Lecco: nuova 'rogna' nella saga delle villette di Malnago

Sembra non dover finire mai la vicenda dell’intervento edilizio di Malnago. Il progetto, approvato nel 2006 dal Comune di Lecco, ha visto la costruzione, tra il 2012 e il 2013, di otto villette nel rione alto lecchese con vista lago e monti, risultate "gravate" da difformità che hanno portato alla contestazione dei reati di abuso edilizio, truffa e falso e alla condanna, nel 2022, di tre delle persone coinvolte nell’operazione.
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Una foto vecchia del cantiere scattata quando le villette vennero poste in sequestro

Il fascicolo, a distanza di anni, tornerà ora nuovamente sul tavolo del consiglio comunale lecchese perché, come ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Rusconi durante la commissione quinta di giovedì, “di recente da parte dei tecnici della lottizzante Poggi Srl è emersa una risagomatura della rampa di accesso alle autorimesse del complesso immobiliare che ha prodotto un contenuto sconfinamento nelle aree cedute al Comune di Lecco con la stupita della convenzione”. In sostanza, la rampa di accesso ai garage è stata realizzata per 63 metri quadrati sull’area che era stata ceduta al Comune. La soluzione proposta è che il lottizzante acquisti un’area adiacente a quella “usurpata”, di superficie di circa 350 metri quadri, e la attrezzi a verde urbano, occupandosi della manutenzione perpetua straordinaria e ordinaria, per poi fare la permuta con quella comunale.
Una proposta che, però, ha sollevato più dubbi, bipartisan. “La permuta è l’unica via percorribile? - ha chiesto il dem Casto Pattarini - Si tratta di un’area di nessun utilizzo per la comunità, il valore delle due aree da permutare è ben diverso. La società sapeva benissimo di costruire su terreno comunale”. Anche il consigliere Corrado Valsecchi ha sollevato obiezioni simili: “Non mi scandalizza l’idea della permuta, ma mi chiedo che cosa ce ne facciamo di quell’area. In che direzione l’amministrazione ci porta con questo progetto?”. Il leghista Stefano Parolari ha ricordato che nel 2014 a seguito di una situazione specifica il consiglio comunale approvò una delibera che facesse da caso pilota in queste situazioni che prevedeva che in questi casi la via maestra sarebbe stata quella della cessione a prezzi stimati dall’ufficio tecnico delle aree in questione”. L’assessore Rusconi ha però spiegato che “non si può vendere a un privato perché dovremmo fare una procedura pubblica, oppure dovremmo andare a convenzionare l’utilizzo del bene, ma per per 63 metri quadrati non ne varrebbe la pena. Molto meglio acquisire un’area cinque volte più grande, con obbligo di attrezzare e di fare la manutenzione”.
M.V.
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