Lecco, un anno di Officina Badoni: 280 eventi in uno spazio sempre più 'aperto' e accogliente
In un solo anno ha già saputo diventare un autentico luogo di riferimento per la città di Lecco e per l'intero territorio, sia come "sorgente" che come sviluppo tangibile di connessioni e relazioni. Per Officina Badoni, del resto, parlano i numeri: in poco più di dodici mesi dalla sua apertura ufficiale – avvenuta tra il 13 e il 14 settembre 2024 – lo storico edificio in corso Matteotti ha infatti ospitato 280 eventi, di cui 56 serali, tra incontri, conferenze, seminari, momenti di formazione e spettacoli, oltre a migliaia di "semplici" cittadini, in gran parte giovani, che con il passare dei mesi sono diventati frequentatori abituali del bar e dell'aula studio al pianoterra.

Grande, dunque, la soddisfazione per la Fondazione comunitaria del Lecchese, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa proprio per fare il punto sul primo anno di vita della "nuova" Officina Badoni, riepilogando numeri e attività che sono stati ampiamente dettagliati in una pubblicazione (a cui se ne è poi affiancata un'altra, meno corposa, curata in maniera volontaria da Elena Granata, noto architetto del Politecnico di Milano): un testo, ricco di contributi e immagini, che nel pomeriggio odierno – e poi "in replica" mercoledì 3 dicembre – sarà presentato anche ai vari enti, associazioni, cooperative e partner che, ciascuno a proprio modo, hanno fatto parte del primo importante capitolo di una storia che sembra destinata a scrivere, nel prossimo futuro, altre pagine significative per la città di Lecco.

Da un anno a questa parte, l'immobile neogotico datato 1841, ristrutturato per farlo diventare uno spazio "fresco", accogliente e inclusivo nel cuore del capoluogo, è gestito grazie a una ATS (associazione temporanea di scopo, formata da sette enti più cinque partner uniti "in rete") ed è pienamente collocato all'interno della vita della Fondazione comunitaria del Lecchese, che vi ha realizzato anche la propria sede.

"Credo che per parlare di Officina Badoni sia utile proprio il termine "comunità", che può sembrare un po' antico ma mette in gioco la corresponsabilità di tutti" ha sottolineato Maria Grazia Nasazzi, presidente dell'ente filantropico, che ha rimarcato subito il grande numero di attori coinvolti nel percorso: "Tanti i compagni di viaggio – tra Comuni, Parrocchie, cooperative e privati – che hanno fatto la loro parte e si sono "spalancati" al territorio, perché senza relazioni i luoghi sono solo muri".

A entrare nel dettaglio dei numeri, poi, è stato Simone Buzzella, responsabile all'interno dell'ATS del Progetto Officina Badoni 2030. Come accennato, in un anno lo stabile in corso Matteotti ha ospitato nel suo Auditorium (da 130 posti) 280 eventi, di cui 56 serali, con 48 week-end "occupati": nel dettaglio l'elenco parla di 89 incontri, 64 conferenze, 46 momenti di formazione, 35 seminari, 16 spettacoli, 12 appuntamenti per la stampa, 8 mostre, 6 proiezioni e 4 workshop.

Indicativo anche il "bilancio" della sala studio e di Offi Coffe (il bar al pianoterra, dove è possibile trovare prodotti di realtà sociali del territorio come il Pasteto della cooperativa Il Grigio, la torrefazione La Libertaria di Galbiate e Cascina Don Guanella), entrambi molto frequentati soprattutto da giovani come testimonia la media di 168 connessioni giornaliere al Wi-Fi gratuito. Degno di nota anche il dato sul coinvolgimento concreto nel progetto dei ragazzi, con un tirocinio e sette percorsi della cosiddetta (ex) "alternanza" per un totale di 2.280 ore. Da aggiungere al "calderone", poi, anche i 240 utilizzi della sala corsi.

"La Fondazione è proprietaria dell'intero immobile" ha ricordato il segretario Paolo Dell'Oro. "L'idea iniziale era quella di optare per una soluzione intermedia tra una gestione diretta e una totalmente esternalizzata, per cui siamo partiti con un concorso di idee che ha coinvolto quindici realtà diverse: abbiamo premiato la più meritevole, trattandosi di una "gara", ma alla fine la provocazione è stata quella di unire tutto quanto era emerso per sviluppare un progetto nuovo, frutto delle migliori sensibilità e competenze del territorio".

Due, quindi, le sfide affrontate (e vinte) nell'ultimo anno all'interno di Officina Badoni: una di carattere prettamente gestionale, per una visione comune sul calendario di attività da ospitare per fare spazio a tutti, e una nel segno della condivisione, per dare vita a uno spazio in grado di aprirsi anche e soprattutto ai giovani.
Il tutto, come dicevamo, nel contesto di una Fondazione che continua a dimostrare di essere assolutamente "vivace", in salute e in crescita. Da gennaio 2024 a settembre 2025, la Onlus ha infatti erogato sul territorio provinciale quasi 7 milioni e mezzo di euro per progetti sociali, culturali ed educativi: il tutto grazie a risorse proprie, alla contribuzione annua di Fondazione Cariplo e, soprattutto, a donazioni dei cittadini, che rappresentano i tre quarti del totale (solo dallo scorso gennaio a pochi giorni fa sono stati racimolati oltre 3 milioni e mezzo di euro). "Ė il segno di una profonda sensibilità del territorio, di un'autentica predisposizione a pensare anche agli altri. E – lo diciamo con la massima umiltà – di una grande stima nei nostri confronti", la chiosa di Maria Grazia Nasazzi.

