpino Lecchese, il coro dell'ANA dell'Adda e i partecipanti al laboratorio "Cantate Incantate".
B.P.














