Bollettino del Santuario di San Girolamo/10: preghiere e medaglie per scampare all'orrore della guerra
La guerra. E' ancora la guerra il tema predominante del Bollettino del Santuario di San Girolamo numero 10, pubblicato a Somasca nell'ottobre 1915 e destinato poi ad arrivare anche nelle trincee, come già successo alle uscite precedenti, lette e rilette dai combattenti, pronti a testimoniare il conforto ricevuto dal periodico, introdotto, quale novità, dai padri proprio all'inizio di quell'anno.
"Il pensiero di questa guerra che tocca così da vicino, con una lotta tanto per noi difficile raffigurare, è tale disgrazia che fa ricorrere istintivamente a Dio. Chi non combatte, o è rimasto in casa, sente il bisogno di Dio perché ha il figlio, il fratello, il marito al fronte; perché insomma c'è la tristezza in famiglia; ma coloro che sono nella lotta ben più alte protendono le braccia supplici al Cielo, e ne invocano la protezione. Mille testimonianze dimostrano che, tra essi, il risveglio religioso è profondo, serio, generale. I soldati, che credevano, oggi credono più fortemente; molti, che avevano una fede languida e nascosta, hanno sentito in sé che essa si è risvegliata; altri che non credevano hanno incominciato ad apprezzare la Fede, ad amarla; l'hanno abbracciata ed esercitata con conforto indicibile persino nelle più umili pratiche. Nelle trincee si prega, si recita la corona, tutti hanno qualche oggetto religioso, uno scapolare, un'immagine, una medaglia, qui figli d'Italia, che oggi sorprendono i loro stessi nemici col coraggio, col sacrifico, colla generosità somma": così padre Battaglia apre la sua riflessione, a cui sono dedicate due colonne e mezza del Bollettino, sulla preghiera del soldato, soffermandosi poi, nel proseguo, chiaramente, sulla devozione a San Girolamo. Devozione "trasmessa" da una fedele ad un alpino anche nel corso di un incontro casuale, narrato, dalla prima, in un altro trafiletto riportato sul notiziario. "Si viaggiava in treno forse già da mezz'ora, quando mi scosse un sospiro, e alcune parole proferite sommessamente, da una persona che mi era vicina: "domani a quest'ora sarò già in trincea!"", scrive, in prima persona, riferendo del ritorno a casa dopo essere stata al Santuario dove aveva fatto benedire alcune medagliette del santo, consegnandone così una a quello sconosciuto, arrivato all'ultimo giorno di permesso dopo aver ottenuto una breve licenza perché la sua sposa versava in pericolo di vita. "Mi disse: "Dio vede"; e io risposi: "e Dio provvede; stia certo che il Signore avrà una cura più che paterna, per i suoi cari"”.
Una convinzione, quella di poter contare su una protezione dall'Alto, comune a tanti: "Quante volte, o Padre, San Girolamo mi ha scampato dalla morte! In mezzo a cannonate furibonde sono rimasto sempre illeso mercè l'invocazione di questo Taumaturgo Padre, e spero di venire a sciogliere sull'urna sacrata delle Sue Ossa il voto di riconoscenza, quando l'Angelo della pace volerà sui campo insanguinati dell'Europa" scrive, per esempio, il fante Carlo Felici, in una missiva destinata al Santuario, dove direttamente dal fronte o dai parenti di soldati, arrivano anche offerte, per messe e preghiere. 10 lire, quelle inviate "dalla zona di guerra" dai sergenti Grassini e Barocco, dal Caporal Maggiore Brunetti, dai Caporali Damiani e Calisbei, dai Soldati Fumagalli, Bozzi, Cesarini e Cristofari. 5 quelle versate dal soldato (trombettiere in un reggimento degli Alpini) Emilio Civilini come pure dal signor Leone Valsecchi di Calolzio, a tutela dei figli, in trincea, Alessandro e Luigi.
Sono i padri stessi, invece, a raccomandare alle preghiere dei devoti di San Girolamo "una povera madre, la quale invoca l'intercessione del Santo per due suoi figli, uno dei quali gravemente malato di nervi, l'altro combattente al fronte".
Continua/11


Sono i padri stessi, invece, a raccomandare alle preghiere dei devoti di San Girolamo "una povera madre, la quale invoca l'intercessione del Santo per due suoi figli, uno dei quali gravemente malato di nervi, l'altro combattente al fronte".
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A.M.