Grande, dunque, la soddisfazione per la Fondazione comunitaria del Lecchese, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa proprio per fare il punto sul primo anno di vita della "nuova" Officina Badoni, riepilogando numeri e attività che sono stati ampiamente dettagliati in una pubblicazione (a cui se ne è poi affiancata un'altra, meno corposa, curata in maniera volontaria da Elena Granata, noto architetto del Politecnico di Milano): un testo, ricco di contributi e immagini, che nel pomeriggio odierno – e poi "in replica" mercoledì 3 dicembre – sarà presentato anche ai vari enti, associazioni, cooperative e partner che, ciascuno a proprio modo, hanno fatto parte del primo importante capitolo di una storia che sembra destinata a scrivere, nel prossimo futuro, altre pagine significative per la città di Lecco.

Da un anno a questa parte, l'immobile neogotico datato 1841, ristrutturato per farlo diventare uno spazio "fresco", accogliente e inclusivo nel cuore del capoluogo, è gestito grazie a una ATS (associazione temporanea di scopo, formata da sette enti più cinque partner uniti "in rete") ed è pienamente collocato all'interno della vita della Fondazione comunitaria del Lecchese, che vi ha realizzato anche la propria sede.

"Credo che per parlare di Officina Badoni sia utile proprio il termine "comunità", che può sembrare un po' antico ma mette in gioco la corresponsabilità di tutti" ha sottolineato Maria Grazia Nasazzi, presidente dell'ente filantropico, che ha rimarcato subito il grande numero di attori coinvolti nel percorso: "Tanti i compagni di viaggio – tra Comuni, Parrocchie, cooperative e privati – che hanno fatto la loro parte e si sono "spalancati" al territorio, perché senza relazioni i luoghi sono solo muri".

A entrare nel dettaglio dei numeri, poi, è stato Simone Buzzella, responsabile all'interno dell'ATS del Progetto Officina Badoni 2030. Come accennato, in un anno lo stabile in corso Matteotti ha ospitato nel suo Auditorium (da 130 posti) 280 eventi, di cui 56 serali, con 48 week-end "occupati": nel dettaglio l'elenco parla di 89 incontri, 64 conferenze, 46 momenti di formazione, 35 seminari, 16 spettacoli, 12 appuntamenti per la stampa, 8 mostre, 6 proiezioni e 4 workshop.

I rappresentanti della "rete" del Progetto Officina Badoni
Indicativo anche il "bilancio" della sala studio e di Offi Coffe (il bar al pianoterra, dove è possibile trovare prodotti di realtà sociali del territorio come il Pasteto della cooperativa Il Grigio, la torrefazione La Libertaria di Galbiate e Cascina Don Guanella), entrambi molto frequentati soprattutto da giovani come testimonia la media di 168 connessioni giornaliere al Wi-Fi gratuito. Degno di nota anche il dato sul coinvolgimento concreto nel progetto dei ragazzi, con un tirocinio e sette percorsi della cosiddetta (ex) "alternanza" per un totale di 2.280 ore. Da aggiungere al "calderone", poi, anche i 240 utilizzi della sala corsi.

"La Fondazione è proprietaria dell'intero immobile" ha ricordato il segretario Paolo Dell'Oro. "L'idea iniziale era quella di optare per una soluzione intermedia tra una gestione diretta e una totalmente esternalizzata, per cui siamo partiti con un concorso di idee che ha coinvolto quindici realtà diverse: abbiamo premiato la più meritevole, trattandosi di una "gara", ma alla fine la provocazione è stata quella di unire tutto quanto era emerso per sviluppare un progetto nuovo, frutto delle migliori sensibilità e competenze del territorio".

Due, quindi, le sfide affrontate (e vinte) nell'ultimo anno all'interno di Officina Badoni: una di carattere prettamente gestionale, per una visione comune sul calendario di attività da ospitare per fare spazio a tutti, e una nel segno della condivisione, per dare vita a uno spazio in grado di aprirsi anche e soprattutto ai giovani.
Il tutto, come dicevamo, nel contesto di una Fondazione che continua a dimostrare di essere assolutamente "vivace", in salute e in crescita. Da gennaio 2024 a settembre 2025, la Onlus ha infatti erogato sul territorio provinciale quasi 7 milioni e mezzo di euro per progetti sociali, culturali ed educativi: il tutto grazie a risorse proprie, alla contribuzione annua di Fondazione Cariplo e, soprattutto, a donazioni dei cittadini, che rappresentano i tre quarti del totale (solo dallo scorso gennaio a pochi giorni fa sono stati racimolati oltre 3 milioni e mezzo di euro). "Ė il segno di una profonda sensibilità del territorio, di un'autentica predisposizione a pensare anche agli altri. E – lo diciamo con la massima umiltà – di una grande stima nei nostri confronti", la chiosa di Maria Grazia Nasazzi.
B.P.














